Robert Darnton: il sogno di una biblioteca universale
Robert Darnton: il sogno di una biblioteca universale, da Alessandria a Google. Con una lezione del prof. di Harvard prosegue il programma di AGO Modena Fabbriche Culturali
Una lezione che racconta l’urgenza di raccogliere tutto il sapere in un’unica biblioteca: la storia di un’utopia che nasce ad Alessandria d’Egitto e giunge fino a Google. Domani alle 18 lo studioso statunitense, in diretta streaming per AGO Modena Fabbriche Culturali, parla dell’antichissimo desiderio dell’uomo di possedere tutti i libri del mondo in un un unico luogo. Il programma di AGO prosegue sabato con una lectio di Maurizio Ferraris sulla documedialità; nei giorni successivi è previsto un dibattito tra Filippo Domaneschi e la sociolinguista Vera Gheno su come osservare la memoria nel suo stato nascente; seguono una conversazione sul futuro dei musei (con Martina Bagnoli, Riccardo Falcinelli, Gianfranco Maraniello) e un intervento di Adriano Prosperi su come mutano le modalità di registrazione della memoria
L’ambizione di raccogliere tutti i libri del mondo in un’unica biblioteca muove l’uomo fin dal mondo antico. La biblioteca d’Alessandria, con il suo tragico epilogo, è l’emblema di questo sforzo enciclopedico. Robert Darnton, membro del comitato direttivo della Digital Public Library of America, racconta la storia di questo sogno e la declina nell’epoca digitale delle biblioteche virtuali. Lo fa domani alle 18, in diretta streaming dagli Stati Uniti, all’interno del programma di AGO Modena Fabbriche Culturali (la diretta è su http://www.agomodena.it).
La prima stagione del programma di Ago, che prosegue per quasi un mese, è dedicata alla trasmissione, al futuro del patrimonio culturale garantito dalle piattaforme digitali, ai loro usi e alle potenzialità di elaborazione culturale e artistica che esse possiedono. Il programma si snoda attraverso lezioni magistrali e conversazioni, release di patrimonio digitalizzato, installazioni artistiche: dieci appuntamenti in meno di un mese, in diretta streaming sul sito e sui social di AGO, in attesa di poter accogliere il pubblico in presenza.
I prossimi appuntamenti
Maurizio Ferraris, sabato 6 febbraio alle 18, affronta le delicate questioni che pone il tema della documedialità: virtuale ma nondimeno reale, la dimensione digitale cambia il significato di categorie fondamentali come il materiale e l’immateriale. Segue un dibattito in streaming tra Filippo Domaneschi, direttore del Laboratory of Language and Cognition di Genova e la sociolinguista Vera Gheno affronta il tema di come osservare la memoria nel suo stato nascente, mercoledì 10 febbraio alle ore 18 (conversazione a cura di FEM Future Education Modena). Una riflessione sul futuro dei musei e sulle nuove pratiche di fruizione tra digitale e pandemia è affidata a un dibattito a tre voci nel quale la direttrice delle Gallerie Estensi Martina Bagnoli, il designer Riccardo Falcinelli, lo storico dell’arte Gianfranco Maraniello (per cinque anni direttore del MART di Rovereto) si interrogano sui nuovi rapporti tra artisti, pubblico e opere. Con loro giovedì 11 febbraio alle 18 si ripensa il ruolo del museo alla luce dei nuovi linguaggi digitali e relazionali.
Lo storico Adriano Prosperi si chiede invece che valore hanno le cronache nella costruzione dell’identità e della storia di una società; la loro conversazione, venerdì 12 febbraio alle 18, ha come focus l’importanza della trasmissione mediata dal documento scritto e le potenzialità della digitalizzazione come nuovo mezzo di sigillazione di patrimoni.
Sabato 20 febbraio un dibattito curato dall’Archivio storico del Comune di Modena fa il punto sull’attualità dei lavori Giordano Bertuzzi per la ricerca urbanistica su Modena. Esperto di storia ducale e di trasformazioni edilizie della città, Bertuzzi ha fissato un modello ancora valido per misurare il cambiamento e salvaguardare un patrimonio, in questo caso quello dei manufatti edilizi del tessuto urbano (con: Angelo Spaggiari, Matteo Agnoletto, Giovanni Cerfogli, coordina: Giuseppe Bertoni).
Da ieri, sempre nell’ambito del programma di AGO, un manoscritto seicentesco rivive nel presente grazie all’opera Trentamillesimidisecondo del duo artistico Afterall. Intervenendo direttamente sui testi tratti dalla “Cronaca di Modena” – prima opera interamente digitalizzata disponibile su Lodovico (www.lodovico.medialibrary.it) la biblioteca digitale di Ago – i due artisti propongono un’opera d’arte installativa all’interno dell’antica Farmacia Storica dell’ex Ospedale Sant’Agostino, dal 4 febbraio all’8 marzo, a cura di Lorenzo Respi in collaborazione con FMAV Fondazione Modena Arti Visive. Enzo e Silvia Esposito lavorano a porte chiuse: la performance si configura come una trascrizione su carta carbone della calligrafia seicentesca che narra La Cronaca di Modena per voce di Giovan Battista Spaccini. In-visibile dal vivo, ma accessibile sul web, l’installazione sarà visibile in diretta ogni giovedì sul canale Youtube di AGO (12:00 – 13:00 e 17:00 – 18:00 giovedì 4 e 18 febbraio, 4 marzo; mentre nelle ore 11:00 – 12:00 e 16:00 – 17:00 nei giovedì 11 e 25 febbraio).
Cos’è AGO Modena Fabbriche Culturali
Un filo nuovo per collegare arte e tradizione umanistica, cultura scientifica e innovazione, una struttura capace di cucire insieme il lavoro di chi si occupa di materie umanistiche, di scienza, di tecnologia, di intelligenza artificiale, di innovazione educativa. AGO Modena Fabbriche Culturali fonda la propria identità l luogo architettonico da cui prende nome e missione – il Complesso Sant’Agostino di Modena – e al contempo opera per dare a quel luogo un profilo immateriale e culturale. Lo fa da connettore concettuale e comunicativo: tramite tale lavoro connettivo ambisce ad aggiungere valore alle attività svolte sul territorio da altri soggetti.
Situato nel cuore di Modena, in una parte significativa del centro storico della città sia dal punto di vista urbanistico che storico e culturale, si collega alla riqualificazione di un’ampia area (oltre 40.000 mq.) con un rilevante investimento finanziario (oltre 110 milioni di euro) mettendo a sistema il complesso costituito dall’ex Ospedale Sant’Agostino, dal Palazzo dei Musei, dall’ex Ospedale Estense. Partner del progetto sono Fondazione di Modena, Comune di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia, MIBACT con le Gallerie Estensi.
Missione culturale di Ago è riflettere sull’impatto delle tecnologie su cultura ed esperienza contemporanea. Approfondendo in modo denso la realtà digitale, intende farla emergere come una dimensione che comporta una ridefinizione dei confini tra saperi ed esperienze.
E’ possibile seguire gli appuntamenti di AGO in diretta sulla pagina Facebook AGO Modena Fabbriche Culturali (@AGOModenaFaCultura) e sul sito www.agomodena.it
Ufficio stampa MediaMente
Sebastiano Colombini
Silvia Gibellini
stampa@mediamentecomunicazione.it
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