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Roncigliano. Un incubo dentro un incubo

Settembre 20
22:00 2011

Chi sta tirando le fila, dietro le quinte, di questa sporca farsa che di atto in atto diventa sempre più oscena? I sindaci, dove sono i sindaci, gli amministratori di dieci comuni (due si sono defilati, Nemi e Lanuvio) che si schierano secondo come tira il vento e non si espongono se non nella misura in cui sono ricattabili o influenzabili? Dove sono i bei discorsi di solidarietà che infiocchettano le aule consiliari e i raduni di piazza, se la gente che in agosto si va a gustare l’aria puzzolente della discarica è sempre e solo la gente, sempre più nauseata e convinta che così non si può andare avanti e prima o poi qualcosa cambierà e i Cerroni e i Guidobaldi e le Regioni che non sanno “reggere” col popolo ci dovranno fare i conti e se i conti sono giusti dovranno anche pagare i danni.
Sembra un teatrino dell’assurdo che riporta alla mente quel film di Pasolini Che cosa sono le nuvole, dalla trama semplice e infernale. In un teatro di marionette viene messo in scena l’Otello di Shakespeare, ma la tragedia non piace al pubblico che non accetta il finale e lo vuole cambiare; così sale inferocito sul palco e fa fuori il perfido Jago (Totò) e il possessivo e malfidato Otello (Ninetto Davoli) e porta in trionfo Desdemona e Cassio, i presunti traditori. Poi il netturbino (Modugno) carica sul camion della spazzatura le marionette sconciate dal popolo e le rovescia in discarica. Affogati nei rifiuti, con la faccia che scola il giallo e il nero del trucco di scena, gli attori principali guardano il cielo passare sopra le loro teste di legno e Otello fa: «Iiiiih, che so’ quelle?». «Sono le nuvole», gli risponde Jago. «E che so’ le nuvole? Quanto so’ belle!» replica Otello. E Jago, col suo ultimo scatto di marionetta usurata, fatta a pezzi e pronta per l’inceneritore, sospira: «Straziante, meravigliosa bellezza del Creato…».
E come nel film di Pasolini, una rappresentazione nella rappresentazione, ci troviamo anche noi non “in un sogno dentro un sogno”, ma in un incubo dentro un incubo, se il pubblico pagante non dà uno scatto di reni e non si ribella a un finale programmato dai signori che non hanno mai alzato lo sguardo dai loro miserabili conteggi e forse nemmeno si rendono conto del crimine che stanno commettendo – e non per soli trenta denari! – uccidendo la bellezza e la vita. E questo non può essere permesso: che lo sappiano, questi signori del male che si vendono per montagne stratosferiche di monnezza che ricadranno in cenere sulle teste di chi non c’entra, che sono colpevoli e ingiustificabili. E che, se anche non vivono a Roncigliano, anche loro faranno le spese di questa dissennata corsa alla rovina, che non risparmia siti.

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