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Si è volato con la poesia, il 26 gennaio nella Biblioteca comunale di Rocca di Papa con l’alternanza delle voci di tre protagonisti: Massimo Onesti e  Lorena Gatta interpreti  e lettori e Maria Fondi nella sua competenza letteraria che le viene da una lunga esperienza di docente e appassionata amante della letteratura. .

Soggetto dell’incontro,  patrocinato dal Comune,  uno tra i poeti più discussi e letti, scomodi eppure straordinariamente ricercati dagli amanti della poesia e della letteratura,  dai cantautori – indimenticabile Battiato  con l’invito al viaggio ne La cura –  e da chi ama percepire attraverso un linguaggio poetico, il brivido dell’anticonformismo, della libertà di pensiero al di là di ogni perbenismo: Charles Baudelaire.

Ospiti della cordialissima Rosita Millevolte, alla presenza di un interessato pubblico, con il sottofondo musicale di Luca Campus e la sapiente regia di Paolo Vinciguerra, la voce di Massimo ha introdotto con i versi l’opera principe del poeta francese: Les Fleurs du Mal. Dai versi duri della lirica Al lettore che introduce l’opera rilevando peccati tenaci e fiacchi pentimenti,  alla ricerca da parte dell’anima dell’immensità al di là dei confini delle sfere stellate,  nella voce chiara e decisa di Lorena che ha recitato Elevazione.

Molto bene ha descritto a più riprese Maria Fondi questo poeta, alternando con Massimo e Lorena versi tra i più significativi che hanno messo in lirica le emozioni, i travagli, le tormentate fragilità di Baudelaire, autore  che ha tirato fuori dal male la bellezza, che denota un’estrema fragilità dell’essere e che nella poesia vive e scaglia il suo malessere e le sue delusioni… orfano, la madre si risposa, la conflittualità con il patrigno…

Intraprende un viaggio verso l’India, non arriverà a Calcutta, ma scoprirà la magia del mare, del viaggio, del liquido vitale che dà malinconia esistenziale. Tornerà a Parigi, a vent’anni pubblica i Fiori del male.

Ama la musica e l’arte, questo autore dalla personalità e dall’animo travagliati: la musicalità dei suoi versi sono una melodia per chi legge, soprattutto nella lingua d’Oltralpe.

Il tempo è un giocatore,  avido giudice: nell’Orologio il poeta ne percepisce la caducità del presente; si dà all’alcool, alla droga: pur comprendendo la necessità di un cambiamento, il poeta francese  ridiscende nella sregolatezza, negli abissi del peccato.

Lo stesso libro nel 1842 verrà censurato per violazione della morale, esattamente come avverrà nel 1857 con Madame Bovary. E’ un’epoca legata al conformismo e Baudelaire con i suoi versi mira a scandalizzare la società che lo ha deluso…

Il tempo in biblioteca è volato: le interpretazioni dei versi hanno sottolineato la voce della relatrice che nella semplicità e nella sintesi ha trovato il modo più appropriato per delineare nell’essenzialità dei dettagli più incisivi la figura e la vita di Baudelaire.

Le letture finali di brani poetici dei lettori, da loro creati e a lui dedicati hanno concluso l’incontro con la chiusa essenziale ed efficace di Maria Fondi: leggete le sue opere, riscopritelo nei versi.

E’ quel che faremo, in attesa di un nuovo prossimo incontro che porterà alcune novità… le sveleremo la prossima volta!