Rinvenimenti archeologici a Lanuvio
In occasione dello studio sul castello medievale di Lanuvio, l’analisi stratigrafica delle murature ha consentito di individuare nelle fondazioni del castello una cinta muraria di epoca romana, sulla quale è stato eretto successivamente il castrum medievale. Queste murature romane in opera quadrata sono costituite da blocchi in tufo lionato alti circa 45-60 cm., i quali sono ben visibili soprattutto lungo via De Gasperi. Negli anni ’50 invece il Galieti rinvenne i resti di una porta romana di epoca sillana nello stesso punto dove sorgeva la medievale Porta Nettunese, ed entrambe oggi non sono più conservate. Siamo in presenza quindi di una cittadella fortificata che andrebbe riconosciuta in quella colonia menzionata a Lanuvio da Livio, la quale venne saccheggiata da Mario durante le guerre civili dell’87 a.C. ed era quindi a costui precedente. Dal tipo di muratura impiegato è stato possibile risalire ad una datazione agli inizi del I secolo a.C., ovvero in età sillana. È probabile che in questo caso ci troviamo di fronte ad una di quelle colonie che, a detta degli autori latini, vennero fondate da Silla in seguito alla marcia su Roma dell’88 a.C.
La viabilità della colonia ricalca abbastanza fedelmente quella odierna, dove un lungo asse centrale, corrispondente a via Marcantonio Colonna, veniva incrociato ortogonalmente da una serie di assi paralleli tra loro, i quali creavano quindi alcuni isolati quadrati per abitazioni.
In età augustea la colonia di Lanuvio venne dotata di un teatro in opera reticolata, di cui oggi rimane ben poco, la scena del quale si addossò ad una parte delle mura sillane, le quali in passato vennero erroneamente attribuite al teatro stesso.
Nel corso del IX secolo, a causa delle incursioni dei Saraceni nel Lazio, sullo stesso luogo della colonia romana venne fondata una cittadella fortificata altomedievale, della quale è stato possibile addirittura risalirne al nome. In un documento del 1244 infatti il castello di Lanuvio viene riportato come Castrum Civitatis Novinae. Ora eliminando da questo toponimo il termine, tipicamente pienomedievale di Castrum, con il quale si voleva indicare il castello del XIII secolo, rimane la tipica denominazione di una precedente città altomedievale, ovvero Civita Novina, il cui termine costituisce una variante di Civita Nova.
Nel IX secolo la cinta romana venne restaurata e rialzata da alcune murature altomedievali costituite da blocchi di tufo di spoglio posti in opera lungo dei filari leggermente ondulati, le quali sono ancora oggi conservate in via De Gasperi ed in Piazza della Repubblica.
Nel Trecento il castello di Lanuvio entrò parzialmente in possesso dei Frangipane, ai quali vanno attribuiti alcuni interventi di restauro con murature in tufelli ed il cambiamento del nome in Civita Lavinia. Si volle infatti ripristinare la precedente denominazione di epoca romana, ovvero Lanuvium, confondendo però questa città con Lavinium, oppure considerandole entrambi la stessa città. All’interno del castrum i Frangipane costruirono anche la loro residenza fortificata, costituita da un edificio in tufelli difeso da due torricelle laterali, ben visibile in alcuni disegni del Settecento ed ora in parte conservato al termine di via Capocroce. In seguito all’analisi muraria e tipologica della bella rocca cilindrica in Piazza Fontana è stato possibile attribuirne l’erezione al celebre cardinale Guglielmo d’Estouteville e datarla con precisione al 1480, anno in cui questo cardinale entrò in possesso del castello lanuvino. La rocca è costituita da una muratura in pezzame del Quattrocento, sulla quale spicca lo stemma marmoreo degli Estouteville, ed è dotata di un piccolo torrino soprastante che la rende simile nella tipologia a Castel Sant’Angelo, del quale sembra ricalcarne il modello in scala ridotta.
www.lanuvioarcheologia.it
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