“Rapporto di gara”, sonorità under 25 dall’estremo sud
Viene dal sud, e precisamente da Eboli, questa nuova, si spera, promessa, dell’indipendente italiana dei giovanissimi cantautori italiani, under 25, che con coraggio ed entusiasmo, sperimentano l’affrontare i palchi dei live club italiani, all’ardita ricerca d’un posto di merito nel mondo delle nuove proposte italiane.
Si chiama Giuseppe Pagliarulo, nome difficile e più che suscettibile di nome d’arte, ma, il suo carattere discretamente convinto di se stesso, fa si che, per il momento non abbia nessuna voglia nè necessità di sostituirlo. Ci presenta la sua opera prima, “Rapporto di gara”, un intenso disco di 9 pezzi autoriali, bazzicando sul finire dell’anno trascorso, per i piccoli club live di Roma capitale, dove noialtri abbiamo avuto il piacere di incontrarlo in quel delle “Mura”, quartiere S.Lorenzo, live club che, dopo aver cambiato gestione, dall’autunno passato propone con coraggio e dovizia, live per tutti i giorni della settimana, spaziando dalle nuove proposte italiane, alle giovani leve europee, con gran seguito da parte dei romani.
Pagliarulo poeta, Giuseppe piccolo filosofo del suo tempo 2.0 e ormai oltre, siamo in piena generazione facebook, con le leggere ma pesantissime ansie di rapporti mediatici, con i tormenti dei nuovi cuori figli della nostra generazione over 40, con gli slanci sentimentali dal sapore asintomatico della dimensione web.
Ma pur di splendidi sentimenti si parla, filtrati dalle nuove meccanicità, riappaiono francamente, nelle innocenti e sensibili parole dei suoi testi autoctoni, del resto, piccoli interessantissimi scenari sulla vita dei nuovi figli del futuro italiano.
Eravamo nati già più adulti, un tempo poco lontano, ma forse è più bello sognare di riflesso oggi, soprattutto l’infinita dolce spensieratezza tormentata di queste nuove leve, che, coinvolgendoci tra l’altro, con un sound anche carino, fatto di pochissimi accordi ben arrangiati, su semplici note di chitarra, compagna di Pagliarulo, insieme a note di basso precipue, e batterie molto scarne ed essenziali, ci fanno rimpiangere il tempo della spensieratezza che fu, e dimenticare la “travolgente macchina” in cui siamo immersi.
Il coraggio di questo giovanotto, in ogni caso, fa onore all’indie italiana, in quanto, arrangiatosi in tourneè con due approssimati compagni, guarda con coraggio, con questa sua opera prima, al mondo dei live club della penisola, sognando altri nuovi ed immensi progetti, convinto delle proprie ancora forse acerbe idee, che con appropriata faccia di bronzo, propone una sfilza infinite di sue emozioni personali, noncurante della platea forse esigente trovatasi di fronte, riuscendo col fascino del meridionale, a coinvolgere gli astanti.
Un bel disco che si fa ascoltare, figlio delle nuove etichette italiane, pioniere di scoperte, in questo caso si tratta della MacroStudio Records, tutto made in sud, un bel viaggio nella poesia degli italiani di ieri e di oggi.
Per qualche info in più, sul disco si trova materiale sul sito ufficiale dell’etichetta, mentre sul cantautore, ovvio, non si può non contattarlo su FB.
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