Ripartono i Seminari di Prassi e Ricerca per il progetto La Nostra Buona Stella.
QUANDO LA CAMERETTA DIVENTA IL MONDO: ADOLESCENTI ED AUTOISOLAMENTO.
Hikikomori …
No!!! non è l’avversario di Godzilla o un mostro dei videogiochi.
È un’altro tipo di mostro che sta distruggendo i nostri giovani!
“Hikikomori” è un termine giapponese che significa letteralmente “stare in disparte” e indica chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (da alcuni mesi fino a diversi anni), rinchiudendosi nella propria abitazione, senza aver nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i propri genitori.
È un fenomeno che riguarda soprattutto i giovani dai 14 ai 30 anni, principalmente maschi (tra il 70% e il 90%), anche se il numero delle ragazze isolate potrebbe essere sottostimato dai sondaggi effettuati finora.
Anche in Italia l’attenzione nei confronti del fenomeno sta aumentando essendo un disagio adattivo sociale che riguarda tutti i paesi economicamente sviluppati del mondo.
In Italia non ci sono ancora dati ufficiali, ma si ritiene verosimile una stima di almeno 100 mila casi.
Essendo un fenomeno “nuovo”, o almeno poco studiato in occidente, non si hanno ancora certezze su cause e sviluppo di questa patologia sociale.
Le cause possono essere diverse. Cause caratteriali, sociali o familiari.
Spesso i ragazzi che si isolano sono caratterizzati da buona intelligenza ma anche da una ipersensibilità ed inibiti socialmente. Questo, in un loop negativo, aumenta la difficoltà nell’instaurare relazioni soddisfacenti e durature e nel gestire le quotidiane difficoltà della vita.
Talvolta l’assenza, emotiva o fisica di un genitore, sono indicate come possibili concause. I genitori faticano a relazionarsi con il figlio che rifiuta qualsiasi tipo di aiuto.
Rifiuto che diventa spesso segnale d’allarme d’allarme quando è totale e rivolto alla scuola. Il luogo primo di socializzazione per i giovani. L’ambiente scolastico viene vissuto come “luogo” particolarmente negativo e da cui fuggire.
Tutto questo porta a una crescente difficoltà e demotivazione del soggetto nel confrontarsi con la vita sociale, fino a un vero e proprio rifiuto della stessa.
Ovviamente non è un evento repentino e improvviso. Gli psicologi che lo stanno studiando hanno diviso lo sviluppo in tre stadi.
Nel primo stadio si comincia a percepire la pulsione all’isolamento sociale, non ci si sente a proprio agio con altre persone e si desidera la solitudine.
In questa fase si nota il rifiuto saltuario di andare a scuola, l’abbandono delle le attività “parallele”, come le attività sportive, una graduale inversione del ritmo sonno-veglia e la preferenza per attività solitarie, videogames o il consumo sregolato di serie TV sui portali di streaming.
Il secondo stadio trasforma la voglia inconscia di solitudine in una necessità razionalizzata.
Si rifiutare puntualmente le proposte di uscita degli amici, si abbandona progressivamente la scuola, si inverte totalmente il ritmo sonno-veglia e si trascorre la quasi totalità del proprio tempo chiusi nella camera da letto dedicandosi ad attività solitarie.
I contatti sociali con il mondo esterno si limitano ora quasi esclusivamente a quelli virtuali.
Il terzo stadio è la sconfitta totale dell’essere umano, animale sociale per eccellenza. Ci si allontana anche dai genitori, eliminando anche i rapporti conflittuali che si erano creati con loro, e si spegne anche il pc. Si sprofonda in un isolamento pressoché totale.
Se il giovane raggiunto il terzo stadio, riuscire a riportarlo alla vita sociale è molto complesso e spesso richiede un intervento lungo, intenso e articolato, che potrebbe durare potenzialmente anche anni.
Per questo motivo è fondamentale intervenire quando si manifestano i primi campanelli d’allarme. I genitori devono cercare di aumentare i momenti di comunicazione, indagare a fondo quali siano le motivazioni intime che provocano i comportamenti di isolamento e cercare immediatamente il supporto di un professionista esterno, senza aspettare che l’isolamento si concretizzi.
Ne parleremo il 7 Aprile con la Dottoressa Elena Albieri, psicologa e psicoterapeuta e Consulente Tecnico del Tribunale dei minori.
La Nostra Buona Stella … conoscere aiuta a combattere! … anche i mostri che non ci aspettiamo
L’incontro è per giovedì 7 aprile, on line, dalle 15,30 alle 18,30.
Per partecipare al seminario, gratuito, è necessaria l’iscrizione a: https://forms.gle/KZPQ9Cs3bXJws6sT7
La Nostra Buona Stella … sempre dalla parte dei giovani per una Comunità Educante, ed una società, sempre più inclusiva!
Il progetto “LA NOSTRA BUONA STELLA. Diritto alla crescita: costruiamo il nostro futuro” si propone di realizzare un insieme di azioni coordinate tra istituzioni locali, scuole, terzo settore e associazionismo per costruire un modello integrato di welfare community sul territorio dei Castelli romani per costruire una proposta educativa integrata, con al centro l’istituzione scolastica, che, assistita ed integrata dalle energie e dalle professionalità dei soggetti coinvolti, possa arginare i fenomeni di dispersione legati alla condizione personale e/o familiare degli studenti e offrire una reale opportunità di crescita a tutto il sistema educativo territoriale e ai suoi destinatari.
Partner del progetto sono:
l’Associazione Arianna Onlus capo progetto
ü Regione Lazio;
ü Comune di Albano Laziale;
ü Comune di Castel Gandolfo;
ü Comune di Marino;
ü CNR – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali;
ü Scuola Media Statale Umberto Nobile;
ü Istituto Comprensivo Albano;
ü Istituto Comprensivo Dante Alighieri Castel Gandolfo;
ü Istituto Comprensivo Antonio Gramsci;
ü Istituto Comprensivo Primo Levi;
ü Istituto Comprensivo Santa Maria delle Mole;
ü Istituto d’Istruzione Superiore “Via Romana 11/13”;
ü Impresa Sociale Borghi Artistici;
ü Centro di ricerche e studi sui problemi del lavoro dell’economia e dello sviluppo – CLES srl;
ü CRIF Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica;
ü Gnosis Cooperativa Sociale Onlus;
ü Fondazione Il Campo dell’Arte;
ü Associazione di Promozione Sociale Il Colle Incantato;
ü Marino Aperta Onlus;
ü Cooperativa Sociale Prassi e Ricerca Onlus;
ü Punto a capo Onlus.
SOS Teniamo Famiglia Onlus;
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