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Athena Parthenos – Museo Parigino a Roma

L’associazione Culturale Athena Parthenos ricorda in internet il Baritono romano Ignazio Pompa nel centenario della sua scomparsa

Cento anni fa a Londra durante una recita al Teatro Coronet, nel dicembre del 1909, scompariva il baritono romano Ignazio Pompa, la cui carriera si svolse fondamentalmente all’estero per una quindicina di anni, sino ai suoi 49 anni di vita. Oggi suo nipote, Cesare Nissirio, presidente dell’associazione Athena Parthenos, ricorda l’artista romano nel centenario della sua scomparsa nel sito del Museo Parigino a Roma che egli ha fondato nel 1987 (www.museoparigino.org ). Nel sito la biografia del cantante è documentata da foto e ritagli stampa dell’epoca.
Ignazio Pompa, nato a Roma nel 1860 in Monte Testino, abitò a Trastevere dapprima in Via dei Salumi, 9 quindi in Piazza in Piscinula. Egli ha potuto studiare sia a Milano che a Roma non senza sacrifici, non provenendo da famiglia agiata. Il successo però non ha tardato a venire. Poco più che trentenne, entrò in varie Compagnie teatrali, dalla Compagnia Castellano alla Compagnia Labruna, alla Granzini e alla Dazig cantando in importanti teatri europei, da Parigi a Le Havre, da Ostenda a Liegi, a Poltava. Ha cantato inoltre a Smirne, Atene, Costantinopoli, Il Cairo, Alessandria d’Egitto. La sua presenza nei teatri russi e ucraini, da Smolensk, dove si sposò nel 1899,a Wilnius, da San Pietroburgo a Minsk, Kursk, Jekaterinoslav, Teodosia, Molitopoli, Kerck, e altre città russe e ucraine, si fece notare con successo. Numerose le testimonianze, fra cui i biglietti da visita in oro ricevuti in dono da nobildonne e nobiluomini russi gratificati dalla sua bella voce e dalla padronanza della scena. In compagnia con importanti artisti come il basso Giulio Cirino, l’artista romano fu amico di Enrico Caruso che ne apprezzava molto la voce baritonale di straordinaria possanza. Molti i ruoli a lui congeniali nel suo vasto repertorio che andava dai belliniani Norma, Puritani, ai verdiani Traviata, Rigoletto, Trovatore, Ernani e Aida, non ultimi quelli donizettiani come Lucia di Lammermoor, Lucrezia Borgia, La Favorita, L’Elisir d’Amore. Pietro Mascagni fu presente nel suo repertorio con la Cavalleria Rusticana, mentre Ruggero Leoncavallo via apparve con Zazà, Bohème e Pagliacci. Ponchielli vi entrò con la Gioconda. Alcune eccezioni per opere francesi con Fra Diavolo di Auber, Carmen di Bizet, Faust di Gounod, gli Ugonotti di Meyerbeer e Mignon di Thomas. Il Teatro Nazionale di Costantinopoli accolse trionfalmente la sua Traviata nel 1906. Portavoce della musica lirica italiana, Ignazio Pompa, splendido Figaro nel rossiniano Barbiere di Siviglia, ha cantato soprattutto all’estero. Registrato però anche il suo passaggio in vari teatri italiani come il romano Teatro Costanzi (?) o il Teatro Comunale di Narni. Con il suo Don Pasquale, Ignazio Pompa, impose la sua arte ben oltre i confini italiani. Sua moglie, il contralto Lucia Dorazio, di origine biscegliese, figura di secondo piano rispetto al marito, gli sopravvisse lasciando però la scena lirica alla scomparsa del marito, per trasfersi nella sua città natale, Costantinopoli (vi era nata anche sua madre, trasferitasi dalla Puglia con la famiglia in pieno Ottocento). Successivamente Lucia si trasferì ad Alessandria d’Egitto, dove visse più tardi insieme al suo inseparabile cagnolino Lucky. In quella città è sempre rimasta sino alla fine dei suoi giorni. Ignazio Pompa, alla sua scomparsa, fu imbalsamato a Londra dove è tuttora sepolto ma del cui loculo si sono perdute le tracce nei cimiteri londinesi.

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