ROCCA DI PAPA: PRESENTATO DALL’ANPI IN BIBLIOTECA IL LIBRO DI UGO MANCINI
Un Trilussa che da poeta spiritoso, ironico, pungente e caustico nel suo dialetto romanesco si trasforma in un autore del quale viene messa in analisi, si fa per dire, l’attività cerebrale: proprio questo il tema dell’incontro che oggi 25 maggio si è svolto nella biblioteca comunale di Rocca di Papa, introdotto dalla Segretaria della Sezione Giorgio Amendola dell’Anpi, Graziella Amenta.
Trilussa, l’antifascista cerebrale – Ed. Infinito 2022: questo il titolo del nuovo libro di Ugo Mancini, docente di storia e filosofia e studioso del fascismo grazie al quale ha preso spunto un’interessante conferenza, avviata e presieduta da Gino Candreva, storico e collaboratore del Museo della Liberazione di Via Tasso. L’originale formula che dà senso al titolo, vien presa da una definizione di Elvira Gottardi, una delatrice che tale lo definì all’occhiuta e sospettosa polizia dell’epoca, descrivendolo come colui che dava voce ai senza voce.
Profondo pacifista, Carlo Alberto Camillo Salustri – il vero nome del poeta romano, castellano di origine – era antirazzista, coerente con i propri principi basati sul libero pensiero: nei suoi versi utilizzava la satira per sottolineare in modo sottile i limiti dell’ideologia e della politica nel periodo del Ventennio.
Una serrata corte gli venne fatta dal Fascismo – molti suoi estimatori erano alti esponenti della corrente politica dell’epoca-, lo stesso Mussolini tentò di tirarlo dalla sua parte: Trilussa, recitando versi datati in periodi non sospetti riusciva a far sì che, pungenti arrivassero, in modo elegante e ironico, sottili, ma incisive critiche e dissensi alla gestione politica del regime. Era un personaggio di fama mondiale, il nostro poeta romanesco e il fascismo e non riuscì a impedire uscissero sue opere – punizioni riservate ai letterati che non s’allineavano al pensiero dominante -, pubblicazioni edite tra l’altro da Mondadori, Casa editrice uniformata al regime.
Il nostro autore dialettale non ricevette mai sovvenzioni, onorificenze, riconoscimenti… la sua vita dispendiosa, nonostante non avesse grandi risorse economiche, lo condusse a una vecchiaia vissuta con stenti, eppure mai la sua elegante signorilità venne meno e la nomina a senatore nel 1950 lo colse in vita poco prima lasciasse questa terra…
Eppure di lui, poeta romanesco, ammiriamo l’aplomb, lo stile, l’arguzia e un’onestà intellettuale che non tutti i letterati dell’epoca seppero dimostrare.
Con la lettura del libro di Ugo Mancini si delineerà una vera guida al pensiero libero e all’integrità morale e spirituale di Trilussa, svelata leggendo i suoi ironici versi, sapientemente messi in riferimento dall’autore – storico attento e documentato – alle vicende del passato e all’indottrinamento programmato nel Ventennio: per il lettore, un vero stimolo alla riflessione riguardo la correttezza intellettuale e l’onestà nella coerenza del rispetto di leggi non scritte che fanno dell’uomo, vero costruttore di pace e civiltà.
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