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Quel giorno che diventai un umorista: la confessione (semiseria) di Achille Campanile

Quel giorno che diventai un umorista: la confessione (semiseria) di Achille Campanile
Aprile 14
15:00 2020

ra il 1930 quando Achille Campanile dava alle stampe Agosto, moglie mia non ti conosco. Romanzo intenso, voluminoso, e ricco di spunti, nel riconoscibile stile dell’autore. Sotto la lente d’ingrandimento del Maestro passano i bizzarri personaggi che vivono a bordo del piroscafo “Estella”, costretti loro malgrado ad una sorte rigorosa e tragica: durante il naufragio dell’imbarcazione al posto delle cinture di salvataggio indossano quelle di castità. Il lieto fine è dietro l’angolo, perché tutti si salvano, ma le chiavi delle cinture sono tragicamente smarrite sul fondo del mare. Situazione inedita e geniale, che dà a Campanile la possibilità di giocare sui costumi di una volta. Lo sottolinea bene Enzo Siciliano, tra i tanti critici estimatori dell’autore romano, il quale afferma che nel romanzo si può leggere “una presa in giro, condotta con una mano svagata e schizofrenica, dei costumi idioti dei benpensanti d’una volta”. In effetti in un clima di estremo rispetto di religiose gerarchie umane e sociali, non dovrebbe rappresentare un problema fare della castità un mood esistenziale. Ma i problemi sono dietro l’angolo. A metà tra finzione, invenzione e realtà, Campanile in Agosto fa di un proverbio – tanto per restare in tema di luoghi comuni e credenze – il titolo di un romanzo, in una magistrale prova di narrativa umoristica coadiuvata dal consueto lessico semplice, espressivo e pertinente. Lo stesso che veniva usato nelle interviste: storica, a tal proposito, la sua confessione di “adesione” all’umorismo, un’etichetta rigettata con eleganza dallo scrittore. Ai microfoni di Esercizi di memoria su RadioTre, alla domanda sullo stile umoristico prescelto per le sue opere, Achille risponde con un aneddoto: “Un giorno, avendo bisogno di quattrini, mi presentai allo sportello di una banca e dissi al cassiere: “Per favore, mi potrebbe prestare centomila lire?”. Il cassiere mi disse: “Ma sa che lei è un umorista”. Così scopersi di esserlo”. Mai rivelazione fu più spiazzante.

Campaniliana 2020: nonostante l’emergenza coronavirus, la “Campaniliana” non si ferma e sono ancora aperte le iscrizioni per partecipare, gratuitamente, al Premio Nazionale Teatrale “Achille Campanile”. Il bando è disponibile sul sito web e in rete ed è rivolto a copioni inediti, in lingua italiana, di genere umoristico. Tutte le informazioni su www.campaniliana.it e sulla pagina facebook  @Campanile.

 

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1 Commento

  1. Vraie55
    Vraie55 Aprile 15, 23:49

    La battuta di Campanile risulta piuttosto difficile da interpretare ai “campaniliani per forza”. E pure chi lo ama. Il Maestro ha voluto presentarci il cassiere di banca, professione che, se necessario, rende lo sfortunato soggetto del tutto privo di senso dell’umorismo (al pari dei giudici, tanto per fare un esempio… o degli impresari di pompe funebri).. per l’impiegato di una così seria e grave professione fa ridere chi affronta come un normale quesito il desiderio di avere soldi, chi non si uniforma alla drammaticita’ insita della procedura di richiesta… e alla documentazione. Campanile lo sa e fa spallucce, trasformando per una volta se stesso in un (finto) “personaggio di Campanile”! (nel dare l’ultima battuta a chi lo intervistata. Viva Campanile! Viva l’Italia e Viva il Virus.

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