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Roghi tossici campo Rom “La Barbuta”: richiesta applicazione art. 3 co. 2 della legge 6/2014 Terra dei Fuochi

Ottobre 24
16:29 2017

 

Da tempo, ormai, ci siamo abituati ad osservare quello che accade nel panorama politico italiano, sia nazionale che locale, considerandolo come normalità. Non distinguiamo quasi più il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Tra tutti gli eventi che si sono verificati in questi ultimi anni, forse, quello più emblematico è stato lo scandalo di Mafia Capitale, vortice di corruzione, malaffare e soprusi che ha coinvolto, tra le altre, anche una delle parti più deboli della nostra società: le popolazioni Rom.
La ghettizzazione, la povertà, l’emarginazione di queste popolazioni sono state utilizzate e sfruttate da un’organizzazione mafiosa che ha saputo lucrare sulle loro spalle e su quelle di tutti i cittadini, che ne hanno dovuto subire inconsapevoli le conseguenze.
“La Barbuta”, il Villaggio della Solidarietà, sulla cui storia ci sarebbe tanto da dire con i suoi 656 ospiti di cui 322 minori, è ormai balzato da tempo agli onori delle cronache della Capitale e dei territori limitrofi soprattutto per l’aumento dei roghi tossici che negli ultimi tempi sono ormai divenuti tanto frequenti da essere quasi quotidiani. L’insofferenza degli abitanti del VII Municipio di Roma e del Comune di Ciampino è giustamente al culmine, sia per la preoccupazione riguardante i danni alla salute che i roghi provocano, sia per la sfiducia nel vedere che continua a non esserci soluzione né giustizia per quanto accade. Tutto ciò ha costituito un buon “humus” per le speculazioni politiche di partiti e/o personaggi legati alla vecchia politica, proprio quella colpevole di tutto ciò e che ora si scaglia contro la giunta Raggi, accusandola di non aver risolto ancora il problema.
Vogliamo spiegare ai cittadini, invece, quanto e cosa la Giunta Capitolina e il VII Municipio di Roma abbiano fatto e stiano ancora facendo. Vogliamo raccontare degli sforzi enormi profusi per trovare soluzioni e dei progetti avviati che mirano ad una risoluzione umana, civile e definitiva del problema.
Innanzitutto la questione deve essere esaminata ed affrontata su due piani separati:

  • Il superamento progressivo e definitivo dei campi, che necessita di tempi lunghi;
  • il blocco dei roghi tossici che richiede misure immediate e drastiche.

Per quanto riguarda il superamento dei campi, lo scorso luglio l’Amministrazione Capitolina ha pubblicato il Bando per l’attuazione del Piano di Superamento dei campi Rom “La Barbuta” e “Monachina”. L’impegno di spesa ammonta a 2,268 milioni di euro: 1,570 milioni di euro per La Barbuta e 698 mila euro per Monachina (si tratta di soldi erogati dall’Unione Europea a destinazione vincolata ossia non potrebbero essere spesi per altri scopi, risorse finanziarie utilizzate tramite i Pon Metro 2014-2020).
Il piano per la chiusura dei campi Rom sta provocando numerosi malumori. Il motivo è semplice: si mette fine ad un meccanismo che, per anni, ha giovato a molti sia a livello elettorale che in termini economici. Si tratta di un progetto arduo e complicato, ma l’unico possibile, l’unico attraverso il quale si può mettere fine a questa disastrosa situazione.
Contemporaneamente, al contrario di quanto molti avvoltoi politici vorrebbero far credere ai cittadini, si stanno prendendo misure concrete anche per quanto riguarda la questione dei roghi che, va ricordato, sono alimentati non solo dai residenti dei campi Rom, ma anche da tutti quei cittadini che utilizzano questo metodo di “smaltimento” illegale per evitare i costi di discarica. La situazione è molto complicata, infatti, dobbiamo chiarire che i roghi tossici sono veri e propri reati penali e come tali vanno trattati: art. 256-bis combustione illecita di rifiuti, e l’art. 674 del Codice Penale . In quanto reati la competenza non può dunque essere imputata alla Giunta Capitolina ma alle autorità competenti: il Prefetto e le forze dell’ordine. Bisogna aggiungere, inoltre, che nella Capitale sono state individuate ben 120 discariche abusive e il Comune ha già impegnato ingenti risorse (circa 2 milioni e mezzo di euro) per bonificare circa 60 siti e sta reperendo risorse per completare le restanti bonifiche. È stato calcolato che per bonificare l’area del campo ” la Barbuta” servono circa 900.000 euro ed il Comune non ha risorse economiche e umane sufficienti per fronteggiare, da solo, questa problematica.
Lo scorso 1° agosto 2017 il Presidente del VII Municipio di Roma, Monica Lozzi e il Sindaco di Ciampino Giovanni Terzulli hanno inviato una richiesta congiunta di intervento immediato indirizzata al Presidente della “Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie” On. Andrea Causin e al Ministro dell’Interno Marco Minniti, chiedendo la costituzione di un tavolo inter istituzionale che svolga gli stessi ruoli di quello previsto e creato per l’emergenza della “terra dei fuochi”. Si è chiesto anche di valutare la possibile applicazione dell’art. 3 co. 2 della Legge n. 6/2014 (Terra dei Fuochi) per l’utilizzo delle Forze Armate per operazioni di controllo del territorio per mettere fine al fenomeno dei roghi tossici.
Una cosa, quindi, è chiara: siamo di fronte a un’emergenza talmente grave e complessa che non può essere affrontata e risolta dalla Giunta Capitolina in maniera isolata, ma è indispensabile che ora, dopo aver individuato definitivamente quali sono i mezzi necessari e soprattutto quali sono le autorità che devono intervenire, ci si coordini per risolvere definitivamente il problema. Nel frattempo ci auguriamo che l’utilizzo discriminatorio e strumentale della vicenda da parte delle forze politiche tutte, si ridimensioni, dimostrando per la prima volta dopo decenni un minimo di rispetto per tutti i cittadini coinvolti in questa triste questione, che sebbene sarà risolta resterà impressa nella memoria collettiva.
Continueremo il nostro lavoro e informeremo costantemente i cittadini sugli sviluppi che ci saranno.

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