Ricordo di Carmen Scarpitta, io (non) la conoscevo bene…
(Serena Grizi) Il 25 gennaio del 2008, pomeriggio, una bella signora dall’aria vagamente triste, assorta, accompagna la scrittrice Bianca Silvestri che presenta un libro nelle sale della libreria che gestisco per qualche anno a Genzano. La bella signora è una donna adulta dalla presenza davvero ammaliante; sembra presa dai propri pensieri anche mentre legge le pagine scritte dall’autrice, probabilmente amica, alla quale dedica la sua bella voce impostata, la dizione professionale. L’attrice è Carmen Scarpitta che torna alla memoria in occasione della mostra che Velletri dedica al regista Gigi Magni per il quale fu la Contessa Flaminia in eleganti costumi d’epoca nel bel film In nome del Papa Re accanto a Nino Manfredi.
Nata a Los Angeles nel 1933, diplomata all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico, Carmen Scarpitta affronta una carriera che la vedrà lavorare ininterrottamente dal 1960 fino agli anni ’90, oltre che al cinema con Magni e con altri registi del calibro di Federico Fellini, Mauro Bolognini, Giuseppe Bertolucci i fratelli Eriprando e Luchino Visconti, anche in importanti produzioni di sceneggiati televisivi. Nei suoi ruoli, seppur riconosciutale la fisicità, è stata anche protagonista di commedie musicali di grande successo in teatro, non è chiamata sempre a fare ‘la bella’ ma accetta d’invecchiare e di trasformarsi secondo le esigenze di copione interpretando ogni ruolo con un suo personale esserci al di là del film, della trama; qualità sottile, questa, degli attori che conoscono bene il mestiere, il teatro come nel suo caso, e sanno stare in scena anche quando non sono in primo piano.
Scomparve quello stesso 2008 a Cabo San Lucas in Messico, anno in cui la vidi per la prima ed unica volta, pochi mesi dopo quella serata di letture. Ad 11 anni dalla scomparsa, per lei un ricordo, lieve come un fiore, alla memoria delle tante attrici, donne alle quali forse non sarà mai dedicata una mostra (sarebbe una bella idea farlo!) ma senza le quali il cinema non sarebbe lo stesso. Il titolo di questo ricordo, che si rifà al film di Antonio Pietrangeli del 1965, è stato scelto solo per l’interpretazione che Stefania Sandrelli seppe dare della sua Adriana, leggera eppure dolente nello sguardo, una attrice delusa alla fine, chissà, dal mondo della celluloide o da cos’altro… nelle immagini: Carmen Scarpitta con Nino Manfredi sul manifesto del film di Magni; Stefania Sandrelli nel film di Pietrangeli – immagini web
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