RIFLESSO IN UN FIORE…
Vigilia di Pasqua: una mesta attesa mentre intorno la primavera esplode nella sua più rigogliosa bellezza. L’ammiriamo nelle albe, tenui, madreperlacee, in uno sguardo che svela dormiveglia, tra le soffuse luci, tremuli chiarori che gradualmente stemperano nel mattino il nuovo saluto al tempo che, incurante d’ogni nostro pensiero, avanza…
La percepiamo nel silenzio d’un momento di solitudine, quasi rubato alla quotidianità divenuta incalzante e frenetica, contraddizione che convive con quella forzata inattività alla quale siamo per il momento sottomessi. Vaga il pensiero e accarezza colori e profumi, si sofferma su un fiore: è cuoriforme, come le foglie, di un rosso acceso e lucido e contrasta con il verde brillante che lo circonda. Un ricordo di grande confidenza, dono di due amiche carissime che vedo solo in estate, sulla spiaggia, tra il caldo assolato che filtra sotto l’ombrellone, inutile schermo a quella selvaggia calura che vien dal riflesso vivido della marina. Una risacca lenta, d’intorno non c’è solitudine: la rena è calpestata, bagnata, sollevata da chi corre, modellata da mani inesperte vogliose di provare il brivido del tatto che si lascia travolgere dal sale che pizzica e dall’acqua che lo scioglie; accarezzata da spugne che accolgono corpi avidi di calore e luce…
Pagine di un libro che svelano realtà fittizie s’alternano a cruciverba, a saluti a volte informali, a sorrisi, a voci e incontri che raccontano, a confidenze che lasciano trapelare affetto…
Proprio quell’affetto ch’è racchiuso in quel fiore rosso che svetta sullo stelo in questa tenue giornata primaverile: non può competere a una voce che s’ascolta al telefono o a un messaggio che compare sullo schermo di un cellulare. Quel fiore tracima benevolenza e amicizia di due donne tanto diverse, quanto preziose nelle loro esperienze, nei loro sentimenti, nella vita che le ha forgiate e le ha fatte diventare mamme, nonne, carissime amiche…
I loro visi si materializzano nel ricordo e sorrido, quasi le avessi vicine, potessi abbracciarle, scambiare con loro confidenze e aggiornamenti, proprio come quando, durante l’estate facciamo al rumore del vento marino che ci scompiglia i capelli… par di sentire il calore del sole, la morbidezza della crema, il profumo del mare. Con loro è affetto, è gioia ch’è nel profondo, è leggerezza della vacanza; eppure è anche vita, quella passata dei loro ricordi, delle loro esperienze fuse e modellate con le mie. Più di trent’anni di grande affiatamento che attende nella lontananza dell’inverno di rifiorire, proprio come quel cuore che ha scatenato i ricordi.
E dalla mano che scrive, una carezza scivola per colei che ha nella mente confusi pensieri, oltre i quali non v’è barriera, ma sempre l’immagine di quello che è stata e continua a essere oltre la nebbia; e nel respiro, il pensiero e l’ammirazione per la tenacia, la forza, la grande grinta di chi al destino regala sorrisi e determinazione a non lasciarsi sopraffare, difendendo con il semplice essere se stessa, tutti coloro che ama.
Vento di primavera, porta loro, con un cristallo di nostalgia che scorre sulle guance, una mia carezza affettuosa…
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