Rogo di Prato: sette persone morte di razzismo e sfruttamento
A Prato, da anni, è davanti agli occhi di tutti, istituzioni comprese, la grave situazione di sfruttamento e condizioni invivibili cui sono costrette migliaia di donne, uomini, bambini provenienti dalla Cina.
Nulla è stato fatto per impedire una tragedia che, purtroppo, potrebbe ripetersi in ogni momento.
I controlli, quando ci sono, anziché colpire alla radice il fenomeno di super sfruttamento ai danni di tanti esseri umani da cui traggono enormi benefici e ricchezze imprenditori, grandi marchi, catene di commercio indistintamente italiani o cinesi o di altre nazionalità, si accaniscono su coloro che dopo tante sofferenze e pene vengono espulsi dall’Italia in quanto privi di permesso di soggiorno. Subito gli sfruttatori li rimpiazzano con altri esseri umani da sfruttare a ciclo continuo.
Ipocritamente i governanti nostrani hanno provato ad addossare tutte le responsabilità dell’accaduto su quanti, fra i cinesi, comandano il sistema di sfruttamento sui loro connazionali, mostrando stupore che esistano situazioni produttive tanto degradate in Italia. Ignorando o facendo finta che le responsabilità sono molto più ampie, poiché derivano da un sistema economico ingiusto e feroce che sta bene a tanti. Ignorando o facendo finta che l’Italia è terra di sfruttamento per antonomasia sul lavoro. Non è in questo paese che muoiono tre persone al giorno nei luoghi di lavoro ? Il paese della strage alla Thissen Krupp ? Il paese dell’Ilva di Taranto e di imprenditori rapaci come i Riva ? Delle migliaia di schiavi nei campi di raccolta agricoli ?
In questo co
ntesto, ultimi fra gli ultimi, gli immigrati specie se senza permesso di soggiorno diventano i più esposti al rischio, al ricatto, allo sfruttamento da parte di gente senza scrupoli in nome del dio denaro.
La soluzione non può essere unicamente aumentare le ispezioni sui posti di lavoro ma affermare una cultura e pratica della solidarietà. Partiamo dal riconoscimento che siamo tutte e tutti esseri umani, qualunque sia la nostra provenienza. Aiutiamo chi sta peggio, accogliamo l’altro, impegniamoci affinché tutte e tutti siano tutelati, rispettati nella propria dignità, salute e sicurezza.
Se siamo solidali, non indifferenti. Se ci aiutiamo e proteggiamo reciprocamente.
Se rifiutiamo le logiche del profitto a tutti i costi, del guadagno a scapito del bene delle persone.
Se capiamo come e da chi, a quale prezzo è stato realizzato un determinato prodotto.
Se cerchiamo lo sguardo di chi parla un’altra lingua.
Se proviamo a conoscere e incontrare l’umanità ricca e variegata che è già fra noi.
Assieme, non da soli, possiamo cercare e scegliere il bene comune possibile.
Siamo solidali con i familiari e gli amici delle vittime, con quante e quanti costretti a vivere dure condizioni di sfruttamento.
Accoglienza, Benvenuto, Comunanza.
E’ l’ABC della speranza per costruire adesso una vita migliore.
5 dicembre 2013. il CSA di Zagarolo e dintorni
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