Ritorno all’antica Andalucia
Da
Còrdoba a Granada percorrendo la rotta del Califfato, un itinerario pieno di storia che univa l’antica capitale Omeya alla sede dell’ultimo regno mussulmano nazarì, caratterizzato dalle tipiche fortificazioni dell’epoca. Quì è possibile tornar a viaggiare nell’epoca Araba nel momento del suo massimo splendore politico, culturale e commerciale. La rotta attraversa una bella e fertile campagna e unisce numerosi popoli con un ampio patrimonio monumentale, artistico e paesaggistico, che fu testimone dei rapporti di pace e conflitto tra i regni mussulmani e cristiani. Castelli e fortezze in parte arabi e cristiane, incastonati e affacciate sulle cime delle montagne. Intorno, possiamo incontrare forti ed agresti picchi su prati, dove poter effettuare tranquille escursioni seguendo antichi sentieri, in cui i mercanti provenienti da tutto il mondo conosciuto si rifornivano e commerciavano con gli importanti nuclei di quelle popolazioni; fu anche il cammino del “sapere”, della scienza e dell’arte durante il Medioevo della Penisola Iberica. Tre sono i luoghi più rappresentativi, vicini e differenti tra loro di questa rotta ispanica mussulmana: Zuheros, Priego de Còrdoba e Alcalà la Real. Uscendo da Còrdoba e passato il popolo di Baena, si incontrano nel territorio i primi dirupi della Regione Subbètica Cordobesa, dove, dopo una deviazione si arriva al primo dei siti suggeriti, Zuheros, uno dei popoli più pittoreschi dell’Andalucia, collegato in uno scosceso dirupo alle porte (puertas) del parco naturale in cui s’è convertita questa sierra. Basta dare un’occhiata al museo locale per accertare la precocità della popolazione della zona, dove nella cueva dei Murcìelagos abitata già dal paleolitico medio, proliferano giacimenti con resti iberici e romani. Come le altre popolazioni di questo nastro magnetico moro dove correva la frontiera con il regno di Granada, il tutto si è convertito in una tipica villa-fortezza segnata dall’impronta del suo passato andaluso. La seguente sosta è… o potrebbe essere il Pregio de Cordoba. In questo tratto la varietà del paesaggio si accentua all’interno delle valli e dei pendii della Sierra Subbètica. Il cammino discende attraversando valichi e versanti fino ad una fertile pianura ai piedi del Priego protetta da una corona di montagne. Nel secolo XVIII visse una lunga fase di ricchezza grazie all’espansione della sua industria tessile, che le permise di rivestirsi di un meraviglioso e straordinario manto d’arte barocca. Una parte del settore contiguo al castello corrisponde al recinto della villa medievale, il cui tracciato sinuoso ed intimo persiste in piazzette e stradine anguste, muri e pavimenti di pietra con vasi di fiori, dove basta alzare le braccia per toccarne ambedue i lati. Le guide della Rotta del Califfato suggeriscono poi di fermarsi in Alcalà La Real, dove la città e la fortezza sono la chiave dello storico cammino dentro Còrdoba e Granada: occupano una strategica collina in mezzo al corridoio naturale che collega ambedue le province attraverso l’entroterra de Jaèn, nelle montagne del sistema Bètico. In Alcalà La Real si può visitare il complesso della fortezza della Mota, alla quale si accede da una costa attraversando tre porte (puertas): quella de las Lanzas di stile Rinascimentale fine secolo XVI, la monumentale torre-puerta de la Imagen, chiamata così perché c’era l’effige di Santa Maria e quella del Peso de la Harina, dov’erano localizzati gli spazi e gli edifici più significativi della città, da cui si possono apprezzare i resti archeologici intorno alla Iglesia Mayor Abacial. Al suo lato si vedono gli eleganti frammenti rinascimentali delle antiche case di Cabildo, la Plaza Alta centro della villa vecchia e la torre semidistrutta della Càrcel, che permette di vedere il firmamento dalle sue camere, un fine di rotta perfetto ed unico nel punto più alto del monumento, da dove in fondo, si scorge la Sierra Nevada.
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