Restare laici discriminanti… oppure convertirsi all’Islam, per amore o per forza!?
“Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.”
Ora tutti a schierarsi pro e contro la povera Silvia Romano, rinominata Aisha. La diatriba è nutrita dall’esborso del riscatto da parte dello Stato e per le accoglienze ufficiali che l’aspettavano al suo ritorno in Italia, lei addobbata in burkini e con il Corano in mano. Ma la storia è sempre la stessa: una ragazza qualsiasi se ne va in una località del terzo mondo per fare volontariato, magari perché in Italia non ha nulla di meglio da fare, poi tra caschi di banane, noci di cocco e tucul viene rapita e contemporaneamente trova l’amore ed una nuova fede, ed il suo sacrificio serve ad aiutare la nuova causa alla quale s’è piegata, forse all’inizio nolente ma infine volente. Il suo vuoto è stato riempito, cosa c’è poi di così strano? Non era successo anche alle due milanesi, Vanessa e Greta, che erano andate in Siria per aiutare i “poveretti” oppressi dal dittatore Assad e lì sono state impalmate e convinte alla causa del Profeta?
Succede spesso che una donna rapita si innamori del suo rapitore, poiché questi gli dimostra un interesse che altri uomini non hanno nei suoi confronti. Non c’era forse in Italia, sino a pochi anni fa, la consuetudine del “rapimento d’amore”? Ed una volta che la donna è appartenuta ad un uomo essa gli resta fedele e magari assume le sue idee, anche quelle religiose. Non c’è nulla di strano in ciò, fa parte della tradizione patriarcale nel rapporto uomo-donna. Ma questo meccanismo avviene anche nel caso di uomini che vengono coerciti e “ri-educati”. Magari per gli uomini la “conversione” avviene in modo più violento o subdolo ma il risultato alla fine è lo stesso. Non sto lì a fare esempi superflui, basta leggersi La Fattoria degli Animali o 1984 di Orwell.
Ma l’aspetto fondamentale di questa strana faccenda della “conversione”, che vorrei qui evidenziare, è comunque sempre quella di un “vuoto” che deve essere riempito. Solitamnete l’individuo che vive in una qualsiasi società umana aborre il “vuoto”, aborre l’emarginazione e si adegua allo stato di cose nelle quali si trova a vivere. D’altronde non conosce altro all’infuori di quelle cose. Ma se per caso, perché scontento, vede un qualche spiraglio di cambiamento, cede ad una nuova speranza, modifica il suo credo e si adatta a lasciarsi abbacinare da una nuova illusione.
Cosa c’è di così strano se un occidentale, obnubilato da una esistenza amorfa e priva di significato, si lascia attirare da una fede che promette di dare un senso alla sua vita, qui e anche nell’aldilà?
Insomma l’islamismo, per molti disillusi dal sistema consumista e della finta religione vaticana, sta diventando per molti il simbolo di un ritorno all’umano. Infatti in occidente non son pochi coloro che volontariamente si convertono. Il fatto è che la nostra società ha perso ogni valore, è una società dell’immagine in cui le donne son solo carne da esibizione, gli uomini debbono arrancare sulla scala sociale senza remore morali o spirituali, i vecchi possono e debbono marcire in silenzio negli ospizi, i bambini sono istruiti nelle scuole a diventare servi del sistema, etc. In tutto questo marciume, in cui si cancella l’umanità a favore del consumismo, l’Islam si propone come alternativa al degrado.
Spesso mi son posto criticamente verso alcune posizioni assunte nei paesi islamici, che non tengono conto dei diritti delle donne e della libertà individuale. Ma a dire il vero forse lì la condizione femminile gode di maggiore stima, sia pur nelle ristrettezze dell’espressione formale, altrettanto dicasi per le dignità personali godute nella vita sociale, ove è più sentita la regola del rispetto reciproco e dei valori condivisi.
Insomma l’Islam è sicuramente poco “libertario” ma l’uomo comune vive in un ambito comunitario più rispettoso dei rapporti umani, ma solo fra correligionari s’intende… Per queste ragioni l’islamismo si è ben inserito nelle pieghe della società occidentale e non solo per il continuo afflusso di emigranti di religione maomettana ma anche per il crescente numero di europei “convertiti”, soprattutto per i valori e le norme sociali manifestate in questa cultura.
La gente abbraccia l’Islam perché si sente socialmente più protetta e sviluppa nelle comunità una maggiore solidarietà interna, un po’ come succedeva ai cristiani della prima ora. Questo dovrebbe far meditare i nostri preti cattolici ed i nostri sociologi che ormai si interessano solo degli aspetti “economici” del benessere…
Ovviamente per persone laiche, come me, la considerazione verso ogni aspetto della comunità e della natura può essere sperimentata attraverso altre modalità, come ad esempio la spiritualità laica e l’ecologia profonda, ma dobbiamo comunque tener presente che non tutte le menti sono uguali, le disposizione sono diverse, l’importante è che -nei fatti- si proceda verso una crescita in intelligenza. D’altronde in quale altro modo possiamo conservare l’umanità…?
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