Rom e Sinti italiani
Rom e Sinti italiani – Lo struzzo italia – Leonarda Dibrani, l’adolescente rom espulsa dalla Francia e finita al centro di una polemica internazionale, è nata in Italia da madre italiana e padre kossovaro ed è vissuto a Fano fino al 2008.
Di nazionalità italiana, allora? Secondo me sì, senza dubbio. Una rom italiana?! Certo, perché rom e sinti al pari di altre etnie minoritarie, vivono nel nostro territorio da sempre; e tanto per sfatare miti che sanno di chiacchiere da quattro soldi, vivono in case vere e hanno persino lavori dipendenti. E non chiamiamoli genericamente e con disprezzo “zingari”.
Rom e Sinti si differenziano principalmente per la lingua e la provenienza: i rom in genere vengono dall’Europa dell’Est, i sinti dal Nord e dall’Ovest e hanno una lunga tradizione come circensi. In Italia gli “zingari” sono 170 mila e molti di loro sono italiani da diverse generazioni. Solo un quarto vive nei campi nomadi e sono sopratutto quei gruppi familiari che si spostano a seguito di discriminazioni, persecuzioni, e abituati a “migrare” vivono in condizione di costante precarietà. La loro condizione giuridica in Italia è assai eterogenea (cittadini italiani, cittadini di altri Stati membri dell’Unione europea, cittadini di Paesi extracomunitari, rifugiati, apolidi) e le loro pratiche ed esperienze di vita sono molto varie. Nel tempo ai gruppi rom e sinti di antico radicamento in Italia si sono affiancati gruppi giunti in differenti momenti dall’Europa centro-orientale creando un insieme altamente variegato quanto a retroterra sociale, pratiche di mobilità territoriale, inserimento economico e sociale. Ma al contrario degli altri 12 gruppi linguistici minoritari che sono stati riconosciuti con una legge del 1999 (albanesi, greci, catalani, ladini ecc), i rom e sinti per il loro nomadismo ormai quasi inesistente non sono stati mai riconosciuti come tali. Sono anni che varie associazioni anche giuridiche si battono perché vengano riconosciuti come cittadini italiani a tutti gli effetti, ma intanto perché non considerarli semplicemente persone?
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