ROCCA DI PAPA: OMAGGIO A GIORGIO GABER NELLA BIBLIOTECA COMUNALE
Vorrei essere libero… chi non lo vorrebbe? Chi pensa di non esserlo se non è in prigione, se può uscire, fare la spesa, scegliere la scuola per i figli, andare al cinema, a fare una passeggiata, incontrare gli amici… e tante altre belle cose o attività che fanno parte del nostro esistere quotidiano.
Eppure… eppure c’è stato qualcuno che ha scritto, come Giorgio Gaber – il signor G – una canzone intitolata proprio “La libertà” nel 1972. Anni luce fa, se pensiamo a quanta acqua “di storia, di modernizzazione, di sconvolgimenti politici, di informatica, di comunicazione…” è passata e continua a passare sotto i ponti.
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero…
Vorrei essere libero come un uomo
…con la propria fantasia
E che trova questo spazio
Solamente nella sua democrazia
Che ha il diritto di votare
E che passa la sua vita a delegare
E nel farsi comandare…
Vorrei essere libero come un uomo..
…Con la propria intelligenza
E che sfida la natura
Con la forza incontrastata della scienza
…E convinto che la forza del pensiero
Sia la sola libertà…
(Giorgio Gaber)
Solo poche strofe… ma non basta illudersi di essere liberi senza una vera condivisione – libertà è partecipazione – cantava Gaber offrendo su un piatto d’argento, con i suoi versi accompagnati dalla musica, tutte le illusioni e disillusioni che venivano dalla convinzione di una libertà fatta di ideologia, di un indifferente delegare, di una democrazia teorica… e quella partecipazione fatta di lettere scritte una dopo l’altra senza consapevolezza e impegno, passiva condizione d’esser parte di un gruppo sociale…
Era un punzecchiare con il sorriso sulle labbra, con toni gentili, con garbo e porgere a chi lo ascoltava una riflessione profonda che sottintendeva coinvolgimento in una collettività che deve crescere e migliorare l’esistenza di tutti…
Una delle tante riflessioni scaturite durante l’Omaggio dedicato a Giorgio Gaber, organizzato ed elegantemente curato nei dettagli dall’Associazione Artisti da Salotto APS che il 17 febbraio, nell’accogliente Sala di lettura della Biblioteca di Rocca di Papa – alla presenza della nostra bibliotecaria Rosita Millevolte e Rossella Fiore -, ha intrattenuto in modo piacevolissimo quella che avrebbe dovuto essere una selezionata platea e che invece s’è rivelata molto più partecipata del previsto.
Con la sapiente regia di Irene Romalli, Marcella Mastrofini, Sandro Gallo e Franco Colella hanno interpretato cantando, suonando e recitando alcune tra le più significative opere del grande cantautore italiano del quale ricorre quest’anno il ventennale della scomparsa: Torpedo blu, Il minestrone, Un’idea, Quasi quasi mi faccio uno shampoo, Una sedia da spostare, Far finta di essere sani… solo alcuni tra i brani interpretati con grande maestria e molto apprezzati dal pubblico, con l’invisibile compagnia del grande autore e interprete anche teatrale, che sembrava ammiccare tra noi tutti, con le sue provocazioni e originali riflessioni d’una cultura che doveva essere sempre al servizio di un pensiero non asservente.
La serata è volata, grazie all’abile leggerezza degli interpreti che da diversi anni offrono la loro arte prediligendo testi teatrali di “nicchia” ricreando l’intimità di un salotto nel quale poter interagire con il ricercato pubblico presente. Vantano tra i loro trascorsi, spettacoli dedicati a Eduardo de Filippo e Pino Daniele, Luigi Pirandello, Franca Valeri, Luigi Cirilli, Stefano Benni…
Che bello è stato ieri tornare a casa con la Torpedo blu, investiti di Illogica ( ma giustificata) allegria, ricercando Un’idea e ricordando prima di andare a dormire di farci Uno shampoo…
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