Rimaniamo umani! Italia no (alla guerra)
Cantava Fabrizio De André: “...se anche il vostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio, se la paura di cambiare vi ha fatto chinare il mento… anche se allora vi credete assolti siete lo stesso coinvolti.” È il 2 aprile! Mi sveglio a Milano molto presto, tanti volontari e volontarie di Emergency e di altre associazioni, singoli e gruppi, stanno partendo già, chi in macchina chi col treno, per raggiungere piazza Navona a Roma,
dove poi si è tenuta la manifestazione nazionale per la pace e contro l’ingerenza dell’Italia nell’ennesima obbrobriosa guerra verso Paesi che si prendono in considerazione solo quando si hanno da soddisfare i propri interessi e mai per solidarietà. Chissà perché… Ora che Stati Uniti e Francia allungano l’occhio e le mani verso appetibili ricchezze…l’Italia si sbriga a non perdere il treno…e così si lascia a piedi la democrazia (il popolo che ha votato conta solo al voto e poi meglio che non pensa, non parla, non conta…), si lascia a terra la legalità, andando contro la costituzione, le convenzioni internazionali, gli organismi internazionali e soprattutto le persone.
Si sa – come ci ha sempre ricordato Giulietto Chiesa, in tempi di guerra ancora tristemente attuali – che mantenere la destabilizzazione dell’area mediorientale attraverso le guerre ha fatto sempre comodo agli interessi economici del mondo occidentale. Certo è meglio evitare di semplificare qui le cause che hanno acceso di volta in volta i recenti conflitti dall’Afghanistan, all’Iraq alla Libia, intrapresi con la stessa semplicità con cui si stessero accendendo le candeline di una torta… (è ovvio che le motivazioni sono state di volta in volta diverse, ma erano tutte sotto il denominatore comune dell’interesse economico – dalle armi al petrolio, dal controllo dell’area agli oleodotti, ecc.) ma queste poche righe vogliono essere solo una fotografia… un promemoria a chi ha già dimenticato o a chi non ha mai voluto guardare la guerra da vicino. Non dimenticherò mai il politico italiano che in tv diceva che bisognava guardare la guerra col binocolo, da lontano…Che orrore! Quanta umanità dimostrano queste parole! E quanta mancanza di rispetto e dissacrazione del lavoro di medici, giornalisti, pacifisti che si trovano tutti i giorni a curare sotto le bombe, che rischiano la loro vita per altri o la perdono. A lui e a tutti i politici anestetizzati, bisognerebbe dire: tornate umani!.
La guerra da vicino… sono stupri, violenza continua, traumi e shock senza fine, morti civili (il 90% nelle guerre di oggi giorno) e militari. Si colpisce la popolazione per minare al futuro del Paese, e il bersaglio delle guerre diventano ospedali, chiese, moschee… invece accendi la tv e devi pure sentire che sono “bombe di precisione” e via così… una menzogna dietro l’altra, tanto chi può amplificare la voce è quello che la dà da bere. Ma non può più continuare così. Troppi morti, ignoranza e illegalità. Spegniamo la tv.
Non diamogli più voce. Diamoci voce. Perché il team di Emergency ha dovuto andarsene dalla Libia se in altri Paesi in guerra continua ad essere presente? Bombe di precisione, per questo il giorno in cui hanno detto che la guerra non c’era più in Libia fu quel giorno che arrivavano più vittime negli ospedali di Emergency. Spegniamo la tv. Chi non vuole farsi prendere in giro dalle solite bugie scende in piazza quel due aprile 2011. Ancora qui. Non siamo spariti. In fondo tutti hanno festeggiato il 17 marzo l’Unità d’Italia. Per la festa nazionale i lavoratori si sono fermati, vi sono stati dibattiti, conferenze, musica e quant’altro. Ma quel rosso della bandiera d’Italia, che sta a ricordare il sangue sparso per le guerre che hanno portato all’unione del paese, che senso ha? Che senso ha festeggiare, ricordare, riportare alla memoria, celebrare i partigiani italiani, se poi quando l’Italia entra in guerra, due giorni dopo la festa nazionale, tutto tace?
Parlare con gli anziani che hanno partecipato alla guerra ti fa capire che a loro ha insegnato qualcosa vivere quel periodo… andare in guerra, perdere persone care. Per loro ha significato non volerlo rifare più. E’ questo che ascolto parlando in piazza con un uomo anziano reduce della guerra. Con il nonno di guerra non si poteva parlare, tanto era lo shock. Ricordi atroci che ancora quando i soldati americani tornano a casa non li lasceranno mai in pace neanche lì. Ma questo fa parte della guerra, no? Che importa ai governi? La guerra c’è sempre stata, no? E allora… che significa? Peccato che chi l’ha vissuta non la pensa così. Italia, fatta di persone, destati! Non farti prendere in giro più.
È il due aprile e sono le 17 quando decido di recarmi in piazza Fontana a Milano, non ho potuto accettare un passaggio per Roma all’ultimo minuto. Qui a Milano l’evento ha molta meno risonanza, e mi stupisce ma d’altronde non posso aspettarmi lo stesso che avviene quando c’è una manifestazione a Roma, che pretendo? Ma mi stupisco lo stesso e mi chiedo, la solita domanda, ma alla gente sta bene così? Mi chiedo milioni di volte e ogni volta incredula nella risposta. Sono tutti ipnotizzati dallo shopping, dalla tv, dalla febbre del sabato…che si lavori tutta la settimana o no è uguale. Mi siedo.
Diversi gli interventi sul palco, tra cui Piero Maestri rappresentante di Sinistra Critica che ricorda il sostegno alle rivoluzioni scoppiate nei paesi arabi e il no all’intervento militare in Libia; un poeta recita una poesia sull’immigrazione, bellissima; la rappresentante delle donne immigrate a Milano ed anche un rappresentante degli immigrati; Emiliano, un rappresentante degli studenti universitari a Milano e tanti altri… Parole forti, coraggiose perché sempre contro la guerra e per la pace con tutto quel che comporta questa posizione nel cambiamento dei nostri stili di vita per poterla davvero realizzare. Per la pace anche nel nostro paese. Per sostenere le rivoluzioni e le lotte per la libertà e la democrazia dei popoli mediterranei e dei paesi arabi (loro che hanno avuto il coraggio); per l’accoglienza e la protezione dei profughi e dei migranti; contro le dittature, i regimi, le occupazioni militari, le repressioni in corso; per il disarmo, un’economia ed una società giusta e sostenibile siamo scesi in piazza e torneremo a riempire le strade e le piazze, indossando le magliette di Emergency con su scritto l’articolo undici della costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra”. Torneremo nelle strade anche quando ci diranno “fatti più in là “solo perché stai sotto Palazzo Chigi, come se quella maglietta fosse un pericolo mortale… Che assurdità, mi dico: chi provoca morte con le guerre può andare dove vuole e chi indossa una maglietta con principi di pace viene allontanato, ma soprattutto chi è perseguitato da guerra, fame, morte e malattia neanche trova rifugio in altri Paesi… Che assurdità, questa è proprio la libertà di cui parla John Stuart Mill nel suo “Saggio sulla libertà” illustrando una caratteristica che contraddistingueva l’Ottocento dal nuovo secolo: “La libertà delle persone di muoversi senza frontiere“! Meno male che siamo nel nuovo secolo… Ciao Vittorio.
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