Rimossa dal lago di Bolsena una bomba d’aereo
Marina Militare: I palombari del nucleo SDAI della Spezia Rimuovono dal lago di Bolsena una bomba d’aereo a frammentazione della seconda guerra mondiale
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Il 4 settembre 2017 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed incursori della Marina Militare distaccati presso il Nucleo S.D.A.I. della Spezia (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), hanno condotto una delicata operazione subacquea nelle acque del lago di Bolsena (VT) tesa a rimuovere un pericoloso ordigno esplosivo.
A seguito di una segnalazione da parte di un cittadino della presenza di un probabile manufatto esplosivo, la Prefettura di Viterbo che ha richiesto un intervento di bonifica d’urgenza al Gruppo Operativo Subacquei (GOS) della Marina Militare congiuntamente a quello degli artificieri del 6° Regimento Pionieri dell’Esercito.
I Palombari si sono immersi per ricercare ed effettuare il riconoscimento dell’oggetto segnalato che, trovato a meno di un metro di profondità ed a 6 metri dal litorale del lago, è stato identificato come una bomba d’aereo a frammentazione americana da 40 libbre risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
L’ordigno recuperato dagli operatori di Comsubin, il 5 settembre 2017 è stato passato in consegna agli artificieri dell’Esercito che provvederanno alla sua distruzione.
Questo intervento rappresenta una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità in moltissimi porti e coste italiane, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e distrutto un totale di 12.400 ordigni esplosivi residuati bellici, mentre dal 1 gennaio 2017 ne hanno già neutralizzati 10.964 dai mari, fiumi e laghi italiani.
Agli appassionati del mare, che con l’estate incrementano la loro attività subacquea ricreativa, si consiglia di non toccare assolutamente gli oggetti eventualmente rinvenuti che possano essere ritenuti pericolosi, la cui forma possa ricordare o meno un ordigno esplosivo o parti di esso.
Quello che invece è doveroso fare, per l’incolumità di tutti, è di identificarne il sito di ritrovamento, fotografare l’ipotetico ordigno (qualora si abbia con se una macchina fotografica subacquea) e denunciarne immediatamente il rinvenimento alla locale Capitaneria di Porto o stazione dei Carabinieri, che richiederà l’intervento dei Palombari del Gruppo Operativo Subacquei di COMSUBIN al fine di ristabilire la fruibilità in piena sicurezza di quel tratto di mare.
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