RITRATTI IN CONTROLUCE, 2014 – C’era una volta…e ci sarà sempre Sergio Leone
Controluce – Anno XXIII N. 5 MAGGIO 2014 Ok
Un ritratto che non è il tutto
ma l’istantanea di un personaggio
di un momento, di una città, di un’ idea…
Articolo scritto nel 25 anniversario della scomparsa del regista, quest’anno è appena trascorso il 31 anniversario. I citati registi de Oliveira e Olmi scomparsi anche loro. Resta di tutti l’opera, continuo omaggio al cinema, al pensiero libero, alla vita….
(Serena Grizi) Cinefili di tutto il mondo unitevi, o meglio, chi ha amato il suo cinema ricordi il grande regista Sergio Leone scomparso il 30 aprile del 1989 a soli sessant’anni. Età della maturità estesa per la nostra società, nella quale grandi registi danno ancora il meglio di se stessi (pensiamo a grandi vecchi del cinema europeo come Ermanno Olmi o al portoghese Manoel de Oliveira che alla rispettabile età di 102 anni ha girato Gebo et l’ombre). Il romano Leone inventò, è storia, lo ‘spaghetti-western all’italiana’ nel quale s’ingegnò di infilare la personificazione di molti tic umani e maschere archetipiche di mascalzoni d’ogni latitudine. Utilizzò facce belle e terribilmente brutte: il profilo elegante di Henry Fonda e quello enigmatico di Eastwood; il volto particolare d’un giovane Klaus Kinski e quello del brutto e cattivo per eccellenza Eli Wallach, attore con oltre cinquant’anni di carriera artistica sulle spalle. Ed è con un pugno di film, è il caso dirlo, che conquistò il pubblico perché Leone nella sua carriera ne girò in tutto sette, tre dei quali appartengono in pieno al genere che lo consacrò regista a livello mondiale, come Per un pugno di dollari appartenente alla ‘trilogia del dollaro’. Con la ‘trilogia della storia’ uscirà, invece, il bellissimo Giù la testa con i notevoli James Coburn e Rod Steiger e sempre con le magnifiche musiche di Ennio Morricone. Nel film C’era una volta il west riempirà lo schermo degli occhi profondi e scuri di Claudia Cardinale, guida dello spettatore alla scoperta della tragica vicenda narrata. Leone lavorò come assistente di regia accanto a Vittorio De Sica nel capolavoro del neorealismo Ladri di biciclette e, fra gli altri, con Mario Camerini, Mario Soldati (nella fortunata ‘serie dei Corsari’) e Luigi Comencini. Fu in questo periodo che frequentò anche il cinema cosiddetto di ‘serie B’, genere dal quale prese spunto per alcuni suoi personaggi la cui definizione visiva lascia davvero poco spazio all’immaginazione. La sceneggiatura invece lo occupò prima e dopo la macchina da presa: collaborò anche con il suo figlioccio artistico, Carlo Verdone, allo script di Troppo forte. Leone è un regista di sguardi, oltre che d’azione, e ci lasciò col capolavoro C’era una volta in America: le scene col sorriso beato di Robert De Niro/Noodles nella fumeria d’oppio o quella in cui Noodles ragazzino spia l’odiata ossessione della sua vita dal buco nel muro d’un retrobottega, fanno un pezzo dell’immaginario di metà anni ‘80. Il suo ricordo è tenuto vivo proprio dal regista e attore Carlo Verdone che oltre l’amicizia e la scuola di cinema da lui mutuò modi e indimenticati caratteristi come il romano Mario Brega. Sergio Leone riposa nel piccolo cimitero di Pratica di Mare, poco lontano dai Castelli, accanto al bimillenario sito che fu l’antica Lavinium e al suggestivo omonimo borgo medieval-rinascimentale la cui bellezza lo conquistò. Qui, ospitato in una tomba degna dei migliori scenografi di Cinecittà, che sembra richiamare antiche sepolture, dorme Leone: la scritta «C’era una volta, c’è, ci sarà sempre» (quale sennò?) ne ricorda il genio creativo.
Immagini web: Sergio Leone col suo grande ammiratore Quentin Tarantino
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