Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard
Può accadere che vincere il Leone d’oro alla Mostra cinematografica di Venezia non basti per farsi ricordare dai posteri e assicurarsi un posto nell’Olimpo del Cinema. Questo è stato il destino di “Rosencrantz & Guildenstern sono morti” che vinse il premio come miglior film a Venezia nel 1990. Rosencrantz & Guildenstern sono i due amici che nell’Amleto di Shakespeare si recano a Elsinore per portare conforto all’inquieto principe di Danimarca. Ma se nella tragedia shakespeariana i due non sono altro che personaggi marginali, nel film diretto e scritto dal commediografo ceco Tom Stoppard, diventano i personaggi principali, fantasticamente interpretati da Tim Roth e Gary Oldman. “Rosencrantz & Guildenstern sono morti” non è però una semplice rilettura dell’Amleto, piuttosto un film eccentrico e anti-conformista che molto ha in comune con le migliori pièces del teatro dell’assurdo: parodia della comunicazione, battute piene di clichés, dialoghi che possono essere interpretati come privi di senso o, al tempo stesso, carichi di significati esistenziali. Una in particolare è la scena da ricordare, sintesi perfetta del non-sense del film: quella nella quale i due protagonisti si sfidano a una partita “di tennis” dialettica.
Un film senza mezze misure quello di Tom Stoppard: o lo si ama per la sua irriverenza e il suo anti-conformismo, oppure lo si snobba, per il suo irritante gioco cervellotico e meta-teatrale. Voi da che parte state?
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento