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Randagismo

Giugno 08
23:00 2008

L’ANSA riporta che nell’agosto scorso che il 57% della popolazione italiana porta con se gli animali in vacanza (con la preferenza di scelta: 66% al mare e 27% in montagna) e di questi, sei su dieci scelgono di soggiornare nella seconda casa mentre soltanto 4 su dieci cercano alberghi e pensioni che accettano gli animali, il resto degli italiani invece preferisce lasciare gli animali in pensione o li affida a parenti e amici.
“Secondo “Progresso Veterinario”, Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani), il 35% della popolazione (22 milioni di italiani) possiede un cane o un gatto.” – dichiara Ilaria Ferri Direttore Scientifico dell’Associazione Animalisti Italiani -“70 milioni di cani e di gatti vivono nelle famiglie in Europa Occidentale, 120 milioni negli USA. Sempre secondo la stessa fonte, si calcola che il 25% degli animali accolti in casa in Italia, viene poi abbandonato.
L’abbandono è un costume tipicamente italiano, vergognoso, e sintomo di una società incapace di vivere nel rispetto dei diritti degli animali, ma anche noncurante dei danni che questo fenomeno provoca e non solo agli animali. Sono infatti stati stimati dall’EURISPES nell’anno 2001, 4.000 incidenti provocati dagli animali randagi che hanno causato 400 feriti e 20 morti.Come sempre e come ogni anno centinaia di migliaia di cani e gatti sono abbandonati in strada, gettati nei fiumi, nella spazzatura; moltissimi muoiono durante i primi giorni in strada, schiacciati dalle auto, negli incidenti, per fame e malattie, vittime di sevizie e maltrattamenti indicibili.
Io stessa nei giorni scorsi ho verificato l’abbandono di due gattini appena nati di cui ci siamo presi cura immediatamente attraverso l’allattamento artificiale e tutte le cure dovute al caso.
È quindi necessario invertire la rotta, promuovere l’adozione responsabile, ma anche e soprattutto la sterilizzazione degli animali, maschi e femmine, al fine di prevenire questo triste fenomeno.
La sterilizzazione è l’unico strumento veramente in grado di prevenire la morte e l’abbandono di creature innocenti.
L’associazione internazionale dei Veterinari per i Diritti Animali (AVAR) e il braccio Italiano della medesima associazione presieduta dal Dott. Moriconi, suggeriscono questo strumento essenziale per la prevenzione del randagismo, per la tutela e la salute degli animali.
L’Ordine dei medici veterinari ricorda che l’intervento di sterilizzazione è un intervento di routine e che, con le dovute precauzioni e valutazioni veterinarie, può essere eseguito senza alcun rischio.
È una leggenda metropolitana da sfatare quella per cui la femmina è meglio che faccia almeno una cucciolata.
Una gatta e i suoi gattini i possono dare origine a 73.000 altri mici in sei anni, e una cagna e i suoi cuccioli ad altri 67.000 nuovi nati in sei anni !!!
Per questo riteniamo che sia necessario promuovere anche la sterilizzazione precoce (dalla VII alla XVII sett. di età, come suggerisce l’Associazione Internazionale dei Veterinari per i Diritti degli Animali; www.avar.org) degli animali al fine di dare in adozione, da parte di canili, rifugi e gattili, solo animali già sterilizzati.
È inoltre necessario che le leggi regionali che scaturiscono dalla legge quadro 281/91 siano aggiornate. A tale scopo ricordiamo che giace nella Commissione Sanità della Regione Lazio la Proposta di legge del Consigliere Mariani (Verdi) redatta da un tavolo tecnico costituito dalle più importanti associazioni animaliste e zoofile (Animalisti Italiani, Enpa, Lega nazionale difesa del Cane, Una, etc) e tutta la veterinaria, sia pubblica che privata. Da cio’ è’ nato un testo condiviso, di grande spessore e che per la prima volta ha visto d’accordo e uniti il mondo dell’associazionismo e della veterinaria.
-Il nostro obiettivo è quello di superare il concetto di canile e di poter favorire la realizzazione di strutture di “Parco Canile”, come da progetto del veterinario zooantropologo Roberto Marchesini. Il Canile non deve essere più una struttura estensiva, lontana dai cittadini, dal tessuto sociale e concepita unicamente come luogo di “sanificazione” e detenzione.
– Vogliamo favorire la realizzazione di piccole strutture di gattile disseminate su tutto il territorio.
– Crediamo sia necessario sensibilizzare le Istituzioni e anche denunciare le loro inadempienze rispetto alla normativa nazionale. Ancora non esiste a 15 anni dalla legge un’anagrafe canina informatizzata nazionale!!
-Denunciare canili e gattili lager.
-Promuovere la sterilizzazione, anche pediatrica, attraverso campagne informative e programmi di intervento sul campo.
-Favorire le attività delle Asl per la sterilizzazione, applicazione del microchip, iscrizione all’anagrafe canina.
-Promuovere convenzioni con veterinari privati come previsto dalla normativa vigente.
-Promuovere iniziative di informazione e cultura animalista nelle scuole allo scopo di favorire l’adozione responsabile e un corretto rapporto uomo-animale con seminari di zooantropologia, etologia, veterinaria.
-Incentivare i Comuni che favoriscono l’accesso degli animali sulle spiagge e le strutture turistico alberghiere che accettano animali.
Il randagismo ha dei costi elevatissimi, per gli animali soprattutto ed anche per la collettività.
Gli animali abbandonati sono spesso presi in cura da piccole associazioni zoofile e animaliste, e da privati cittadini che si sobbarcano spese e oneri che dovrebbero essere di competenza delle Istituzioni: Sindaco e Asl , come recita la legge nazionale 281/91 “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”.
La mancata osservanza della legge nazionale e della relative leggi regionali provoca un notevole aggravio della spesa pubblica. Infatti, i Comuni, le Asl e tutti gli Enti pubblici che non applicano i provvedimenti previsti dalla normativa, non solo sono responsabili del continuo perpetrarsi del randagismo, ma anche degli esagerati e spesso inutili costi che i Comuni corrispondono ai gestori di canili privati che spesso sono dei veri e propri lager, senza agire risolvendo la causa del triste fenomeno degli animali randagi.
Ricerche veterinarie sul campo, dimostrano che se non si cattura almeno il 70% degli animali randagi sul territorio nell’arco di almeno 60 giorni e se non si provvede alla loro sterilizzazione, non sarà possibile ottenere una effettiva e concreta diminuzione del fenomeno del randagismo.
E ciò che appare ancor più grave ed evidente è che il fenomeno del randagismo è ben lontano dall’essere risolto nel nostro Paese. Quello che di certo sappiamo è che la stragrande maggioranza degli animali abbandonati non viene accolto dalle strutture municipali, le quali sono strapiene e non sempre ben gestite
VOGLIAMO E DOBBIAMO FERMARE LA BARBARIE DI MIGLIAIA DI ANIMALI INNOCENTI ABBANDONATI, GETTATI COME RIFIUTI, MORTI AI BORDI DELLE STRADE, RINCHIUSI A VITA NELLE GABBIE DEI CANILI.”

Animalisti Italiani

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