Rocca di Papa: in biblioteca primo incontro 2025 dei Martedì delle scrittrici con M. P. Santangeli
Si è svolto il 14 gennaio nella biblioteca di Rocca di Papa, accolti dalla Direttrice Rosita Millevolte, il primo incontro del IV ciclo dei Martedì delle scrittrici con Maria Pia Santangeli, in collaborazione con l’Associazione culturale L’Osservatorio: “Clara Maffei e al suo salotto letterario negli anni della resistenza 1849-1959, l’amicizia con G.Verdi e l’amore con il giornalista C. Tenca”.
Con lei Lorena Gatta, Mario Giovanetti e Vincenzo Rufini che hanno sottolineato con letture scelte, momenti tra i più significativi della presentazione di questa figura aristocratica legata al Risorgimento italiano: ripercorsa la sua vita di figlia, moglie, madre, abile salottiera che accolse nel suo Circolo letterario personaggi importanti dell’arte, della musica, della letteratura in un periodo di presa di coscienza patriottica italiana.
Presto i suoi genitori, il conte Giovanni Battista Carrara-Spinelli e la madre Ottavi Gàmbara si separarono quando lei aveva poco meno di dieci anni e, affidata a un’amica di famiglia, contessa Mosconi, a Verona studiò in collegio. Dopo la morte della madre tornò a Milano dal padre per completare gli studi e sposò giovanissima, il poeta Andrea Maffei. Tra loro una differenza di età significativa, sedici anni: presto egli prese a trascurarla, frequentando altre donne e salotti. La figlia Ottavia – le era stato dato il nome della nonna – presto morì a soli nove mesi, facendo cadere la Maffei in un grave stato depressivo.
Nel tentativo di risollevarla il Maffei invitò nella propria casa poeti e intellettuali tra i più famosi, come Tommaso Grossi e Massimo D’Azeglio e proprio quei primi incontri diedero origine al Salotto Maffei. Tra i frequentatori Francesco Hayez che realizzò un bel ritratto della contessina, perfetta e amabile padrona di casa nel suo salotto, che si arricchì di tante altre presenze intellettuali, messe a proprio agio nelle conversazioni e riflessioni scaturite durante gli incontri.
Il romanziere francese Honoré de Balzac frequentò il salotto, anche come amico di famiglia e intrattenne un’assidua corrispondenza con la giovane padrona di casa, alla quale dimostrò una sincera amicizia. Anche il compositore Franz Liszt, venne accolto nel salotto pur se accompagnato da una nobildonna che per lui aveva lasciato la sua famiglia. Nel 1842 l’incontro con Giuseppe Verdi che in quel periodo stava riscuotendo un grande successo alla Scala con il Nabucco. Anche Verdi, amico di Clara e Andrea, fu loro vicino quando i due coniugi nel 1846 si separarono, mediando tra essi il non facile periodo del loro decaduto ménage, suggellato formalmente davanti a un notaio, dopo l’incontro di Clara con il patriota Carlo Tenca, con il quale lei instaurò una profonda relazione.
Il salotto della Contessa Maffei non risentì, come ella temeva, dei giudizi dei benpensanti: fulcro di riflessioni, dopo l’elezione di Pio IX, l’animo dei patrioti si riempì di coraggio e speranza. Inneggiato dagli Italiani anche durante alcune funzioni religiose (Viva l’X con l’un de drio, de l’augellin che fa pio pio) il riferimento alla figura del Pontefice creava disordini, come pure lo sciopero attuato dalla popolazione, del fumo e del Gioco del Lotto: agli scontri seguirono gli arresti, anche di alcuni salottieri e le dame, riunite da Clara si mossero per aiutare le famiglie dei patrioti.
Con le Cinque giornate di Milano, Radetzky fu costretto a lasciare Milano con le sue truppe e gli arrestati vennero rimessi in libertà. Continuava l’opera benefica della Maffei che portava con altre dame dell’aristocrazia aiuti materiali e morali alle famiglie dei feriti.
Con la partecipazione di Carlo Cattaneo, Emilio ed Enrico Dandolo, Carlo De Cristoforis, Emilio Morosini e altri, il salotto svolgeva un importante ruolo politico. Tornò Radetzky a Milano attuando una feroce repressione e lo stesso Tenca lasciò Milano per la Svizzera, accompagnato dalla Maffei. Là incontrò Giuseppe Mazzini, ma restò delusa dalla sue idee lontane dal popolo, rivolte a intellettuali, troppo cariche di idealismo, non recepite da tutti.
Tornato in Italia, Tenca nel 1850 fondò Il Crepuscolo, Rivista settimanale di scienze, lettere, arti, industria e commercio, con l’obiettivo di spronare anche i ceti più umili alla riscossa contro lo straniero. Nel Salotto altri nuovi patrioti attivi si unirono ai frequentatori e molti collaborarono al giornale di Tenca.
Intanto i patrioti e la stessa contessa iniziarono a vedere nei Savoia un nuovo indirizzo di riscossa, abbandonando le idee mazziniane e si creò con Giovanni Visconti Venosta un tramite tra il salotto e Cavour. Descriveva Visconti Venosta la piccola salonnière come una padrona di casa gentilissima, affettuosa con i suoi amici e dedita al patriottismo più ardente.
Molti gli amici della Maffei caduti durante le prime due guerre d’indipendenza; l’aiuto della Francia fece sì che gli Austriaci abbandonassero Milano che accolse tre giorni dopo, l’8 giugno 1859 Vittorio Emanuele II e Napoleone III. Verrà firmato l’armistizio tra la Francia e l’Austria un mese dopo.
Grazie al contatto di Clara, Giuseppe Verdi incontrò Alessandro Manzoni, e per rispetto non presenziò al suo funerale il 29 maggio 1873 per non sottrarre al grande scrittore alcuna attenzione da parte dei presenti.
Eletto deputato Carlo Tenca vorrebbe con sé la Maffei a Torino, ma lei non lo seguirà : sarà invece a Firenze, anche ad assistere suo marito Andrea nel 1869 gravemente malato.
Morì la contessa Maffei nel 1886 dopo aver assistito sei anni prima Carlo Tenca.
Figura di donna poco conosciuta, quella che Maria Pia Santangeli ha descritto con la sua solita, sorridente disinvoltura: una piacevole chiacchierata pomeridiana con un attento pubblico, stimolato nella curiosità e rituffato in un’interessante e piacevole parentesi di storia patria, troppo spesso incentrata su guerre, battaglie, trattati, attentati…
Eppure la figura di Clara Maffei accende un faro che illumina pagine lette e studiate nei libri di storia – nelle quali troppo spesso vengono trascurate alcune personalità femminili dedite al sociale attraverso la poesia, la letteratura, la musica, l’arte; moderne intellettuali dai modi gentili e affabili che, nonostante l’ipocrisia di un perbenismo ottocentesco, riuscirono a vivere la loro vita dedicandosi a ideali di libertà, attraverso la cultura, l’esempio di una condotta personale con scelte operate secondo un’ individualità gestita da una propria coscienza personale.
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