Rassegna di poesia dialettale
Ideata e organizzata da Rita Gatta, l’iniziativa culturale in continua crescita ha accolto come ogni anno alcuni tra i migliori talenti della poesia dialettale: amici accomunati dall’amore per il vernacolo. Un pomeriggio dalla doppia valenza, turistica e culturale: vera e propria sensibilizzazione alla salvaguardia del patrimonio linguistico territoriale e apertura-disponibilità all’ascolto dell’idioma sconosciuto.
Componimenti dai toni nostalgici capaci di far vibrare le corde dell’anima ed emozionare, versi umoristici, sarcastici o dal sapore agreste, dal profumo di gioie trascorse o speranze svanite, detti, proverbi, aneddoti, interpretati con passione e condivisione. Hanno declamato: Anna Maria Bozzi in dialetto tiburtino; Maria Rita Canterani in genzanese; Maria Lanciotti in sublacense; Salvatore Giovanetti, Roberto De Luca, Maria Fondi e Mario Giovanetti in rocchegiano; Antonella, figlia di Gianni Diana, in monticiano; Lina Furfaro e Aldo Coloprisco in calabrese; Fausto Giuliani in colonnese; Lucio Grasso in napoletano; Mario Leoni in aricino; Giulio Montagna e Luca Leoni in veliterno; Giulio Iacoangeli e Matilde Ventura in romanesco. Paolo Valbonesi ha letto poesie di Elsa Salustri, nipote di Trilussa.
Il Consiglio Regionale del Lazio ha dimostrato la sua vicinanza alla manifestazione con una singolare medaglia di bronzo, mentre la Nuova Contea, con il patrocinio del Comune di Rocca di Papa, ha consegnato per mano della poetessa coordinatrice un attestato di partecipazione divenuto cimelio da collezione per le preziose foto d’epoca della cittadina castellana. È stato anche dato in omaggio a ciascun poeta dialettale il libro del poeta colonnese Fausto Giuliani C 900 Nascere a Colonna, Ed. Controluce.
Grazie a iniziative come questa, sempre più si prende coscienza che il dialetto è una lingua che deve continuare a liberarsi dei pregiudizi. Non è una forma di espressione umile, di coloro che non sono alfabetizzati, ma è la lingua viscerale che giunge diretta nell’intimo ed è a stretto contatto con il vissuto; rifiuta la formalità, l’apparire. Il dialetto è l’essere.
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