Riflessioni sempre nuove su politica, ambiente e lavoro in due titoli
Beppe Fenoglio e la Resistenza, di Pietro Chiodi, a cura di Cesare Pianciola
Fra le ultime uscite delle Edizioni dell’asino: Beppe Fenoglio e la Resistenza, di Pietro Chiodi, a cura di Cesare Pianciola.
«Quando io entrai in classe notai subito uno studente nel primo banco con le braccia incrociate che guardava annoiato il foglio bianco. Era Beppe Fenoglio. Lo invitai a scrivere, ma scuoteva la testa…»
Cinquant’anni fa moriva Pietro Chiodi, docente di Filosofia della storia all’Università di Torino. Nel 1939 aveva ottenuto una cattedra di storia e filosofia del liceo classico Giuseppe Govone di Alba. Qui divenne intimo amico del collega di lettere Leonardo Cocito, ucciso dai nazifascisti nel 1944, ed ebbe tra i suoi allievi il futuro scrittore Beppe Fenoglio. Tra i suoi scritti più belli, i tre che qui riproponiamo: su Beppe Fenoglio, su Leonardo Cocito e sull’orgoglio di Chiodi per aver partecipato alla Resistenza
«Forse – scrisse il filosofo – per vivere bisogna dimenticare, ma certamente per capire bisogna ricordare».
Le preziose riflessioni di Chiodi vertono sul rapporto tra libertà, antifascismo e ideologia rivoluzionaria e su come i tre vengono coniugati nella Resistenza. L’opera è un intimo e importante spaccato sulla figura di Fenoglio da una prospettiva quasi inedita, ma anche come un approfondimento necessario su Chiodi stesso. Il rapporto fra i due è analizzato nella cornice dell’esperienza resistenziale, politica e filosofica.
Attenti ai dinosauri, pensieri costruttivi su natura e lavoro
Nel luglio scorso il manifesto ha ospitato un corposo inserto redatto dalla appena costituita Task Force «Natura e Lavoro»: un gruppo di scienziati e professionisti di alto livello che si sono dati il compito di suggerire ad associazioni e movimenti alcuni elementi di analisi e progetti adeguati all’obbiettivo di una seria, e indispensabile, ripresa del paese coerente con l’European Green Deal.
Concrete indicazioni, dunque, perché i consistenti fondi allocati in questo momento dall’Unione europea non vengano dispersi o, peggio, utilizzati per riavviare un modello di sviluppo ormai riconosciuto insostenibile.
Ora – distribuito sulle principali piattaforme on line dalla manifestolibri – un e-book di 170 pagine dal titolo Attenti ai dinosauri raccoglie e approfondisce il materiale contenuto in quell’inserto.
L’obiettivo prioritario che la Task Force si è dato è di indicare quali settori produttivi richiederanno assunzioni, indispensabili per compensare i tagli che sarà necessario operare in quelli di produzioni nocive.
Pesante è, infatti, il ricatto che oggi pesa su moltissimi lavoratori, e sui sindacati che li rappresentano, spesso spinti a resistere all’attuazione di nuovi progetti che non prendono in conto la riduzione di occupazione che nell’immediato producono. L’accelerazione del dissesto ambientale – basta aprire la Tv per rendersene conto – ci dice che non c’è molto tempo per correre ai ripari.
È certo che per innescare nuovi settori occupazionali in grado di garantire il rispetto dell’ambiente serve almeno inizialmente un intervento pubblico ed è per questo, del resto, che l’Unione europea ha predisposto il Recovery Fund.
Ma questo danaro non deve alimentare un’altra inutile voce di spesa pubblica. Deve costituire un investimento che produce risparmio. E sarà necessario un progetto pubblico perché sappiamo bene che il mercato lasciato a s stesso non è in grado di contabilizzare i danni che un investimento potrebbe produrre nel lungo periodo, ma solo il profitto immediato.
Giustamente ancora una volta la presidente della Commissione dell’Unione europea Ursula van der Leyen, che su questo punto almeno si rivela molto meglio di come potevamo immaginare, è tornata nei giorni scorsi a ricordare l’urgenza di un approccio coordinato e complessivo per far fonte in modo adeguato alla catastrofe ecologica che ci minaccia.
Qualcosa di molto diverso dai 500 progettini scombinati che sono stati presentati: non una cabina di regia complessiva, non organismi di controllo per impedire l’uso abusivo delle risorse, strettamente vincolato a precisi obbiettivi, non certo al taglio delle tasse e allo sblocco di qualsiasi cantiere.
Siamo tutti chiamati a fare qualcosa per salvare la Terra, il nostro ecosistema e la salute degli umani che ci vivono, i quali – come ha sacrosantamente ricordato papa Francesco – in una Terra ammalata non possono che ammalarsi anche loro. Luciana Castellina
Entrambi gli e-book disponibili on-line
Considerata la particolare situazione di emergenza la quale impedisce la realizzazione di molti eventi pubblici, la Redazione, in maniera commisurata alle proprie forze ed a propria insindacabile scelta, rende noti i titoli in uscita di cui riceve notizia.
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