Rosarno/Gruppo EveryOne
Rosarno/Gruppo EveryOne: “Sono stati ridotti in schiavitù dalla ‘Ndrangheta: hanno diritto all’asilo politico e a un’occasione di integrazione in Italia”.
Milano, 10 gennaio 2009. Il ministro dell’Interno Maroni ha dichiarato che i migranti arrestati a Rosarno e trasferiti nei centri di Crotone e Bari verranno espulsi se risulteranno clandestini, in base al pacchetto sicurezza. Il Gruppo EveryOne esprime una ferma protesta contro questa nuova azione punitiva nei confronti di esseri umani che, in Italia, hanno già subito tanti abusi. “La ‘Ndrangheta di Rosarno li ha trasformati in veri a propri schiavi,” scrivono in una nota Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne, “costringendoli a lavorare duramente per un tozzo di pane, a vivere in veri e propri porcili e a subire la legge del crimine organizzato. Il 7 gennaio,” continua la nota, “un rifugiato politico del Togo e due giovani della Guinea con permesso di soggiorno sono stati aggrediti e feriti. I fatti successivi sono simili alla famosa ‘rivolta antimafia degli africani di Rosarno’ avvenuta più di un anno fa, nel dicembre 2008, dopo il ferimento di due migranti da parte di mafiosi locali. Tutto ciò che avviene a Rosarno è controllato o provocato dalla ‘Ndrangheta: dipingere una situazione diversa significa falsificare la realtà”. Il Gruppo EveryOne ha inoltre inviato una richiesta urgente all’Alto Commissario per i Rifugiati. “Alcuni dei migranti rinchiusi a Bari e Crotone,” scrivono gli attivisti, “sono in possesso di permesso di soggiorno per motivi umanitari. Gli altri provengono per la maggior parte da Paesi in crisi umanitaria o travagliati da gravi conflitti. Riteniamo che abbiano diritto all’asilo politico in Italia e ci auguriamo che l’Alto Commissario valuti attentamente la loro condizione, per evitare che le Istituzioni italiane, in violazione della Convenzione di Ginevra e delle altre leggi che tutelano i profughi e gli aventi diritto all’asilo politico, li deportino verso Paesi in cui essi correrebbero gravi pericoli di vita. La loro condizione di schiavitù in Italia li ha inoltre provati e li rende ancora più vulnerabili. Il nostro Paese, che fa ben poco per combattere il potere delle mafie, dovrebbe inoltre farsi carico delle proprie responsabilità e decidere, finalmente, di garantire protezione e un futuro alla comunità dei migranti di Rosarno”.
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