Roma. Il PCI del Lazio sulla nuova Giunta regionale: Praticamente c’è solo Rocca!
Con la seduta di ieri alla Pisana, ha preso avvio la dodicesima legislatura regionale nel Lazio. Con l’esito elettorale che ha visto la destra prevalere sulla proposta (ugualmente di destra nei contenuti) del PD, incagliato nelle secche del litigio col M5S a guida Donatella Bianchi, del resto già in fuga. La parte del leone che sbrana gli alleati in questo scenario, lo fa Fratelli d’Italia, scatenando ire e guerre intestine nelle varie realtà locali regionali. I comunisti, con l’aderenza alla realtà e consapevoli del punto di vista di lavoratori e cittadini, intanto svolgono un primo commento: “Da qualunque punto di vista la si voglia vedere – dice Oreste della Posta, segretario PCI Lazio – questa Giunta presentata dal Presidente Rocca, alla fine non ha spessore e concretezza da offrire ai problemi dei cittadini. Chi dovrebbe prevedere ad “armonizzare”, anzi vista la latitanza nazionale a “rivendicare”, un Piano industriale regionale che intervenga sulle aree produttive, o sulla ricerca, o sul comparto automotive, per promuovere lavoro? Non si vedono figure, nè sono stati mai esplicitati in campagna elettorale impegni in tal senso! Ecco perchè c’è povertà nella offerta di guida di questi settori in Giunta! Per non dire delle questioni gigantesche che riguardano l’ambiente e il grande inquinamento che grava sulla regione, dalla Valle del Sacco alla ex centrale nucleare, al megaimpianto mai riconvertito di Montalto, al pericolo incombente del megainceneritore di Pomezia/Santa Palomba. Di tutto ciò, quali grandi competenze e passioni a seguire e risolvere tali drammi ambientali e sociali, vengono messe in campo? Scarsezza. A me pare – chiude il segretario comunista – che ci sia una sorta di parallelo con la mediocrità dello stesso Governo nazionale. Dove non solo non c’è chi spicchi in un modo o nell’altro, ma non c’è neppure una valutazione da sufficienza. E ancora non ci sono i primi provvedimenti: qui siamo solo alle presentazioni!”. Dal canto suo, Sonia Pecorilli, candidata per il PCI e sostenuta da varie associazioni e comitati di lotta locali/regionali, si sente in dovere di entrare nel merito di alcune cose: “Perchè – chiede rivolta al presidente Rocca – se ritiene che lei deve essere una guida importante per la Regione e che occorre iniziare dalla Sanità, dovendo rispondere di tutte le attività regionali, non ha fatto una scelta forte per un esponente che si misuri con la sanità? A me sembra – suggerisce la risposta Pecorilli – è perchè lei non l’ha trovato tra chi l’ha sostenuto. Che lei può fidarsi solo di se stesso! E gli altri settori saranno nell’anarchia?, dovendo la sanità, come Lei ben sa, assorbire il 70% del suo tempo? Ma non basta. Rivendico il diritto di pretendere una risposta da Lei circa la territorialità del Lazio. Come sappiamo tutti, la composizione del Consiglio regionale, pur su pesi differenti, coinvolge tutte le province del Lazio. Tutte meno una? Perchè, presidente Rocca – interroga Pecorilli – se ci sono ben dieci assessori da far da esponenti anche territoriali oltre che settoriali, non c’è stato spazio per averne uno che rappresenti Viterbo? E le mille volte che avete detto “votateci che faremo il rafforzamento della linea del treno Roma /Civitacastellana/Viterbo”, ora che avete preso i voti, neppure un assessore di quella provincia a vigilare? Noi comunisti, purtroppo anche a corsa non ancora iniziata, siamo tenuti anche a futura verifica, ma non dormiamo da piedi e quel che vediamo nelle prime mosse pubbliche istituzionali, ci paiono proprio confermare il primo impatto: dietro Rocca, nulla! Ci dispiace per il cittadini e i lavoratori del Lazio. Sarà motivo in più, per noi, per costruire un ampio fronte di lotta permanente e di opposizone sociale e politica a questo vuoto che dà forza solo ai potenti di turno: padroni e politicanti”.
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