REGOLA SANITARIA SALERNITANA.
La Scuola Medica Salernitana ha avuto il suo apice nel XI-XIII sec. d.C. Famosa, gli studenti provenivano da tutto il Mondo di allora come i pazienti e, per loro, nacque il poema contenente un “modus operandi” (norme igieniche, prevenzione malattie, caratteristiche terapeutiche delle erbe, dieta…) da applicarsi per stare in salute. Essa si basava su un metodo sperimentale incentrato sulla pratica. Fondata da un Latino, un Greco, un Arabo e un Ebreo secondo una leggenda, con le Costituzioni di Melfi (XIII sec. d.C.) “lo medico praticante deve essere primo examinato… Et che habia tutte le littere testimoniale” dove, per esercitare l’attività di medico, si doveva ottenere il “diploma di laurea in Medicina” rilasciato dalla Scuola. Chiude i battenti nel XIX sec. d.C. Di seguito alcuni aforismi.
De Confortatio Cerebri: “Lava le mani e gli occhi sul mattino/ Sorto dal letto all’acqua fresca e pura;/Indi le membra in un legger passeggio/Muovi, e distendi, e l’incomposto crine/ Col pettine rassetta, e purga i denti./Il celabro da ciò sia confortato,/E ogni altro membro prenderà vigore./Difenditi dal freddo allor che uscito/Sarai dal caldo bagno; e dopo il pranzo/Alzati, o stando in piedi, o a lento passo/Movendoti pian piano, e sempre avverti/Di star lontano dal soverchio freddo.”; De Dispositione Ante Cibi Sumptionem: “Mai non mangiar, se dai mal nati umori/Prima non hai lo stomaco purgato,/E libero dal cibo antecedente;/Di ciò ti accorgerai dall’appetito,/Che col suo salivar aqueo sottile/Ti stimoli al desio di nutrimento.”; De Boni Vini Proprietatibus: “I vini dall’odore hanno il lor pregio,/E dal sapore, e dalla limpidezza,/ E dal colore, e sono i più perfetti,/Che tu possa bramar, que’ che potenti/Trovi, e belli, e fragranti, e freddi, e lievi,/Sicché lo spirito in lor si riconosca.”; De Aere: “Scegli per abitar l’aere che sia/Lucido, non di nebbia oscuro intorno,/Non di vapori impuro, e non infetto/Da pestiferi effuvj, e da mal nati/Aliti di materie adre, e fetenti.”; De Temporibus Anni: “Nella bella Stagion di Primavera,/Fa che i tuoi prandi sien parchi, e frugali,/E sappi ancor, che nella calda State,/Nocivi sono i cibi immoderati,/Ma più nocivi ti saran que’ frutti/ Co’ quali ti lusinga Autunno adulto;/Allora poi, che giunge il pigro Verno,/Siedi senza timore a lauta mensa.”; De Lotione Manuum: “Dopo la mensa lavati le mani,/E ne conseguirai due beneficj,/Le monderai, e in tergerti con quelle/Gli occhi, la vista renderai più acuta.”; De Pane: “Il pane, che userai caldo non sia,/Qual’ è dal forno di recente estratto,/E di troppo né men sia vecchio, e duro,/Ma fermentato, e a guisa d’una spugna,/Ed occhiuto, e leggero, e sia ben cotto/ Con poco sal, di grano maturo eletto,/Di tal sorta, e non d’altra è sano il pane,/Di cui la crosta lasciar dei, che genera/Malinconici umori, adusta collera.”; De Prunis: “Giovan le prugne rilassanti e fredde.”; De Diaeta: “Consiglio a tutti l’osservar dieta,/Il lor serbando consueto vivere,/Purché necessità non sia mutarlo;/La mutazion repente al dir d’Ippocrate/In noi cagiona repentini mali:/La dieta poi del medicar è mèta,/E chi lei non apprezza, ancorché sano,/Mal regge, e infermo poi non ben si cura.”; De Administratione Diaetae: “Nel cibo acciò non erri il dotto Fisico/Ciò attento osservar dee, quanto e qual sia,/Di che sostanza, e quando deesi prendere,/ E quante volte il giorno, e in che luogo.”
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