Quattro pittori d’immagine all’Accademia Nazionale Cinese di Pechino
LA LUCE RICORDA
Quattro pittori d’immagine all’Accademia Nazionale Cinese di Pechino
A cura di Giorgio Agamben e Zhang Xiaoling
15 SETTEMBRE – 15 OTTOBRE 2018
Roma 07 settembre 2018
In questi anni recenti la prestigiosa istituzione dell’Accademia Nazionale Cinese di Pittura volge lo sguardo e l’attenzione verso l’Italia e l’Europa, affascinata dalla grande tradizione culturale legata all’arte, alla pittura, alla poesia ed alla filosofia. Già la rassegna d’arte Phoenix Art Exhibition che si è tenuta nel settembre 2017 nei musei di Feng Huang, che ha visto insieme in un dialogo-confronto dodici dei maggiori artisti cinesi e sei importanti artisti europei, esprimeva la necessità e la volontà di un confronto fra espressioni artistiche Cinesi e Occidentali.
Ora, la mostra che si aprirà a Pechino il 15 settembre 2018, presso la sede dell’Accademia Nazionale Cinese di Pittura, puntualizzando una scelta relativa agli specifici linguaggi della pittura contemporanea, vede invitati ad esporre due fra i più significativi autori della scena artistica italiana, Ruggero Savinio e Giuseppe Modica, insieme a due famosi pittori cinesi, Tang Yongli e Zhang Yidan, nel segno di uno scambio culturale e della creazione di una circolarità fra Oriente ed Occidente.
La cura della mostra è stata affidata a Giorgio Agamben, filosofo italiano di fama internazionale il cui pensiero ha in Cina una particolare accoglienza ed è studiato attraverso un’ampia diffusione editoriale, e a Zhang Xiaoling Vice Presidente dell’Accademia stessa, critico d’arte e fine studioso della cultura artistica internazionale, promotore di iniziative tese a valorizzare l’identità e la comunicazioni tra diversi paesi e culture.
L’Istituto italiano di Cultura, diretto dal dr. Franco Amadei, in collaborazione con l’Ambasciatore italiano a Pechino, S. E. Ettore Sequi, organizzerà una giornata di studi alla quale interverranno gli artisti e i curatori.
Il testo di Giorgio Agamben La luce ricorda, che dà il titolo alla mostra, ne suggerisce anche il filo conduttore nel concetto della luce come elemento primigenio, originario della creazione: dalla luce proviene la forma e la sua percezione; la luce trascina con sé la materia, si fa materia e si identifica con la materia cui dà forma. Se la luce è, in questo senso, ciò in cui forma e materia coincidono in un corpo, allora si comprende perché la luce sia per eccellenza il luogo e il medio della pittura. E Agamben ritrova nei quattro autori questo comune denominatore: il ricordarsi, ciascuno a suo modo, della capacità della luce di farsi corpo.
In Ruggero Savinio la luce è tutta raggrumata sui corpi, che non sono essi stessi altro che il risultato di un assillante e ripetuto picchettare della luce, tanto che non sapresti dire se il martellio provenga da fuori o da dentro, quasi fossero lavorati a sbalzo dal colore che li forma.
A proposito della pittura di Giuseppe Modica, Agamben puntualizza l’aspetto della rifrazione e lo affianca a quello della riflessione, già indagato da molti studiosi. La rifrazione è intesa come sottile slittamento dei piani e cambiamento dell’angolo dello sguardo. Essa crea in Modica una sorta di straniante metafisica divisione, che cristallizza la visione su un piano altro, oltre la retina, più profondo e remoto, nell’area dell’umor glacialis.
Savinio e Modica sono due autori diversi fra loro, non assimilabili a gruppi di corrente, ma sono entrambi dentro il linguaggio della pittura come compenetrazione di forma-colore-luce. Una pittura che rimanda alle antiche ragioni originarie di autori come Giotto e Masaccio (Savinio), Piero della Francesca e Antonello da Messina (Modica) e che, attraversate e raccolte le sollecitazioni del Novecento, si rinnova nel Duemila alla luce delle inquietudini del contemporaneo. Un’antica accezione e ragione dell’arte che si interroga sul tempo e si reinventa senza uscire dalla natura stessa della pittura e dall’immanenza fisica e concreta dell’opera. Due autori, Savinio e Modica, tenacemente legati all’avventura della ricerca e della pittura; una pittura lenta e densa di sedimentazioni, di addizioni e sottrazioni e di memoria, in cui il tempo, la luce e l’immaginazione giocano un ruolo preponderante e fondamentale.
