Rifiuti petroliferi
Lamezia Terme (CZ), 4 aprile – Quello dell’inchiesta della Procura di Potenza riguardante lo smaltimento dei rifiuti petroliferi Eni e che allarga i suoi orizzonti anche in Calabria, dove pare siano stati trasportati molti rifiuti pericolosi, è un fatto gravissimo e che non deve lasciare indifferenti i calabresi. Gli impianti coinvolti sarebbero quelli di Lamezia Terme, Gioia Tauro e Bisignano, e coinvolgerebbe un territorio vastissimo che comprende circa 500 mila calabresi, ossia un quarto della nostra regione.
L’emergenza ambientale nella nostra regione è sempre molto alta e la Regione Calabria negli anni è stata sempre incapace ad affrontare la problematica non riuscendo neppure a scrivere un Piano regionale dei rifiuti, l’ultimo e deleterio è del 2007, andando avanti alla cosiddetta carlona in questo settore, con ripetute proroghe atte a evitare solo un ritorno al commissariamento ma non incentrate invece a una risoluzione definitiva della problematica.
Spero che la magistratura possa fare chiarezza su quest’ennesima inchiesta che riguarda il traffico e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi in Calabria, dai quali anche la ndrangheta ne trae beneficio, con una classe dirigente che non è in grado di venirne a capo. Non si può sicuramente accettare che su di una materia cosi delicata e che riguarda soprattutto la salute dei calabresi, le soluzioni siano ancora quelle di sempre, legate alla gestione delle emergenze, escamotage questo che permette la solita prassi della proroga alle aziende amiche dei soliti politici. Il compito della politica è quello di trovare una valida alternativa, una soluzione definitiva al problema rifiuti in Calabria, attraverso anche una seria programmazione. Solo così potremo salvare la nostra splendida regione, ed evitare che questa diventi una vera e propria “Terra dei Fuochi”
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