ROCCA DI PAPA, FESTA DEGLI ALBERI: MESSO A DIMORA NEI GIARDINI PUBBLICI UN ALBERO DI TIGLIO
21 novembre, un pomeriggio ventoso e rigido, il primo di un autunno mite e soleggiato alla fine di un’ottobrata romana, prolungatasi oltre il tempo dedicatole dall’ufficialità del calendario.
Un piccolo gruppetto di persone in attesa nei giardinetti di Rocca di Papa, proprio vicino Piazza della Repubblica, in Via Silvio Spaventa: l’appuntamento è per le 15 00. Pian piano, alla spicciolata arrivano altre persone: in attesa due giardinieri con un albero, un tiglio; ci si aspettava un leccio, ma sui rami di questo minuscolo alberello ci sono foglie a forma di cuore…
Perplessità, ma si decide di piantarlo in un piccolo slargo di verde che dà sulla piazza, tra altri tigli già presenti. I giardinieri all’opera: si mette a dimora una giovane pianta nella data dedicata proprio alla festa di queste creature viventi che offrono verde, ossigeno, ombra, ristoro, profumo.
Un evento che risale al 20 novembre 1899, anno in cui, per volontà del Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli venne istituita la Festa degli Alberi.
Ai giorni nostri l’iniziativa promossa dall’Associazione culturale L’Osservatorio in collaborazione con Italia Nostra, vede tra gli intervenuti, la presenza di Maria Pia Santangeli, presidente onorario e fondatrice dell’Osservatorio ed Enrico Del Vescovo, presidente di Italia Nostra Castelli Romani. Un’idea, ricorderà la scrittrice, che ha lo scopo di sollecitare la realizzazione di un progetto della Santangeli stessa, da tempo in cantiere: la realizzazione a Rocca di Papa di un Museo del bosco, nel quale raccogliere e lasciare in memoria alle future generazioni quella realtà boschiva che per secoli ha dato sostentamento ai nostri avi, boscaioli e carbonari. Una realtà sociale, economica, antropologica che l’autrice di diverse opere letterarie legate all’ambiente, al territorio e alla sua storia ha costruito attraverso ricerche, testimonianze e documentazioni iconografiche, molte raccolte nel suo libro Boscaioli e e carbonai nei Castelli Romani, pubblicato nel 2005 e in II edizione nel 2020 da Edilazio Editore.
Un richiamo, nel breve intervento di Jolanda D’Aiuto, a chi come il brasiliano Sebastiao Salgado, autore di una significativa mostra fotografica intitolata “Genesi”, ha realizzato quel sogno ecologico e ambientale del rimboscamento in Amazzonia, un visionario che ha regalato al mondo questo prezioso polmone verde.
Non tralasciato un accenno da parte della Santangeli alla storia italiana della Festa degli Alberi ripercorrendo nel tempo leggi e iniziative; e il ricordo di coloro che con lei fondarono l’Associazione: tra questi, d’infaticabile operosità, Lamberto Pizzicannella, purtroppo recentemente scomparso.
L’Infinito di Giacomo Leopardi recitato da Enrico del Vescovo ha offerto uno spunto lirico che ha sottolineato poeticamente l’evento, a chiusura del quale è stata ricordata anche la figura dell’agronomo dott. Giorgio Grassi, infaticabile divulgatore anche nelle scuole del territorio, grazie al quale venne superata a Rocca di Papa l’emergenza nella lotta contro il cinipide dei castagni: mi sono innamorato di un albero fiorito, esordiva con i bambini, raccontando la sua scelta di dedicarsi anima e corpo alla natura…
Una foto ricordo con tutti i presenti, compresa la funzionaria comunale Elibabetta Santangeli, intervenuta per conto dell’Amministrazione che ha aderito e autorizzato l’evento ha chiuso il significativo pomeriggio ecologico, iniziativa che si spera continui nel tempo, coinvolgendo le realtà scolastiche del territorio.
Come non tornare alla nuova vita arborea che ora è parte dei nostri giardinetti: è un albero, il tiglio, che tocca venerande età ultrasecolari e può raggiungere quaranta metri di altezza.
In Germania – e Rocca di Papa è gemellata con Landberg am Lech, cittadina della Baviera e vanta antenati bavaresi risalenti a Ludovico il Bavaro – questa pianta è associata alla fertilità, alla primavera e a Freya, dea dell’amore: non per niente le sue foglie sono a forma di cuore e il profumo dei fiori è inebriante richiamo alla rinascita.
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