Questo intenso legame con il fare della pittura, con radici lontane e profonde è ciò che crea il rapporto con gli altri due artisti esposti in mostra.
Tang Yongli è un autore che coniuga antica religiosità e laicità moderna, l’antica pittura ad affresco e la moderna indagine analitica di ascendenza europea. Questo rende plastici e minuziosamente descritti nei particolari i personaggi rappresentati. Oltre le figure il vuoto, l’assenza, la sospensione e parallelamente un ritmo segnico gestuale verticale di scrittura, che intreccia un dialogo armonico e sinergico con la figura e la sua plasticità. La forma verticale del supporto rafforza la verticalità dei personaggi che sono racchiusi in uno spazio definito solo dalla scrittura: un margine che rende ieratiche e solenni le immagini rendendole corporee. E questo accade anche nelle composizioni con molte figure, nelle quali la mancanza di margini accentua l’orizzontalità e la fisicità.
Zhang Yidan ha osservato con profondo interesse la pittura di paesaggio dell’antica Cina ed ha pubblicato studi su Zhu Da (1626 – 1705), pittore e calligrafo, cercando di comprenderne la struttura e la forma espresse anche come studio del paesaggio. In parallelo Zhang Yidan ha indagato la decorazione dei tessuti nella tradizione popolare cinese. Da questo percorso nasce l’amore per il paesaggio e la figura, raccontati con grande capacità descrittiva e accuratezza di esecuzione nei suoi lavori, per i quali ha vinto importanti premi.
Giorgio Agamben osserva che la luce nella pittura cinese non è mai tema, si è completamente smemorata di sé e forse per questo non produce mai ombre, e forse è nella bruma sottile che pervade i quadri di Zhang Yidan e nel cielo alto che fa da contrappunto al paesaggio, che va cercata l’atmosfera sospesa. Sembra continuare la tradizione della pittura di paesaggio, quasi che i suoi inchiostri fossero frammenti di un rotolo delle Cinque Dinastie o dell’epoca Song – dice Agamben – e trova riscontro nel trattato sulla pittura di Shitao (1642-1707) dove tutti gli elementi descritti da Zhang Yidan nelle sue opere sono considerati costituenti essenziali della pittura: l’acqua che scorre e trabocca in tutte le sue forme,…la montagna che si trattiene e nasconde e con la successione delle sue cime e delle sue pareti “veicola un ritmo”, gli alberi, isolati e in piccoli gruppi…
Ufficio Stampa: Rosi Fontana, Press & Public Relations – info@rosifontana.it mob. 335562324
BIOGRAFRIE ARTISTI:
Giuseppe Modica nasce a Mazara del Vallo nel 1953. Studia al Liceo Scientifico della sua città e nel 1973 si iscrive alla facoltà di Architettura di Firenze, dove frequenta anche l’Accademia di Belle Arti, completando gli studi nel 1978. È Docente Ordinario di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma ed è responsabile del Dipartimento di Arti Visive. Esponente dell’area di ricerca definita da Maurizio Fagiolo dell’Arco De Metaphisica, Modica coniuga tradizione ed innovazione: l’antica radice che mette in relazione forma-colore-luce, e che proviene dalla pittura rinascimentale, diventa, attraverso la lezione del Novecento, una sottile straniante rifrazione