Roma, abbattimento della Tangenziale Est alla Stazione Tiburtina
Roma, abbattimento della Tangenziale Est alla Stazione Tiburtina, Legambiente “Il sacrosanto abbattimento della Tangenziale Est sia occasione per una rigenerazione green della zona. Sarebbe illogico e antiambientale se alla fine dei lavori ci ritrovassimo una strada per le automobili semplicemente ribassata”
Negli ultimi anni la zona intorno alla Stazione Tiburtina e un tratto della Tangenziale Est di Roma è stata oggetto di una profonda evoluzione con la realizzazione della nuova Stazione. Oggi inizia l’abbattimento della Tangenziale nel tratto Stazione Tiburtina-Batteria Nomentana che andrà avanti per 450 giorni.
“Il sacrosanto abbattimento della Tangenziale Est sia occasione per una rigenerazione green della zona – commentano Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Amedeo Trolese della segreteria regionale di Legambiente – alla fine di questa opera di smontaggio della Tangenziale si dovrà dare spazio ad un progetto di riqualificazione urbana in chiave sostenibile, per ripagare gli abitanti dei quartieri per i troppi anni in cui hanno vissuto tra smog, caos, traffico, rumore e degrado, subendo anche l’effetto “Isola di calore” con un aumento della temperatura fino a sei gradi in estate. Nel progetto devono trovare spazio opere rivoluzionare per Roma: barriere ecologiche contro la CO2 che separino il tratto della ferrovia dagli edifici; pista ciclabile e percorsi pedonali; aree sportive di gioco per i bambini; punti di aggregazione sociale e culturale, giardini e orti, filari di alberi all’insegna della partecipazione attiva delle persone nella gestione. Dovrebbe essere un’occasione dove mettere in atto tecniche di risparmio e riciclo dell’acqua, alimentazione da fonti alternative di energia, insomma “una grande opera” verde che diventi esempio vivente di riqualificazione urbana. Sarebbe invece illogico se alla fine dei lavori ci ritrovassimo con una strada per le automobili semplicemente ribassata rispetto a ora, corsie per macchine e niente di quello che serve e che chiedono i cittadini, e Roma avrebbe perso l’ennesima occasione di miglioramento. Il recupero green dello spazio deve diventare parte di una trasformazione culturale anche per i cittadini che non ne sono convinti, perché aumenti la consapevolezza che anche il paesaggio mutato possa essere elemento di benessere individuale e collettivo in una Capitale dove non c’è più bisogno di asfalto e auto ma di respirare”.
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