Notizie in Controluce

Il 20 febbraio si è tenuta una conferenza cittadina sul tema “tempio crematorio”. Non è certamente l’amministrazione a indire la conferenza, bensì il comitato per promuovere il referendum abrogativo. Se ritenete questa premessa ambigua, proviamo a fare chiarezza.
Il 26 gennaio 2016 il Consiglio Comunale delibera la costruzione di un tempio crematorio all’interno del cimitero comunale di Fontana Chiusa. Tutto normale, la cremazione è riconosciuta dallo stato e dalla religione cattolica (maggioritaria nello stato italiano), i favorevoli sono la maggioranza (che ritenendo di aver vinto le elezioni ritiene di avere il diritto di decidere qualsivoglia indirizzo) con i due voti dell’opposizione, Zorani e Fioritto (verdi-sel). Unica voce contraria dei consiglieri Pucci (cinque stelle), Mastrella e Vinci (lista civica la voce).
Il fatto: è prevista la costruzione di un tempio crematorio di “tipo industriale”, per soddisfare le necessità (in sintonia con altre strutture) delle provincie di Roma, Latina e Frosinone. Praticamente un impianto in grado di soddisfare un’utenza di circa sei milioni di abitanti per un utilizzo giornaliero di un minimo di sei cremazioni. Essendo un investimento privato mirato al profitto, con un notevole investimento e sfruttamento trentennale, è lecito supporre un innalzamento del numero delle cremazioni.
Le motivazioni della maggioranza sono: l’opera del valore di tre milioni di investimento porterà lavoro (per il funzionamento sono previste l’impiego di tre persone altamente qualificate) e un aumento del turismo (su questo ognuno decida la sua interpretazione).
Oltre all’opposizione dei tre consiglieri, si è spontaneamente formato un comitato, il cui indirizzo è quello di dare via ad un referendum per l’abrogazione della delibera comunale. Questo obiettivo ha portato alla conferenza cittadina convocata il giorno 20 febbraio, ritenuta necessaria per chiarire cosa è stato deliberato e quali le conseguenze per il territorio ed i cittadini. Affinché il referendum possa essere ammesso, necessitano il 10% delle firme di cittadini residenti aventi diritto di voto, ovvero circa 1000 firme. Alla conferenza si è avuto un afflusso di cittadini insperato anche dagli stessi organizzatori, i quali hanno comunicato che il tempo per le firme è di 90 giorni. La raccolta delle firme sarà effettuata il giovedì al mercato a Rocca Priora e la Domenica al mercato di Colle di Fuori. È possibile firmare nei giorni lavorativi al comune presso il Segretario Comunale.
Ciò premesso analizziamo la conferenza cittadina. Come già detto la partecipazione ha superato le aspettative, facendo sì che l’aula consiliare e lo stesso comune non siano stati in grato di permettere il flusso dei cittadini presenti.
Le ragioni dei consiglieri contrari e del comitato sono: progetti di questo impatto devono prevedere una consultazione cittadina ed una trasparenza amministrativa; non vi sono studi di impatto ambientale (l’area è soggetta a vincoli ambientali inerenti il Parco dei Castelli Romani) e per la salute dei cittadini; a meno di 1 km nel cimitero di San Cesareo sarà istallato un tempio crematorio, così come prevede un progetto per il comune di Gallicano nel Lazio (strana concomitanza di progetti a breve distanza l’uno dall’altro); la realizzazione è di un impianto sovradimensionato per le esigenze del paese, dove i benefici per i cittadini sono di natura trascurabile; il consigliere Pucci ha espresso la possibilità che un eventuale forno crematorio possa interessare un accordo con i paesi limitrofi, sia per dislocazione che per le necessità della nostra zona; altra negatività è la presenza di un bitumificio, non molto distante, nella zona industriale di San cesareo con presenza di fumi inquinanti.
Le motivazioni riportate sono state espletate dai relatori, siano essi politici o sociali, ponendo a lato l’appartenenza ad organizzazioni partitiche diverse. Il professor Andretta (docente di fisica applicata alla Hyperion University) nel suo intervento ha posto in evidenza i contenuti inerenti il campo tecnico – scientifico del complesso, ha posto l’accento sulla mancata trasparenza tra amministrazione e cittadini e l’incongruità del rapporto territoriale in contrasto con il Parco dei Castelli, rilevando l’abnormità del rapporto necessità – struttura. Altri interventi dei cittadini si sono allineati pienamente concordi al tema della conferenza, in alcuni casi sono scivolati nel più semplice populismo di acclamazione, perdendo, a volte, il filo conduttore e critico inerente l’edificazione del tempio crematorio.
Nell’ambito della conferenza sono stati segnalati argomenti rilevanti, passati come pura comunicazione, poco approfonditi dai relatori e non percepiti dai cittadini.
La rilevanza della mancata trasparenza amministrativa relativa alla comunicazione con i cittadini (non solo per questo argomento, bensì riguardante decisioni strutturali del nostro paese), gli interessi economici sociali ed individuali che coinvolgono la costruzione di un complesso industriale per la cremazione e la reale necessità della collettività (visti gli appalti degli ultimi anni si corre il rischio di un indirizzo unilaterale). Una semplice informazione presso le agenzie funebri di Rocca Priora ci fornisce i numeri, sono sei le cremazioni dell’anno trascorso effettuate da una agenzia, volendo considerare ulteriori agenzie potremmo trovarci a dieci o poco più. È difficile capire la necessità di una struttura industriale, salvo immaginare il costante difetto della politica italiana.
È stata segnalata la presenza di un bitumificio nella vicina zona industriale di San Cesareo, nessuno ha chiarito eventuali iniziative sociali o politiche inerenti la difesa della salute pubblica, sarebbe interessante sapere la posizione e le iniziative dei partiti, prese per la difesa della salute dei cittadini.
La raccolta delle firme ha iniziato il suo corso, come ben ricorda il comitato, in caso di accettazione del referendum l’espressione dei cittadini dovrà essere: “SI all’abrogazione della delibera del consiglio comunale inerente la costruzione di un Tempio Crematorio”. La maggioranza politica dichiarerà le sue motivazioni per il NO. Ai cittadini deve essere data la possibilità di esprimersi su un argomento strutturale del futuro che riguarda ambiente e salute.