“Rapporto Energia e Ambiente” dell’ENEA
Anche quest’anno, in aprile, l’ENEA ha presentato il “Rapporto Energia e Ambiente” che attrae sempre più l’attenzione dell’opinione pubblica in merito alle problematiche in esso trattate. L’eccessivo ricorso ai combustibili fossili (quasi totalmente importati), associato alle prospettive di loro rapido esaurimento e al disatroso effetto (ormai da tutti riconosciuto) che essi hanno sull’ambiente, ha condotto l’Unione Europea a varare recentemente misure che indicano inderogabilmente l’itinerario da seguire entro il 2020. Almeno il 20% dell’energia primaria dovrà essere prodotta con fonti rinnovabili al fine di ridurre del 20% le emissioni in atmosfera. Inoltre, si dovrà ottenere il 20% di risparmio di energia attraverso un ampio recupero di efficienza energetica. È inutile chiarire che ciò rappresenta una sfida che si ripercuoterà pesantemente sullo stile di vita di tutti gli europei e, nel contempo, una enorme opportunità di sviluppo non fine a se stesso (bisogna sempre aumentare il PIL!) ma orientato verso la sostenibilità ambientale. È questo un segnale della capacità tecnologica di un Paese di sostenere la richiesta di sviluppo mantenendo al minimo la pressione antropica sull’ambiente. Dal Rapporto l’ENEA ha estratto alcuni “scenari” per rispondere alla sfida del Clima e dell’Energia.
Scenario clima – Attraverso le esperienze maturate e i risultati conseguiti nell’ambito di progetti di ricerca, l’ENEA analizza i cambiamenti in atto, in particolare nel Mediterraneo e in Italia, mettendo in evidenza gli impatti registrati, le tendenze attuali e gli scenari futuri. L’analisi dei processi in atto e la valutazione degli effetti economici, consentono di identificare gli interventi necessari per salvaguardare il nostro territorio attraverso politiche e strategie di adattamento. Anche un incremento della temperatura di 2°C – l’ipotesi più restrittiva indicata dall’UE come soglia entro cui limitare il riscaldamento globale – porterebbe infatti gravi danni al nostro sistema ambientale.
Scenario Efficienza energetica – Gli interventi per l’efficienza negli usi finali potranno contribuire in misura del 42% alla riduzione della CO2 nel 2020 (figura). Includendo gli interventi di miglioramento dei processi di conversione dall’energia primaria agli usi finali (pari al 15%) la percentuale complessiva dovuta a interventi per l’efficienza cresce fino al 57%. La riduzione della domanda di energia conseguita attraverso un sistema energetico più efficiente si prospetta quindi come il primo obiettivo per una politica di contenimento delle emissioni.
Scenario fonti rinnovabili – Le fonti rinnovabili, secondo lo scenario di intervento realizzato dall’ENEA, potranno contribuire al 2020 alla riduzione delle emissioni nella misura del 27% (figura). L’intervento in questo settore passa attraverso una prima fase di forte impulso alla diffusione delle tecnologie già oggi disponibili sul mercato e una successiva fase che prevede un utilizzo generalizzato ed economico di una seconda generazione delle rinnovabili, frutto della ricerca e dello sviluppo tecnologico. Le potenzialità delle rinnovabili e la velocità di diffusione delle tecnologie saranno accresciute dal contestuale sviluppo dei sistemi di generazione distribuita dell’energia che, oltre a concorrere all’efficienza complessiva del sistema energetico, incrementano la quota di energia da fonti diffuse sul territorio. La generazione distribuita dell’energia, infatti, avvicinando il sistema della produzione a quello dell’offerta, ottimizza il ricorso alle risorse del territorio e, per la taglia ridotta degli impianti, rende più praticabile sul piano dell’accettabilità sociale la realizzazione degli impianti e meno impegnativo sul piano degli investimenti il ricorso a sistemi innovativi.
Scenario sviluppo tecnologico – La riduzione per la “decarbonizzazione” delle fonti primarie di origine fossile, che si mantiene a partire dal 2020 intorno al 15% delle riduzioni totali, è dovuta inizialmente all’aumento della quota di gas naturale sul totale delle fonti fossili mentre, a partire da quella data, cresce il ricorso alle tecnologie di cattura e confinamento della CO2 che nello scenario al 2030 arrivano a pesare per una metà sul processo complessivo di decarbonizzazione. Sulla possibilità di attuare queste modalità di riduzione delle emissioni pesano l’impegno e la capacità di conseguire risultati su tecnologie che, per quanto prossime all’introduzione sul mercato, sono attualmente ancora oggetto di sviluppi tecnologici e di processi di ingegnerizzazione. Vanno inoltre considerate altre soluzioni innovative che si prospettano nell’ambito della comunità scientifica internazionale come quelle che riguardano nuove generazioni di tecnologie per le fonti rinnovabili, per la produzione e l’utilizzo di idrogeno e per un uso sicuro ed economico della fonte nucleare. Un ruolo trainante per l’avvio dei processi di innovazione nelle tecnologie energetiche sta nella capacità di avviare una spirale virtuosa ricerca-sistema produttivo attraverso progetti di sviluppo tecnologico in grado di focalizzare le risorse su obiettivi comuni. Ne è un esempio il progetto Archimede, risultato della ricerca dell’ENEA nel campo del solare a concentrazione per la generazione elettrica, attualmente in fase di realizzazione presso la centrale termoelettrica di Priolo in Sicilia, a seguito di un accordo ENEA-Enel.
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