Resistere non serve a niente
Titolo: Resistere non serve a niente
Autore: Walter Siti
ISBN: 9788817058469
Editore: Rizzoli
Prezzo: € 17,00 e-book disponibile € 9,99
Copertina:
Descrizione: «(…) La familiarità con la sopraffazione e il delitto è l’unica attitudine che può spezzare il circolo vizioso della paura; per i mercati, resistere ora alla penetrazione criminale sarebbe come resistere alla cannula dell’ossigeno. (…) Risorgono le nostalgie di chi è sempre stato contrario al nuovo corso e ha dovuto abbozzare perché le cifre erano indiscutibili; ora che le cifre barcollano riaffiora la tiritera delle cose che si toccano, le case gli aranceti le fabbriche
(«il kalashnikov non delude mai »). (…) finito il tempo dei mutui e dei debiti privati (mica può nascere un cretino al minuto), questa è la stagione dei debiti pubblici e sovrani – sono gli Stati nazionali quelli che bisogna mungere. Per molti Stati piccoli e in via di sviluppo il più è fatto, siamo dentro le loro sale comandi e praticamente li teleguidiamo: se non bussano alla nostra porta le loro misere élite finiscono col culo per terra. Coi colossi bisogna mediare, cedere qualcosa e soprattutto dare l’impressione di cedere, magari ridimensionando davvero il profitto; bisogna comprare qualche banca adesso che vengono via per un tozzo di pane – fondere Unicredit con la Bumiputra d Kuala Lumpur e sfilarsi dall’Europa. La crisi dei consumi favorisce i gruppi misti come il nostro, che alla finanza porta il valore aggiunto di una filiera inesauribile; mica per nulla le triadi cinesi si sono buttate sulla green economy, visto che controllano la maggior parte delle banche rurali.» Dall’ultimo libro di Walter Siti (Troppi paradisi, Il contagio, Il canto del diavolo): non un soliloquio, ma una storia ben strutturata che racconta la finanza e la democrazia, ciò che ne resta, come non le immaginiamo. Con la consulenza di Nicola Gratteri, Roberto Saviano, Domenico Starnone, Vito Gamberale, Gian Gaetano Bellavia e altri. I romanzi di Siti, docente universitario curatore dell’opera pasoliniana, dischiudono al lettore interi universi di ciò che sembra indicibile. L’indicibile trova nella sua penna (forse nella sua persona) uno speciale strumento di traduzione del presente. L’autore, commentando il titolo del romanzo in una recente intervista televisiva, ha dichiarato che, in ogni caso, scrive proprio perché crede che resistere serve, invece, e molto.
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