Rocca Priora: acqua, un problema irrisolto
In gennaio l’ACEA eseguiva un collegamento tra due condotte tra via dei Savelli e via Vecchia della Fontana. L’obiettivo, presunto, doveva servire per risolvere il problema della mancanza d’acqua nei fine settimana dei condomini di Via Fontana Maggiore.
L’operazione non ha sviluppato il risultato “programmato” dall’Amministrazione e da tecnici ACEA. Chi abbia usufruito di un miglioramento per questo collegamento non è dato sapere, l’unica certezza è che i condomini di Via Fontana Maggiore continuano a non avere acqua nei fine settimana. Vi è anche un’altra certezza, Tecnici ACEA ed Amministratori continuano a non capire il reale problema, inventando aumenti di pressione nelle condutture (praticamente inutili), inviare tecnici per verificare la pressione sui contatori o continuando a vendere fumo di interesse per la risoluzione del problema escludendo l’unica soluzione del problema.
Alla fine degli anni ’50 R.P. centro urbano terminava dove oggi vi è la piazza di Padre Pio. Li terminava la condotta realizzata negli anni precedenti (non ne conosco la data). A partire dalla fine degli anni ’50 ed inizio ’60, è partito uno sviluppo urbano per un servizio a diverse centinaia di abitazioni. Qualcuno ha provveduto a realizzare una condotta attinente allo sviluppo urbanistico? Negli anni ’80 / ’90 si sono ulteriormente moltiplicati palazzi e lottizzazione su Via Fontana Maggiore e strade laterali. L’urbanizzazione ha progettato nuove condotte? Non sia mai. Tutto è collegato alla condotta degli anni ’50 zona Padre Pio (che purtroppo non fa miracoli con l’acqua).
Come si evince la soluzione inerente i condomini, che per primi sono stati costruiti nel fine anni ’50 e primi ’60, è molto semplice: SERVE UNA NUOVA CONDOTTA IN GRADO DI SODDISFARE LE ESIGENZE VERIFICATESI CON L’AUMENTO DELLE ABITAZIONI E DEI RESIDENTI.
Tutte le altre iniziative sono fumo negli occhi, mancanza di scelte politiche amministrative, disinteresse del gestore acqua ACEA ATO 2 per investire in nuove condotte e nei confronti di cittadini che continuano a pagare bollette salate per un servizio pessimo e scadente. Nel contesto di questo disservizio segnalo la forte presenza di terriccio per una cattiva decantazione o filtraggio, costringendo i cittadini a ricorrere all’acquisto di acqua in bottiglie. L’amministrazione ed il gestore HANNO L’OBBLIGO GIURIDICO E PENALE DI FORNIRE AL RUBINETTO ACQUA POTABILE.
Molto probabilmente sta terminando il periodo delle richieste e del dialogo con Amministratori e Gestori. I condomini devono ricorrere ad una denuncia alla Magistratura sia per il servizio idrico sanitario non conforme, sia per interruzione di pubblico servizio e per oneri richiesti per un servizio inesistente.
Gelsino Martini
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