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Robert Doisneau: Paris en liberté

Aprile 07
21:14 2013

Ammirare la Tour Eiffel, visitare le gallerie d’arte e gli atelier di moda, fermarsi per una sosta nei bistrot, passeggiare lungo la Senna percorrendo le strade del centro e della periferia della Ville Lumiere senza allontanarsi da Roma. Il Palazzo delle Esposizioni, nel centro storico di Via Nazionale, vi dà la possibilità di vedere Parigi, gli uomini e le donne, gli innamorati, gli animali, gli stilisti e gli attori che l’hanno vissuta e animata dal 1934 al 1991. Dopo essere stata presentata nella capitale francese, in Giappone al Mitsukoshi di Tokio e all’Isetan Museum di Kyoto, arriva, per la prima volta in Italia, la mostra “Paris en liberté”.

Più di duecento sono gli scatti originali di Robert Doisneau: “un percorso libero nell’universo di un fotografo che si definiva falso testimone del suo tempo”. Nato nel 1912 a Gentilly, nei sobborghi parigini, la sua vita trascorre nella periferia di Montrouge ritraendo strade e volti. In occasione del centenario della nascita del celebre fotografo grazie all’Azienda Speciale Palaexpo, all’Atelier Doisneau, alla Fratelli Alinari Fondazione per la storia della Fotografia e di Civita, potrete ammirare una città senza tempo: generosa, contraddittoria e curiosa, sublime nel rivelare la sua quotidianità. Doisneau studiò litografia all’Ecole Estienne. Scoprì la fotografia da ragazzo: assistente del modernista André Vigneau, venne assunto come fotografo industriale dalla Renault all’età di ventidue anni. Nel 1939 diventa fotografo-illustratore free-lance per poi entrare definitivamente nell’agenzia Rapho, a cui sarà legato per circa cinquant’anni. Lavorò al fronte durante la Seconda Guerra Mondiale, tornato a Parigi otterrà negli anni Settanta i primi importanti riconoscimenti. I suoi servizi verranno pubblicati da magazine come Life e Vogue, collaborò con scrittori come Jacques Prevert. Da allora le sue fotografie vengono prodotte, pubblicate e vendute in tutto il mondo. Definito come il più illustre rappresentante della fotografia “umanista”, Doisneau amava rappresentare la quotidianità della cultura francese: la vita nelle strade di Parigi, i giochi dei bambini, cani a passeggio con i loro padroni, i negozi. Interessante, a questo proposito, le diverse foto che ritraggono le reazione dei parigini che, osservando una vetrina, scorgono il ritratto di una donna seminuda. Doisneau immortala anche amori appassionati, celebri gli scatti Il bacio all’Hotel De Ville del 1950 e Baci col casco del 1966; stilisti e pittori: Picasso, Dior, Chanel e Yves Saint Laurent. Eppure Doisneau diceva di non riprodurre la vita reale nelle sue opere: «quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.» Questo è il mondo che il “fotografo umanista” racconta e che la mostra “Paris en liberté” ci fa percorrere.

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