Riscoprire i classici, per riscoprire la nostra storia di uomini
L’Odissea, come l’Iliade, è un poema epico attribuito a Omero e narra il lungo viaggio compiuto da Odisseo (Ulisse per i Latini) per ritornare in patria, a Itaca, dopo l’espugnazione della città di Troia. L’opera presenta anche le vicende successive alla morte di Ettore, come la conquista della città di Troia, avvenuta attraverso l’inganno del cavallo escogitato dal protagonista dell’Odissea.
Sin dal proemio appare la descrizione di Ulisse: egli è un uomo che soffre per la lontananza da casa, è intelligente, astuto, pronto a sfruttare ogni situazione ed insaziabilmente curioso. Non a caso, il primo aggettivo che lo caratterizza è “multiforme”.
L’Odissea è un poema costituito, come l’Iliade, da 24 libri in esametri, raccolti in tre grandi nuclei tematici:
La prima sezione è chiamata Telemachia (libri I-IV): sono trascorsi dieci anni dalla fine della guerra di Troia e ora Telemaco ha circa vent’anni e vive con la madre Penelope e con i proci, ovvero 119 nobili di Itaca che pretendono in sposa la presunta vedova, per ottenere la corona. La donna, sperando nel ritorno del marito, promette agli invasori che sceglierà un nuovo re solo se riuscirà a concludere un sudario per il suocero Laerte, prima che giunga Ulisse. Per evitare le nozze tuttavia, Penelope disfa durante la notte la tela tessuta di giorno. Nel frattempo un concilio degli dei si riunisce per decidere il destino di Odisseo, trattenuto ormai da otto anni dalla ninfa Calipso. Non appena Poseidone, che odia Ulisse, si allontana per partecipare ad un banchetto, gli dei decidono di concedere a Ulisse il ritorno a Itaca. Ermes si recherà allora presso Calipso per convincerla a lasciare andare l’eroe mentre la dea Atena, sotto un travestimento umano, si reca da Telemaco, per indurlo a partire alla ricerca del padre. I proci scoprono della partenza di Telemaco e si stabiliscono definitivamente nella reggia di Ulisse. Penelope preoccupata per il figlio si rivolge ad Atena e ne invoca l’aiuto: questa le apparirà in sogno, rassicurandola sulle sorti del figlio.
La seconda sezione tratta de I viaggi di Odisseo (libri V-XII): Calipso, dopo aver ricevuto da Ermes l’ordine di lasciare partire Ulisse, promette all’eroe greco il dono dell’immortalità, che Odisseo però rifiuta per la nostalgia che prova nei confronti della patria e della amata moglie. Ulisse in viaggio è vittima di una violenta tempesta scatenata da Poseidone. Dopo due giorni e due notti, l’eroe, attraverso l’aiuto della dea Atena, riesce ad approdare su una spiaggia, dove stremato, si addormenta. Il mattino seguente viene trovato dalla figlia del re dell’isola, il quale il giorno dopo organizzerà un banchetto onore dell’eroe greco. Durante la serata un cantore racconta gli episodi riguardanti la caduta di Troia e dell’inganno del cavallo: Ulisse, nel sentire la storia della guerra, piange e il re lo invita a rivelare la sua identità. Odisseo rivela il suo nome e inizia a narrare il suo ritorno in patria a partire dal termine della guerra. Incomincia qui il lungo flashback attraverso il quale si ripercorrono le vicende dell’eroe greco. Tra le più famose c’è l’avventura nella terra dei Ciclopi, dei mostruosi giganti pastori con un solo occhio. Qui l’eroe greco e i suoi compagni sono catturati da Polifemo, e Ulisse si salva ricorrendo alla sua proverbiale astuzia: dopo aver detto al mostro di chiamarsi “Nessuno”, Odisseo fa ubriacare il ciclope e poi lo acceca con un palo rovente. Quando Polifemo urla “Nessuno mi ha accecato”, gli altri ciclopi credono semplicemente ch’egli avesse esagerato con il vino e lo ignorano. Ulisse e i compagni, nascosti sotto alcune pecore, sfuggono poi al mostro che controlla i suoi animali tastandoli con le gigantesche mani. Ulisse poi si dirige poi da Eolo, dio dei venti, il quale dona loro un otre, in cui racchiude i venti contrari alla navigazione. Sfortunatamente, però, proprio nel momento in cui già appare all’orizzonte l’amata Itaca, i compagni, credendo che l’otre celi un tesoro, lo aprono, liberando i venti sfavorevoli che respingono le navi di Ulisse in alto mare. Successivamente Odisseo, dopo altri episodi avventurosi, sbarca sull’isola della seducente maga Circe, invaghita del protagonista. La maga trasforma il resto della truppa in maiali: Ulisse spezzerà l’incantesimo solo grazie ad un’erba magica donatagli da Ermes. Dopo un soggiorno di quasi un anno presso la maga, Ulisse scenderà nell’Ade: qui incontra molti eroi greci, tra cui Agamennone, Achille e soprattutto l’indovino Tiresia, che gli predice la lotta contro i Proci, lo invita a prestare attenzione alle vacche del dio Sole e gli annuncia una misteriosa morte lontano dalla patria. Ripartendo per il mare Ulisse incrocia le Sirene, e ascolterà il loro canto senza cedervi (e quindi naufragare). Ulisse supera poi i mostri Scilla e Cariddi, posti all’altezza dello stretto di Messina, e approda nell’attuale Sicilia. Qui i compagni, stremati dal lungo viaggio e dalla fame, si cibano delle vacche del dio Sole provocando l’ira del dio, che si vendica con una tempesta non appena essi riprendono il mare. Unico superstite, Odisseo giunge all’isola di Calipso, dove rimane per otto anni.
Il terzo e ultimo nucleo narrativo tratta de Il ritorno e la vendetta di Ulisse (libri XIII-XXIV): giunto alla spiaggia di Itaca, Ulisse, viene trasformato in un vecchio mendicante. In seguito Atena si reca a Sparta da Telemaco, per esortarlo a fare ritorno a casa. Raggiunto dal figlio, cui svela la propria identità, Ulisse organizza il piano per attuare la vendetta. Odisseo, sempre con le sembianze di un misero mendicante, si reca alla reggia reale, dove ha modo di osservare la volgarità dei proci. Riconosciuto solo dal fedelissimo cane Argo, che muore subito dopo averlo rivisto, Ulisse ha un colloquio con la moglie, che non sa di trovarsi di fronte al marito. Ulisse, mantenendo l’incognito, le annuncia il suo futuro ritorno. In mezzo alle continue prepotenze dei proci Penelope propone una gara con l’arco di Ulisse per scegliere il nuovo re. La donna sposerà chi saprà tendere l’arco e scoccare una freccia attraverso l’anello di dodici scuri. Mentre i proci falliscono miseramente, Ulisse supera facilmente la prova e, con l’aiuto di Telemaco, stermina gli avversari. Penelope pone al marito un’ultima prova: descrivere con tutti i dettagli il loro letto nuziale. Ulisse si reca poi dal padre Laerte, cui descrive con precisione un frutteto donatogli dal genitore. Placata con l’aiuto di Atena un’ultima rivolta interna, Ulisse, tornato re di Itaca, stila patti di pace e tranquilla convivenza.
Sopravvivere per raccontare, ecco il messaggio dell’Odissea: ostinarsi a tornare nella vita dopo aver scrutato il proprio passato. L’epica antica rappresenta davvero il primo momento in cui la vita si fece letteratura, e prima memoria storica, nel rendere eterno il ricordo dell’uomo.
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