Riflessi da una città fantastica
Trentatré racconti brevi e brevissimi, privi di un tema unificante e di una tonalità stilistica comune, che si succedono per il lettore nella stessa maniera in cui si sono probabilmente presentati all’autore: veloci e inafferrabili lampi mentali, che svelano una realtà fantastica e trasfigurata, una dimensione dove il freddo dato scientifico, o storico, o positivo, diviene percezione magica, onirica, misteriosa.
Più che racconti nel senso classico del termine, queste storie sono visioni, momenti di osservazione del mondo esterno, quando i fotoni lunari prendono vita, la città dalle immense e articolate strutture sovrasta minacciosa il passante solitario, la natura incontaminata del bosco libera i suoi segreti demoni, e il senso dell’ordinario si ribalta dischiudendo una prospettiva nuova. L’io narrante mantiene la doppia identità di autore del testo e di protagonista delle storie, in un avvicendamento che ben contribuisce a trasmettere sensazioni ed emozioni.
Seconda prova narrativa di un autore eclettico (da fisico che si occupa di alta matematica e questioni ambientali, a giornalista e divulgatore, a politico e storico della scienza), l’opera, pubblicata nel 2014 da Sovera Edizioni, si presenta con il taglio agile del volume che può essere letto seguendo itinerari molto personali che assecondino l’istinto del momento. Evidenti il piacere del narrare e l’abilità nell’immaginare altri luoghi, singolarmente abitati da pochi o nessun umano, dei quali a ben guardare si scoprono radici affondate nella stessa misura nella storia del lontano passato e nello sviluppo della più moderna tecnologia.
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