Repubblica Democratica del Congo (RDC): dall’inizio dell’anno, attaccate più di 150 scuole
Repubblica Democratica del Congo (RDC), Save the Children: dall’inizio dell’anno, i gruppi armati del Nord Kivu hanno attaccato più di 150 scuole, colpendo oltre 62.000 bambine e bambini
L’Organizzazione, che lavora nel Paese dal 1994, chiede alle parti in conflitto di non utilizzare le scuole a fini militari e al governo della RDC di includere la sicurezza scolastica nei prossimi colloqui di pace.
Più di 150 scuole nella provincia del Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), sono state attaccate da gruppi armati dall’inizio dell’anno, con gravi conseguenze sull’istruzione di oltre 62mila bambini. Questo l’allarme lanciato da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
I gruppi armati hanno preso di mira le scuole, bruciando spesso banchi e sedie e privando i bambini di uno spazio sicuro in cui apprendere.
Sono state attaccate oltre 150 scuole su un totale di circa 6.800[1] nella provincia del Nord Kivu. Diciotto scuole sono attualmente occupate da gruppi armati e 113 sono utilizzate come rifugio temporaneo per gli sfollati interni, secondo i dati del cluster dell’istruzione della RDC, guidato da Ministero dell’Istruzione, Save the Children e UNICEF.
Il Nord Kivu è una delle province del Paese più colpite dal conflitto. Nell’ultimo anno, quasi un milione di persone sono rimaste sfollate a causa di violenti scontri. Il conflitto imperversa in alcune zone del Paese da quasi tre decenni e i bambini ne stanno pagando il prezzo più alto. Gli attacchi alle scuole nella RDC stanno avendo un impatto devastante sull’istruzione dei bambini, con circa il 4% delle scuole occupate o rese inutilizzabili.
Alphonsine*, 13 anni, di Nyiragongo, nel Nord Kivu, ha lasciato il suo villaggio sei mesi fa e ora vive in un campo per sfollati. La sua scuola è attualmente occupata da gruppi armati. “Un giorno ho incontrato il preside della nostra scuola e due miei amici nel campo. Il preside ha detto che la nostra scuola è stata distrutta dalle bombe”, racconta. “Le persone armate che la occupano hanno portato via le porte e le finestre. Il preside ci ha detto che riprenderemo la scuola solo quando la guerra cesserà”.
Save the Children sostiene le scuole attraverso i suoi partner nel Nord Kivu sostenendo diverse attività come la riparazione degli edifici, la formazione degli insegnanti, la distribuzione di kit scolastici e di articoli per l’igiene e il sostegno alle famiglie vulnerabili. Quattro delle scuole partner dell’Organizzazione sono state attaccate dai gruppi armati.
“La nostra scuola è stata un campo di battaglia”, racconta Juliana*, 27 anni, insegnante in una scuola partner di Save the Children nel Nord Kivu. “Tutti i materiali scolastici e i banchi in legno sono stati usati come legna da ardere dai gruppi armati che hanno occupato la nostra scuola. Studenti e insegnanti hanno lasciato i villaggi per raggiungere luoghi più sicuri. Spero che torni presto la pace per poter riprendere il lavoro. Mi mancano i miei studenti”.
“Mi rattrista vedere che tutto il sostegno che Save the Children ha dato alla nostra scuola è stato distrutto”, ha detto Marc*, 45 anni, preside di una scuola partner di Save the Children nel Nord Kivu. “Le porte e le finestre delle aule sono state portate via, il materiale scolastico è stato bruciato. Questi uomini armati stanno attaccando il futuro dei bambini. Chiedo alle autorità di mettere in sicurezza il nostro spazio, comprese le scuole perché il diritto all’istruzione sia sempre garantito”.
Oltre alle scuole danneggiate durante gli attacchi, innumerevoli bambine e bambini in tutto il Paese non possono frequentare la scuola, perché fuggono dalla violenza e vivono in campi o in strutture di fortuna. Save the Children sostiene le famiglie sfollate con assistenza alimentare, acqua, spazi per i minori e assistenza sanitaria.
“Quando sono fuggita, avevo preso solo un maglione per proteggermi dal freddo. I miei vestiti, i quaderni e lo zaino della scuola sono stati lasciati indietro”, ricorda Alphonsine*. “Vengo ogni giorno nello Spazio a misura di bambino che Save the Children ha creato. Facciamo il karaoke, giochiamo. Mi piace venire qui perché mi sento libera”.
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) vive una delle crisi umanitarie più complesse e durature al mondo, con 14,2 milioni di persone che necessitano di assistenza.
“Quest’anno il Nord Kivu ha visto un sorprendente aumento di attacchi violenti contro le comunità, comprese le scuole e, di conseguenza, il diritto dei bambini all’istruzione è minacciato”, ha dichiarato Amavi Akpamagbo, Direttore nazionale di Save the Children nella RDC. “Save the Children chiede alle parti in guerra di stabilire i loro accampamenti, depositi e siti di addestramento lontano dalle scuole e al governo della RDC di includere la sicurezza delle scuole nei prossimi colloqui di pace”.
Save the Children lavora nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) dal 1994 per rispondere ai bisogni umanitari legati al massiccio spostamento della popolazione casusata dal conflitto armato nelle province orientali, in particolare nel Nord Kivu, Sud Kivu e Ituri e nel centro del Paese, Kasai-Orientale e Lomami.
*I nomi sono stati cambianti per proteggere l’identità degli intervistati
[1] Fonte: State Education Office
Per ulteriori informazioni:
Tel. 3455508132 – 3409367952 – 3389625274
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento