Ricordato il 40° Anniversario della scoperta del Villaggio delle Macine
Lo scorso 7 ottobre 2024, si è tenuto un incontro pubblico nella Sala Consiliare del Comune di Castel Gandolfo: l’evento ha voluto ricordare la scoperta nel 1984 di un’ascia da parte di Angelo Capri
che portò successivamente a scoprire il Villaggio palafitticolo delle Macine sulle rive del Lago Albano, a opera del Gruppo Latino di Ricerca Subacquea, co-fondato da subacquei e archeologi appassionati del territorio e presieduto fino al 1996 da Gianni Dolfi.
Presenti all’incontro il Sindaco di Castel Gandolfo Alberto De Angelis, il Presidente del Consiglio Comunale Paolo Gasperini, il Vicesindaco Cristiano Bavaro, l’Assessore alla Cultura Francesca Barbacci Ambrogi, l’Assessore alle Attività Produttive Tiziano Mariani, l’Assessore regionale Giancarlo Righini, il Direttore e il Commissario del Parco dei Castelli Romani Emanuela Angelone e Ivan Bocconi. Presenti anche l’archeologa Dott.ssa Micaela Angle, Enrico del Vescovo, Italia Nostra Castelli Romani e Gianni Dolfi, autore del libro Il Villaggio delle Macine ed. Arti Grafiche Ariccia.
L’intento emerso dall’incontro è stato quello di una progettualità che valorizzi e tuteli questo importante patrimonio archeologico, grazie anche a Fondi messi a disposizione per il prossimo Giubileo: il tutto con una pianificazione programmata comune che veda una riqualificazione del Lago Albano e della sua storia, rivalutando così zone turistiche e archeologiche importantissime per il nostro territorio.
Un luogo storico che risale all’età del bronzo, nel quale si sono recuperati nel tempo, resti in pietra e una grande quantità di macine, la cui usura ha condotto gli esperti ad avvalorare l’ipotesi di un loro uso legato alla lavorazione dei metalli; frammenti di vasi, attrezzi in metallo e in legno, perline di ambra e vetro a testimoniare scambi commerciali: le prime attribuite a villaggi nel Mar Baltico, le seconde con un tipo di lavorazione d’impasto egiziano. Il tutto in un fondale ricoperto da vegetazione acquatica e limo, sotto il quale si scorgevano anni fa, nonostante le non facili condizioni di visibilità, resti di pali di legno piantati nel fondo.
Con l’abbassamento delle acque lacustri molti reperti rimasti per millenni sul fondo sono emersi, non più protetti dall’elemento acquatico… Molto di quanto ritrovato è stato consegnato nel Museo di Albano e dell’antico Villaggio palafitticolo delle Macine, quanto fotografato durante le immersioni, è stato catalogato, registrato e depositato nel Museo albanense.
Il libro di Gianni Dolfi testimonia quanto il Gruppo Latino abbia rinvenuto in un decennio. di quell’antico villaggio risalente all’Età del Bronzo Medio iniziale (2140-1490 a.C.) abitato da antichi progenitori che s’ingegnavano a vivere addirittura impiantando, pare, un’attività legata alla metallurgia.
La storia del villaggio s’interrompe intorno al X secolo a.C.; tutte da suffragare le ipotesi, dall’incendio, alla presenza di fenomeni legati al territorio di origine vulcanica, al fiorire di nuclei urbani più evoluti.
Molto andrebbe approfondito e studiato, protetto: i giovani vanno coinvolti e sensibilizzati, come è stato fatto finora anche nelle scuole, grazie al volontariato di Dolfi.
La prossima iniziativa prevista, per la quale si sta attendendo l’autorizzazione dagli Enti preposti sarà l’istallazione di una bacheca illustrativa da posizionare alla presenza di giovani studenti delle varie realtà scolastiche del territorio, in concerto con le Istituzioni.
La conoscenza della storia dei luoghi nei quali viviamo sono il primo passo che le nuove generazioni devono compiere, affinché crescano con il rispetto e l’amore per l’ambiente e la vita.
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