Roma. PCI: caro-bollette contro lavoratori, famiglie e piccole imprese
“In un anno 36% in più di distacchi delle utenze per mancato pagamento! Secondo autorevoli studi riportati su importanti giornali di economia, il 15% delle famiglie italiane e delle piccole imprese non può pagare le bollette del gas e dell’elettricità. – Denuncia in una nota il PCI Lazio per voce del Segretario Oreste della Posta e di Sonia Pecorilli, neoeletta Segretaria della Federazione di Latina – Questi mancati pagamenti equivalgono nello scorso mese di febbraio a circa 26 milioni di insoluto, pari quindi al 15,5 % . Numeri alla mano un “cliente” su sei,- quindi famiglia o piccola impresa – secondo il campione di analisi di Arte ( l’associazione degli operatori finanziari italiani che si occupano di energia ) fatica oggi a onorare il contratto di fornitura, con un incremento medio dei distacchi per morosità che è stato, sempre a febbraio, di oltre il 36% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli insoluti conteggiati sono relativi al mese di dicembre 2021. Nel mese di marzo il prezzo dell’energia, come ci è noto, ha raggiunto nuovi massimi aumenti e le conseguenze di questa impennata le vedremo solo fra due mesi. Il problema è che il consumatore non riesce ad avere una percezione immediata dell’aumento dei prezzi, come avviene per esempio con la pompa di benzina. I consumatori non sono stati informati che a marzo le bollette sono aumentate del 10% rispetto a dicembre, la popolazione non ne ha la consapevolezza. Siamo di fronte dunque ad una situazione che sta sfuggendo di mano a tutti. Le conseguenze rischiano di essere devastanti e siamo solo all’inizio. – continuano i due dirigenti comunisti – I fornitori italiani stanno cercando di tamponare il fenomeno adottando dove possibile meccanismi per favorire il rientro dei pagamenti. A oggi sono stati attivati circa 42.000 piani di rateizzazione, di cui 25.000 circa riconducibili a utenze domestiche, il resto relativi a imprese che incidono per l’80% sul valore gestito. Equivalente ad un debito di 7-800 euro in media per gli utenti domestici, e di circa 5mila euro per le partite iva e le piccole imprese. Le rateizzazioni sono una modalità prevista dal Dl Energia, e quindi già in attuazione con le seguenti criticità: da un lato abbiamo le piccole imprese che preferiscono piani di rientro personalizzati con magari periodi più lunghi, o rate più basse, e dall’altra gli operatori finanziari in difficoltà perchè non hanno la possibilità di ottenere gli aiuti messi a disposizione dal Dl Energia 2022. Rateizzare significa alleggerire il costo delle bollette, bisogna quindi intervenire per allentare la pressione, e non prolungare l’agonia. Per le imprese servirebbe allora maggiore flessibilità un conto è rateizzare i pagamenti di qualche cliente in difficoltà, un altro è andare incontro alle esigenze di migliaia. – sottolineano ancora Della Posta e Pecorilli – Siamo arrivati al limite: gli operatori non riescono a reggere al fabbisogno di denaro circolante e molte realtà che forniscono energia o gas, soprattutto quelle di una certa dimensione, rischiano il default. Nella fattura ci sono oneri vari come accise, spese di trasporto e dispacciamento che vengono incassate e girate allo Stato: servirebbe una deroga per tamponare la situazione. Un cane che si morde la coda dunque. Ci troviamo di fronte alla necessità di tutelare i consumatori e le imprese. Il PCI contesta la soluzione che il governo ha messo in campo con il Decreto Legge Energia 2022 in quanto questo non risulta essere a lungo raggio attuabile; è necessario costruire una base economica più solida cominciando a ridurre le dipendenze energetiche strategiche. Ridurre la dipendenza non tanto e non solo dal “gas russo”, ma dalla non autosufficienza strategica dellenergia. Ad esempio con grande sviluppo delle fonti rinnovabili.- concludono la nota i due segretari del PCI – Occorre difendere il reddito non ci dobbiamo dimenticare le criticità pregresse causate da due anni di pandemia devastante. E, soprattutto, dalla crisi strutturale delle economie occidentali da vari anni, che non possono essere risolte con neo imperialismi. Avere un mondo multipolare, non col dominio di qualcuno (USA) significa avere circolarità di beni, materie prime, energia. Attuare un Piano Straordinario che non sposi la logica adottata precedentemente per contrastare la pandemia, attuare una politica energetica autonoma, salvaguardare l’ambiente, così come una sovranità alimentare per rendere l’Italia più autosufficiente e meno assoggettata all’Europa ed agli Stati Uniti. A Draghi, al Governo e alla UE diciamo pensate a politiche industriali e politiche energetiche valide e non a politiche di riarmo. I lavoratori, le famiglie, gli operatori economici non vogliono pagare la crisi di un sistema (capitalistico) e la ricerca del privilegio e dell’arricchimento di pochi contro i lavoratori a cui ancora non è stato ancora consentito di recuperare una inflazione che nel nostro si è sta mangiando i salari più bassi del continente. Per questo il Partito Comunista Italiano, a fianco dei lavoratori promuove, con altri, lotte contro il Governo e cambio di sistema.”.
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