Rocca di Papa: Giornata contro la violenza sulle donne con i Cavalieri dell’Orcatura
Un pomeriggio versatile e dinamico, ricco di contenuti e spunti di riflessione quello proposto e organizzato dai Cavalieri dell’Orcatura il 21 novembre, anticipando di qualche giorno la Giornata contro la violenza sulle donne.
Piena la sala conferenze della biblioteca di Rocca di Papa e numerosi sono stati gli interventi e attività proposte non solo dai Cavalieri Lorena Gatta, Franco Antonucci e Massimo Onesti: con loro il gruppo musicale Musica e Melodia Band con Gerardo Bellanti e Francesco Cimino che hanno accompagnato la voce straordinaria e avvolgente di Marianna Calicchia in alcuni dei brani più famosi dedicati all’universo femminile, ricordando interpreti straordinarie come Edith Piaf, Patty Pravo, Fiorella Mannoia…
“Io sto con Medusa”: da qui partono riflessioni, monologhi, dialoghi con la finalità di sensibilizzare chi ascolta: perché Medusa? “La celebre figura della mitologia greca, vittima di violenza e ingiustamente punita per un crimine subìto assurge a simbolo di ribellione e resistenza, metafora di tutte le donne costrette a subire violenze, fisiche o psicologiche, senza trovare giustizia”.
Ed ecco il sipario aperto sulla violenza subita da una donna sul treno, senza che alcuno dei presenti intervenga, fino a quando la forza dell’essere donna farà in modo che possa reagire e salvare se stessa, così come in altra situazione, guardandosi allo specchio l’anima femminile riesce a prendere piena coscienza di sé. Forte e crudo il dialogo nel percorso di un amore tossico che gradualmente prende corpo, fin quando la figura femminile riuscirà a uscirne: un inno alla salvezza.
E il monologo di Amerigo Giuliani in versi scritti nell’Ottocento e recitati con commovente trasporto mette a nudo il dramma familiare consumato da un figlio che salva la madre dall’orco: suo padre.
La riscoperta di se stessa in un brano recitato da Anna Magnani e interpretato con disinvolta bravura, incita ogni donna a fare altrettanto, rivedersi bella, interessante, volitiva, cosciente delle proprie capacità.
Un inno alla libertà dell’anima, nel fisico, nelle azioni, nei pensieri è quel canto di Giulia Mei “Bandiera” recitato con grande efficacia e forte, tenace convinzione.
Sorrisi e riflessioni con gli aforismi commentati spiritosamente, inducendo però valutati ragionamenti hanno preceduto quella sensazione di annientamento provocata dalla recitazione di terribili, crudi versi sullo stupro di una jogger in Central Park, prendendo spunto da un caso di cronaca del 1989, crimine del quale vennero accusati dei ragazzi afroamericani, risultati poi innocenti dodici anni dopo.
Infine, liberatorio l’urlo che sottolinea la necessità di una rottura che spezzi catene e situazioni inconciliabili e soffocanti: “non ce la faccio più”, per una rinascita, una ripresa, un volo nella libertà del rinnovato benessere fisico, psicologico e mentale, a conferma di quanto espresso dalla dott.ssa Maria Rosaria Sannino su una prevenzione che operi distacco dalle dipendenze emotive, la conquista di una coscienza del sé che porti al cambiamento in un rapporto tossico, l’accenno a un percorso, con la biblioterapia mirato alla riconquista di una positiva rivalutazione dell’essere, attraverso la lettura, nel dialogo, nello scambio, nella condivisione di una visione rinnovata del sé e del fuori di sé.
Voci, tonalità, sussurri, grida, invocazioni, ribellione, ripresa: le vocalità interpretative che Vlada Ferrarin, Alessia Tino, Giorgio Serafini, Maria Del Nero, Angelo Querini, Rita Lupardini insieme ai Cavalieri e al pubblico coinvolto anche nei canti di Marianna sono stati un’unica voce, profonda, terribile, supplichevole, tenera, greve, dura, drammatica… un’orchestra di mille strumenti, filmata dalle eleganti riprese di Paolo Vinciguerra, un brano con infinite note, un’opera tragica, commovente ma salvatrice: voci ch’hanno firmato un piccolo grande concerto a tema: no alla violenza contro le donne!!
Da Medusa a Madre Teresa di Calcutta, un richiamo potente a ricordare, a non voltarsi dall’altra parte, a riflettere, perché una goccia nell’oceano lo rende meno piccolo, e come le onde del mare le voci delle donne non sono canti fatati delle sirene, ma di anime che vanno ascoltate e sorrette nella riconquista della libertà e della salute dell’anima.
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