RIVEDREMO GESÙ NELLE CATACOMBE di ALDO ONORATI
RIVEDREMO GESÙ NELLE CATACOMBE di ALDO ONORATI
Aldo Onorati autore di numerose pubblicazioni internazionali è uno dei massimi dantisti contemporanei. Questa volta ha scelto di imbattersi in un argomento che giganteggia. Il titolo del suo nuovo libro sottende un immediato tono provocatorio: Rivedremo Gesù nelle Catacombe. Siamo di fronte all’ idea che il cristianesimo stia giungendo al suo spegnimento, soppiantato com’è dalle nuove divinità emergenti.
La narrazione del libro scorre in modo fluido, con un linguaggio semplice ma di effetto, scarno di intellettualismo teologico e dalla pretesa di risolvere l’enigma millenario che gli sta di fronte. Le pagine oscillano tra ricordi d’infanzia, persone amate e situazioni che hanno alimentato quegli interrogativi che sono diventati uno dopo l’altro i gradoni della sua via crucis intellettiva. Rivendica le sue origine, la campagna è il luogo dove si è disegnato il suo profilo religioso. Una formazione nutrita di devozione popolare ed elevazione di spirito, nella quale si è calcificato il dilemma di una vita intera: decodificare la persona di Gesù Cristo. Nella narrazione emerge una vita costernata di dubbi irrisolti, soprattutto fermi nello stallo delle promesse del Salvatore, il quale dopo la sua morte non sembra aver sciolto il nodo del male nel mondo. Per l’autore il problema è pressante, aperto, andrebbe dibattuto, malgrado, egli, fin dalla tenera età, sia stato nutrito di una mentalità che forgiava menti avvezze alla sofferenza. La vita campestre era pensata e vissuta col dovere di assumere e accettare il dolore unitamente alla speranza di un futuro di cui ci si può impadronire solo con fatica e sacrificio. Tuttavia, la sua sensibilità gli impedisce di accettare passivamente l’assenza di quei cambiamenti di cui dovrebbe essere portatore il messaggio evangelico. Inoltre, non nasconde la sua amarezza per le istituzioni ecclesiali, che troppo spesso, disertando il compito di svelare il volto di Gesù Cristo, ostacolando i cercatori della verità. Il cielo e la terra hanno davvero quell’orizzonte risolutivo di cui Cristo dovrebbe essere il portatore? Cosa può aggiungere questo libro a tutto ciò che è già stato scritto sul Salvatore? Il lettore troverà le risposte a mano a mano che procede nella narrazione. L’autore affrontando la questione su Gesù si imbatterà inevitabilmente nelle domande cardine della predicazione di Gesù. La prima si trova nel Vangelo di Matteo 16,13-20: “voi chi dite che io sia”? Parole che fanno calare il silenzio tra i presenti. Gli apostoli restano interdetti, eppure non sono certo scarni di informazioni. Hanno assistito ai miracoli e alle predicazioni non convenzionali del loro Maestro. Una domanda che disorienta i presenti. Nessuno osa risponde per paura di sbagliare. Tutti tacciono, tranne Pietro, naturalmente, il quale con la sua risposta si guadagna il primato petrino, proclamando la divinità di Gesù: tu sei il Messia che stavamo aspettando, il Figlio di Dio. La seconda domanda si scorge tra le righe del Vangelo di Giovanni 21,15-19; dove si pone una questione primaria per il Maestro: tu mi ami? Pietro risponde senza pensarci troppo: certo Signore che ti amo! Sembra scontato dal momento che ha lasciato ogni cosa per lui. Tuttavia, Gesù non sembra troppo soddisfatto della risposta. La ripete più volte, quasi a cercare la verità profonda. Non vuole l’amore filiale, né quello di amicizia, piuttosto un amore pronto a dare la vita. Dopo la terza richiesta, arriva il momento di guardare in profondità. Rispondere implica cambiare la propria vita con coraggio, liberarsi dalle menzogne senza più voltarsi indietro. Cristo esige una risposta vera, piena di un amore impastato di fedeltà, soprattutto nel buio, nella piccolezza, nell’ incapacità di arrivare a Dio con certezza e prove scientifiche speculari. Esige fede e fermezza nell’oscurità prodotta, dalla sofferenza della vita, dai fallimenti, dall’assenza di Dio nelle prove più dure. Aldo Onorati ascolta il suono di quella voce e risponde con parole confidenziali, semplici, come se conversasse con un amico, aprendosi alla verità in modo liberatorio. La narrazione è priva del timore di essere giudicato. Un fatto alquanto insolito nella nostra società, in cui la verità sempre più soggettiva e diluita non è prioritaria, non è ricercata con forza, non emerge quasi mai. Troppa paura di essere scoperti, giudicati per le insicurezze, i cattivi pensieri, che rischierebbero di collocarci oltre il limite della decenza. Quando si decide di parlare di Gesù le cose stanno diversamente. Questo libro racconta la storia di un uomo che cerca di dare una risposta a domande che sente rivolte a lui a distanza di millenni. Alla prima interrogazione, Aldo Onorati non nasconde i suoi dubbi, rischiarati a tratti solo dalla magnificenza della creazione che, si apre di fronte a noi, rivelando qualcosa che non può essere il frutto di un’evoluzione materiale e meccanicista delle cose. La seconda invece, risulta più liberatoria, la sua ammissione di amore è spontanea, piena di ammirazione, nella quale riconosce la fascinazione delle doti umane e spirituali dell’uomo che, se fosse davvero Dio, sarebbe la migliore notizia del mondo. Una Buona Novella, per usare le parole dei Vangeli. Siamo di fronte al compito di decodificare i segni lasciati nella storia da Gesù e formulare una risposta che ha cambiato la vita di molti; perché amare Cristo, schiude la certezza di essere accettati e perdonati sempre e comunque. Le risposte dell’autore sono autentiche senza infingimenti per questo costituiscono il nucleo fondante della sua opera.
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