metafisica. Una pittura incantata e lenta, di addizione e sottrazione, fatta di infinite sedimentazioni e cancellazioni che mira ad un equilibrio e magica sospensione magnetica. Giuseppe Modica è apprezzato da insigni studiosi d’arte come Maurizio e Marcello Fagiolo dell’Arco, Claudio Strinati, Vittorio Sgarbi, Guido Giuffrè, Janus, Francesco Gallo, Gabriele Simongini, Franco Fanelli, Sebastiano Grasso, Giovanni Lista, Sasha Grishin, Marco Goldin, Marco Di Capua, Roberto Gramiccia, Tiziana D’Acchille. Si sono interessati al suo lavoro letterati come Leonardo Sciascia, Giorgio Soavi, Antonio Tabucchi, Massimo Onofri, Roberto Calasso. Ha allestito numerose mostre personali, la prima nel 1973, in prestigiose gallerie di Roma, Firenze, Palermo, Bologna, Genova, Trieste, Milano, Torino, Parigi, Utrecht, Colonia, Budapest, ecc. Ha esposto in retrospettive a carattere istituzionale e museale: Tour Fromage di Aosta, Palazzo dei Diamanti di Ferrara, Casa dei Carraresi di Treviso, Complesso del Vittoriano di Roma, Galleria Civica di Arezzo, Loggiato di San Bartolomeo di Palermo, Galleria Civica Complesso del Carmine di Marsala, Museo Nazionale di Palazzo Venezia di Roma, Galleria Civica di Potenza. È stato invitato in mostre a carattere internazionale: Quadriennale di Roma Palazzo Esposizioni 1999; Biennale Internazionale de Il Cairo 2001; Novecento siciliano musei di Mosca, Minsk, Barcellona 2003; Arte italiana Palazzo Reale Milano 2007; Biennale Internazionale di Venezia-Padiglione Italia Arsenale 2011; Metafisica italiana Panorama Museum Bad Frankenhausen 2012. E’ presente dal 2014 nella Collezione Arte Italiana alla Farnesina a Roma. Nel 2016, invitato dal Ministero degli Esteri e dall’Ambasciata italiana in Australia, ha tenuto una importante mostra, a cura di Donatella Cannova con prefazione dell’Ambasciatore Pierfrancesco Zazo e testo di Sasha Grishin, all’Istituto Italiano di Cultura a Sydney, all’Ambasciata Italiana di Canberra ed Istituto Italiano di Cultura di Melbourne.Nel 2016 a cura di Marcello Fagiolo si inaugura il Trittico La Crocefissione di Luce nella Chiesa Madre di Ludovico Quaroni a Gibellina.Diversi riconoscimenti arrivano dalla Cina con, nel 2014 ,l’assegnazione del primo premio al Festival internazionale dell’Arte di Nanchino, con acquisizione dell’opera da parte del Museo. Segue l’invito nel 2015-16 alla mostra Blue Vision-Italy Contemporary Art a Chong Qing nel Museum Art Gallery Zhongshan Industrial Park. Nel 2017 è invitato dall’Accademia Nazionale Cinese di Pechino ad una significativa mostra Europa Cina Phoenix Art Exhibition a Fenghuang, che mette a confronto 6 artisti europei e 12 artisti cinesi. Espone 10 opere di grandi dimensioni, e gli viene assegnato il premio Best Realistic Painting Award. Nell’aprile 2018 partecipa nuovamente a Fenghuang ad una rassegna sull’arte italiana che vede coinvolte le Accademie di Belle Arti di Roma, Firenze e Milano. A settembre dello stesso anno è invitato ad esporre all’Accademia Nazionale Cinese di Pittura a Pechino, nella mostra La luce ricorda a cura di Giorgio Agamben e Zhang Xiaoling, assieme ai pittori Ruggero Savinio, Tang Yongli e Zhang Ydan.
