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ROMA Report “Trattenuti 2024”  

Ottobre 25
17:13 2024

Ponte Galeria, il Cpr più costoso d’Italia nell’ultimo biennio 

ACTIONAID “CPR, UN FALLIMENTO DAI COSTI UMANI E ECONOMICI INACCETABILI, MODELLO PER I CENTRI IN ALBANIA”   
Nel 2023 a Ponte Galeria solo il 23% di rimpatriati e ben il 53% di persone liberate dai giudici  

50mila persone straniere detenute dal 2014 al 2023 in centri che violano i diritti umani e sono un disastro per le finanze pubbliche: si delinea uno scenario di progressiva e deliberata confusione tra sistema di accoglienza e detentivo. Così i CPR in Italia appaiono il reale modello di disumanità e gestione incontrollata per i nuovi centri di trattenimento in Albania targati Governo Meloni. Un sistema inumano e costoso, inefficace e ingovernabile. Sono questi i tratti caratteristici del sistema dei CPR raccolti nell’aggiornamento 2024 del report “Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari. Un lavoro di analisi dettagliata di dati sul sistema di detenzione volto al rimpatrio dal 2014 al 2023, raccolti grazie a 97 richieste di accesso agli atti a Ministero dell’Interno, Prefetture e Questure e a 53 richieste di riesame. Dal dato complessivo fino alla singola struttura, tutte le informazioni sono disponibili in formato accessibile e aperto sulla piattaforma Trattenuti (https://trattenuti.actionaid.it/), con la possibilità di approfondire i singoli centri compreso quello di Ponte Galeria a Roma

Cronaca (locale) di un fallimento nazionale. Nel periodo 2018-2023, il Cpr di Roma ha registrato una media di 97,3 presenze giornaliere e di 879 ingressi annuali, 1145 nel 2023 (121 le presenze nell’ultimo giorno dell’anno). Nel 2023 il 49% delle oltre 6700 persone entrate in un centro detentivo sono state trattenute nei centri di Caltanissetta (17%), Roma (17%), Trapani (15%).  Il tempo di permanenza medio tra 2018 e 2023 è stato di 30 giorni, più basso rispetto alla media nazionale di 36 giorni. Nel 2022 il tempo di permanenza medio è stato di 40 giorni e nel 2023 di 27. La percentuale media annuale di ingressi dal carcere (11,7%) è più bassa di quattro punti percentuali rispetto alla media nazionale, ma nell’ultimo biennio si riscontra un incremento: nel 2022 è pari al 21% e nel 2023 al 23%.  

Quello di Ponte Galeria è un Cpr che pare fare storia a sé.” Spiega Campesi, esperto di detenzione amministrativa dell’Università di Bari, tra i massimi esperti in Italia di detenzione amministrativa e rimpatri, “Diversamente da quanto accade per i centri di frontiera e per quelli che funzionano come propaggine del carcere, l’elevata incidenza di richiedenti asilo e la presenza delle donne sembra riflettersi sulla percentuale più elevata di dimissioni per provvedimento dell’autorità giudiziaria e sulla bassa incidenza dei rimpatri”. 

L’incidenza dei richiedenti asilo (30,9%) è più alta di otto punti percentuali rispetto alla media nazionale tra 2018 e 2023: colpisce il dato degli ultimi due anni considerati che vedono i richiedenti asilo costituire il 51% degli ingressi nel 2022 e il 34% nel 2023. La percentuale di rimpatri eseguiti dal Cpr di Roma è del 29%, significativamente più bassa della media nazionale del periodo e isolando gli ultimi due anni cala ancora: nel 2022 è stato rimpatriato il 25% delle persone che vi hanno fatto ingresso e nel 2023 il 23%. Molto più alta del dato nazionale è la percentuale di uscite per non convalida dell’autorità giudiziaria (41%) che raggiunge il picco del 53% nel 2023, dato quest’ultimo da associarsi all’elevata incidenza di donne e di richiedenti asilo trattenuti nel Cpr. Unico Cpr a poter detenere donne, Ponte Galeria registra però una percentuale di trattenute sul totale degli ingressi in costante calo fino allo 0,7% del 2023, anno in cui solo 45 donne fanno ingresso nel Cpr di Roma. 

Costi esorbitanti e gestione incontrollata. Nel giugno del 2021, la Prefettura di Roma ha pubblicato una nuova gara finalizzata all’affidamento in gestione del Cpr di Ponte Galeria, per la durata di 12 mesi. Ad aggiudicarsi la gara d’appalto è stata Ors Italia Srl, società che gestisce anche i Cpr di Torino (e fino ad inizio 2022 anche quello di Macomer) ed è stata sovente al centro delle polemiche per la scarsa qualità dei servizi di accoglienza offerti nelle strutture di cui era responsabile. La Prefettura ha ripetutamente prorogato il contratto con Ors Italia Srl, che gestisce ancora il Cpr in attesa dell’esito della gara d’appalto indetta nel luglio 2024. 

Il fenomeno della proroga indica mancata programmazione e difficoltà di reperire organizzazioni disposte ad amministrare questi luoghi.” Afferma Fabrizio Coresi, esperto di migrazioni per ActionAid, “Ci sono gestori di CPR esclusi dalle gare delle prefetture, il più delle volte a causa di illeciti e reati contro la Pubblica Amministrazione. Ma che partecipano a nuove gare e continuano a gestire CPR in altre regioni. I gestori sono sempre gli stessi. Questi enti producono un guadagno non erogando quanto previsto dal contratto e facendo leva sui mancati controlli delle prefetture. Anche per questo, visti i monitoraggi come il nostro, sono sempre meno i soggetti disposti a gestire questi luoghi, soggetti che spesso si alleano con i propri concorrenti per vincere le gare”  

Nel periodo 2018-2023, il Cpr di Roma ha avuto un pro-capite pro-die medio di euro 35,51 (39,26€ quello del 2022 e 2023), poco al di sopra del dato nazionale. Nello stesso periodo il costo complessivo della struttura è stato di oltre quattordici milioni di euro, di cui il 23% spesi per costi di manutenzione straordinaria. Quasi 6 milioni di euro il costo dell’ultimo biennio considerato, il 33,5% dei quali per manutenzioni straordinarie. Nel 2023 il Cpr di Roma è costato oltre 2 milioni e 500mila euro, per un costo medio di un singolo posto di quasi 22mila euro. Tra 2018 e 2023 il Cpr romano è secondo solo alla struttura di Torino per costi, ma nell’ultimo biennio conquista la vetta di questa speciale classifica, seguito dal capoluogo piemontese.  

Nonostante Ponte Galeria mantenga la capienza media effettiva più alta tra i Cpr di lungo corso, le elevate spese di manutenzione straordinaria registrate sono un chiaro indicatore, assieme alla continua oscillazione dei posti effettivamente disponibili nel centro, dell’invivibilità della struttura, sottoposta a continui danneggiamenti e a sistematiche ristrutturazioni straordinarie.” 

L’analisi presentata impone nuove domande all’esecutivo e agli amministratori locali. Ci auguriamo che giornalisti, società civile e decisori ad ogni livello, vogliano usare i dati messi a disposizione dando vita a un dibattito informato e auspicando la chiusura di luoghi inumani e inutili, nonché di porre fine a una politica, mai valutata realmente, che a livello nazionale porta al 10% dei risultati attesi. 

 

 

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