Rohingya, Save the Children: profonda tristezza e indignazione per la morte di almeno 17 profughi
Rohingya, Save the Children: profonda tristezza e indignazione per la morte di almeno 17 profughi, bambini e adulti, a seguito del capovolgimento di una barca al largo del Myanmar
Maggio apre la stagione dei monsoni, che rende sempre più pericolose le traversate alla ricerca di una vita migliore. Necessaria una risposta dei Paesi della regione che aiuti a prevenire ulteriori perdite di vite in mare
Grande tristezza e indignazione sono stati espressi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, per la morte di almeno 17 persone, tra cui diversi bambini, dopo che sabato si è capovolta al largo delle coste del Myanmar una barca che trasportava 90 rifugiati Rohingya.
Molti dei corpi trovati senza vita erano di bambini di età compresa tra gli 11 e i 12 anni, secondo i rapporti locali. Più di 50 persone rimangono disperse.
Maggio è il primo mese della stagione dei monsoni nella regione e questo aumenta il rischio di capovolgimento per coloro che intraprendono pericolosi viaggi per mare alla ricerca di una vita migliore. Centinaia di Rohingya sono morti in simili incidenti in barca negli ultimi anni, ricorda Save the Children.
“Questo dovrebbe essere un campanello d’allarme per tutti noi. La lunga persecuzione del popolo Rohingya ha ora mietuto nuove vittime innocenti, tra cui anche bambini. Le passate esperienze di violenza, così come la povertà e l’insicurezza, spingono le famiglie Rohingya a compiere questi viaggi mortali in mare alla ricerca di una vita migliore. Queste traversate sono estremamente pericolose e coloro che fuggono rischiano la morte, gravi danni fisici e mentali e la malattia. La necessità di garantire che i Rohingya siano al sicuro, rispettati e protetti è più urgente che mai. I Paesi della regione dovrebbero sviluppare un sistema per monitorare i movimenti delle barche dei profughi e rispondere rapidamente per prevenire ulteriori perdite di vite umane in mare. Dovrebbero quindi garantire che i loro diritti di rifugiati siano rispettati. Senza questo, è difficile vedere come la prossima generazione di bambini Rohingya possa avere un futuro in cui siano al sicuro, protetti e i loro diritti siano tutelati” ha dichiarato Sultana Begum, Regional Humanitarian Advocacy and Policy Manager di Save the Children.
Save the Children è una delle principali organizzazioni internazionali che lavorano nel distretto di Cox’s Bazar in Bangladesh. Save the Children sostiene i bambini rifugiati Rohingya e le loro famiglie nell’accesso a istruzione, salute e nutrizione, cibo, acqua, alloggi e servizi di protezione dei più piccoli. Da quando è iniziata la risposta nel 2017, sono stati raggiunti più di 600.000 rifugiati Rohingya, inclusi 462.785 bambini.
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Tel. 06-48070071/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
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