Rocca di Papa: omaggio a Umberto Bindi dai Cavalieri dell’Orcatura
Han voluto dedicare la conclusione del loro percorso, per questa fortunata stagione, a un cantautore tanto sfortunato quanto straordinario: Umberto Bindi. Stiamo parlando de I Cavalieri dell’Orcatura formati da Franco Antonucci, Lorena Gatta, Massimo Onesti, Assy Serafini e Artisiano D’Ambrogio che, con la regia di Paolo Vinciguerra, il 30 maggio nella biblioteca di Rocca di Papa hanno illustrato a un selezionato pubblico, la vita di un cantautore ingiustamente dimenticato: “Umberto Bindi. L’usignolo-cicala di via delle Barozze”.
Un genovese, Bindi, vissuto anche a Rocca di Papa, proprio in quella via ch’è citata nel titolo dell’evento, un luogo nel quale ha vissuto una delle tragedie più dolorose della sua vita: la scomparsa di sua madre colpita involontariamente da un proiettile sparato durante un tiro al bersaglio da Ulderico Bippi, arrestato poi per omicidio colposo.
Nato A Bogliasco vicino a Genova nel 1932, insieme a Gino Paoli, Fabrizio De André e Luigi Tenco Umberto Bindi è stato uno dei quattro maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori, un nucleo di artisti che ha rinnovato profondamente la musica leggera italiana, ha esordito Franco Antonucci, continuando poi a descrivere la melodia e gli arrangiamenti originali che facevano parte del suo elegante e raffinato repertorio. Bindi infatti aveva studiato al conservatorio e conosceva molto bene la musica classica. I primi successi lo rendono famoso già nel 1959 con Arrivederci e Il nostro concerto nel quale, con un’introduzione strumentale lunga più di 70 secondi, mette a frutto il suo virtuosismo musicale.
Negli Anni ’60 il suo successo straordinario viene declassato dai giudizi di un’Italia ipocrita e puritana, scandalizzata dalla diversità che Bindi vive, pur con riservatezza, ma quasi scusandosi con il suo pubblico che tuttavia non perde occasione per processarlo, emarginandolo.
Malignità e cattiverie lo piegano sempre di più moralmente, nonostante i successi travolgenti come Il mio mondo scritta da Gino Paoli, tradotta e interpretata da grandi interpreti come Dionne Warwick, e Tom Jones e presentata in Australia, Belgio, Messico, Olanda, Sud Africa e Regno Unito. Nelle versioni francese e spagnola, entrambe cantate da Richard Anthony, raggiunge anche il primo posto in Francia e Spagna.
Altri successi straordinari di Bindi, La musica è finita scritta con Franco Califano e interpretata dalla grande Ornella Vanoni; Io e la musica con il testo di Bruno Lauzi riveleranno il potere lenitivo della musica stessa che accarezza e affievolisce i dolori dell’anima, ma il vento racconta alle nuvole pensieri e storie senza miracoli…
Con Un uomo solo Umberto Bindi conferma la sua alta sensibilità musicale, ma nonostante la sua raffinata bravura, egli incontrerà sempre maggiori chiusure in un ambiente musicale, nel quale non solo non verranno valorizzate le sue doti straordinarie, ma si lascia serpeggi l’ingiusta discriminazione verso la sua omosessualità. Una solitudine che scivola nell’indifferenza e fa male quando si cerca amore, ma resta il silenzio del pensiero…
Il cantautore si rassegnerà a esibirsi in locali minori o sulle navi da crociera. Dopo la tragedia della morte della mamma, travolto dai debiti si lascerà andare sempre di più, anche se amici come Paoli, Lauzi proveranno ad aiutarlo, come anche Califano, la Berti e la Zanicchi che interpreteranno i suoi brani.
Purtroppo il declino è irrimediabilmente segnato e le porte si chiuderanno a ogni suo tentativo di risalire la china con iniziative nelle quali erano coinvolti anche Renato Zero e Pippo Baudo.
Si ritirerà a Bracciano, con il suo pianoforte Bindi, continuerà a indebitarsi con gli usurai e i progetti che gli amici continueranno a proporre in suo aiuto, falliranno miserabilmente.
Lo sfortunato cantautore morirà nel 2002 allo Spallanzani di Roma dopo aver vissuto in dignitosa povertà i suoi ultimi anni, precedendo di poche settimane l’intervento della Legge Bacchelli, promossa da Gino Paoli, a sostegno degli artisti.
Nel corso della serata la voce di Assy, accompagnata dalla chitarra di Artisiano ha condiviso con il pubblico l’emozione dei brani dello sfortunato artista: ed ecco Il nostro concerto, La musica è finita, Il mio mondo; straordinario l’assolo di Artisiano con la sua chitarra in Io e il mare non si sa più se val la pena di lasciarsi andare, come il mare… Vibranti e cariche di emozione le voci di Massimo Onesti e Lorena Gatta che hanno declamato con espressiva convinzione e condivisione le profonde parole dei brani musicali dell’autore, ai quali hanno voluto accompagnare loro componimenti poetici sulla fragilità e la decadenza…
Inevitabile non rievocare le nostre debolezze che portano alla rassegnazione e alla delusione d’un avverso, implacabile destino.
Si riflette con amarezza pensando all’impari forza che cede al protrarsi delle sconfitte, delle ingiustizie minate da un giudizio crudele che spezza ogni spinta a reagire: tutto ciò, nonostante la profonda sensibilità di un animo, al quale la musica tanto aveva donato, arricchendo nel profondo, ma lasciando tuttavia vulnerabili interstizi, nei quali la cattiveria e la maldicenza, infiltrandosi, hanno reciso quella trama di bellezza e innocenza che la musica aveva tessuto nel sensibile mondo di Umberto Bindi.
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