Ronde e sicurezza: illusioni e realta’
Nessun partito politico si rende conto o meglio non vuole rendersene conto che la gente non ne può più e si trova in una condizione di esasperazione, soprattutto quella parte meno protetta e senza mezzi di supporto per affrontare lo stato di emergenza in cui il nostro paese si trova. Colpa della politica incapace di capire e di risolvere il disagio sociale Da questo fatto, a nostro avviso inizia e si sviluppa la confusione e l’incertezza e non si sa più cosa sia giusto o cosa non lo sia.
Proprio partendo da questa nostra considerazione riteniamo che le forze politiche, i mass media e gli stessi sindacati debbano assumersi tutte le responsabilità della situazione attuale.
ciò sta trascinando il paese in un vortice pericoloso ed irreversibile che ormai coinvolge tutti i cittadini, soprattutto allorché si parla di sicurezza.
Il sindacato ha le sue colpe e responsabilità per come è nata questa situazione, per come è andata avanti ed è degenerata; pertanto, se non ci si arma di buona volontà e non si mettono da parte risentimenti e posizioni personali o di potere tutti corriamo seri pericoli e domani sarà troppo tardi per ricorrere ai rimedi democratici che oggi, per fortuna, abbiamo ancora a disposizione, grazie a quella classe politica che seppe trovare il filo conduttore per il bene comune e che diede vita alla nostra Costituzione.
Partendo da questa riflessione e dalla necessità che tutti i partiti facciano la loro parte, in quanto responsabili di non avere attivato il disposto dell’articolo 3 della carta costituzionale, riteniamo che molti pericoli attuali potrebbero di essere evitati, permettendo in questo modo a tutti di avere più sicurezza, più serenità e più benessere.
Sugli ultimi fatti di cronaca relativi alla sicurezza, c’è chi è favorevole o chi non lo è sulla costituzione delle ronde formate da privati cittadini armati di buona volontà che dovrebbero rendere più sicura la vita della collettività.
Proprio dalla disponibilità dimostrata da questi cittadini i politici, le forze sociali dovrebbero responsabilmente riflettere sulla situazione di instabilità del paese e trarre un grande insegnamento: dovrebbero rendersi conto del fallimento della loro politica, incapace di mettere in atto strumenti idonei a garantire sicurezza sociale. Che bisogna fare allora?
A parere della UILS, in un momento di emergenza come questo si deve ricorrere a tutti i mezzi che un Stato democratico possiede e che consentano di arginare o almeno ridurre la situazione di disagio sociale esistente e non esporre cittadini volenterosi ad attivarsi in servizi di vigilanza (e non di ronda, in quanto la ronda é formata da militari ed è armata). Potrebbe infatti verificarsi il caso che nella costituzione delle cosiddette ronde volontarie possano infiltrarsi soggetti senza scrupoli il cui solo intento potrebbe essere quello di perseguire con più facilità obbiettivi non democratici che potrebbero turbare ed aggravare la stessa sicurezza dei cittadini.
Detto ciò riteniamo che l’idea delle ronde potrebbe essere una buona soluzione, ma questo compito dovrebbe essere demandato alle forze militari, come ad esempio esercito, marina, finanza, aeronautica e quanti altri rivestano compiti di ordine publico. Il loro operato è disciplinato dalla legge, sarebbe senz’altro poco oneroso per lo Stato e darebbe sicurezza certa ai cittadini.
Chi scrive ha svolto tale ruolo nell’arma della aeronautica e quando ha partecipato al servizio di ronda insieme ad altri militari per sorvegliare i militari che si trovavano in libera uscita nella città che li ospitava e controllare che il loro comportamento fosse conforme alla disciplina e rispettoso nei confronti della cittadinanza. Ciò veniva apprezzato e dava sicurezza ai cittadini in maniera semplice e condivisa sulla base della pacifica convivenza e del reciproco rispetto.
Se un tale sistema potesse essere sperimentato, otterremmo a nostro parere più sicurezza e sarebbe accettato sicuramente dai cittadini, evitando così di mettere in pericolo la vita di coloro che volontariamente si sono messi a disposizione per contribuire alla sicurezza collettiva; volontari che, essendo in buona parte generosi cittadini in parte in pensione, anche se professionalmente esperti ma non idonei a svolgere tale compito. per Di certo non hanno le energie necessarie per affrontare i mali intenzionati capaci di colpire senza alcuna pietà e fare del male senza porsi nessuno scrupolo.
Diversamente sarebbe se si avesse a che fare con dei giovani militari preparati e capaci di sapersi confrontare e difendere, soprattutto da soggetti poco affidabili che turbano la vita del convivere civile.
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Antonino Gasparo Presidente U.I.L.S.
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