Ruggero Modica nasce nel 1934 a Torino. Figlio di Alberto Savinio e nipote di Giorgio De Chirico, per tradizione familiare si avvicina in giovane età al mondo dell’arte. Frequenta a Roma la Facoltà di Lettere ed esordisce nel 1956 nell’ambito di una collettiva presentata da G. Ungaretti. Nel 1958 si reca per la prima volta a Parigi con una borsa di studio; vi torna più volte fino al 1961, per risiedervi poi, anche se non stabilmente, dal 1965 al 1968, anno in cui si trasferisce a Milano. Prima mostra personale alla galleria Le Ore di Milano (1962). Torna a vivere a Roma nel 1984. Espone nelle principali rassegne nazionali e internazionali, quali la “IV Rassegna di Arte Figurativa di Roma e del Lazio” al Palazzo delle Esposizioni di Roma (1963, 1965), “Alternative Attuali 2” al Castello Cinquecentesco de L’Aquila (1965); “l’Art International Exposition” a Chicago (1986) con sala personale, a diverse edizioni del “Salon des Grands et Jeunes d’aujourd’hui” a Parigi, della Biennale di Venezia (1988, 1995) con sala personale, della Quadriennale di Roma, con sala personale (1992), a “La ricerca dell’identità” a Palazzo Reale di Milano (1974), “Novecento. Arte e storia in Italia” alle Scuderie del Quirinale di Roma (2000). Tra le personali una mostra di disegni presentata alla Galerie Jacob di Parigi (1965), le esposizioni nell’ex Convento di San Francesco di Sciacca (1989), alla Galleria Philippe Daverio di New York (1990, 1991), a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto (1992), alla Fortezza Spagnola di Porto Santo Stefano (1995), nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco di Milano (1999), nella Sala del Cenacolo di Roma, a cura della Camera dei Deputati (2001), al Museo dello Splendore di Giulianova (1999), alla Fondazione Credito Siciliano di Acireale (2005), Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2012). Durante il suo percorso artistico riceve premi e riconoscimenti ufficiali tra cui il Premio Guggenheim per un artista italiano (1986) e il Premio De Sica come Pittore consegnato dal Presidente della Repubblica (2007). È membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 1995.
Tang Yongli è nato a Tangshan, Hebei, nel 1951. Si è laureato presso il Dipartimento di Belle Arti della Normal Università di Hebei. Nel 1982 è entrato nel dipartimento di pittura cinese dell’Accademia Centrale di Belle Arti. Nel 1985 si iscrive alla Scuola di Specializzazione di Pittura Cinese dell’Accademia di Belle Arti di Zhejiang e dopo aver conseguito il diploma è rimasto nel dipartimento. Nel 1988 è diventato direttore dell’ufficio didattico del Dipartimento di Pittura Cinese e ha presieduto all’insegnamento della Pittura di figura. Nel 1996 è diventato vicepreside del Dipartimento Cinese di Pittura e nel 2000 si è trasferto al Dipartimento di pittura cinese all’Accademia Centrale di Belle Arti. Le sue opere hanno partecipato alla 5a, 6a, 7a, 8a e 9a Mostra d’Arte Nazionale. Attualmente è membro del Comitato Nazionale della Conferenza Politica Consultiva del Popolo cinese, professore / tutor di dottorato dell’Accademia centrale di Belle Arti, direttore dell’Istituto cinese di pittura, membro dell’Associazione degli artisti cinesi, vice direttore della China Fine Brushwork Painting Society, membro della China National Academy of Painting, direttore del National Thematic Artistic Creation Center. Le opere di Tang Yongli combinano il folk e il religioso, la pittura in stile affresco e in stile claustrale, le figure del passato e quelle contemporanee, nella raffigurazione dello spirito di ricerca. Questa esplorazione contiene nuovi metodi di figurazione, distorsione, decorazione, disegno e colore, che mostrano le sue idee che sviluppano una propria arte e pittura in stile claustrale in Cina.
Zhang Yidan è nata ad Anhui nel 1968. In passato era conosciuta come Zhang Donghui. Attualmente è pittrice della China National Academy of Painting, collega post-dottorato di belle arti, membro della China Meticulous Painting Society, membro della China Artists Association, direttore della Chinese Women Artists Association. È anche docente alla China National Academy of Painting, vice-caporedattore di Art News of China (zgmsbweb.com). È dirigente responsabile del progetto artistico nazionale Contemporary Chinese Painting 1978 – 2008. Ha pubblicato molti articoli importanti tra cui Zhu Da, forma e ambiente dei dipinti di paesaggio, Zhu Da, origine e storia dei dipinti di paesaggio, Dress Pattern Configuration Concept and Illusion’s Characteristic of Minority in Southwest China. I suoi libri pubblicati includono la serie Chinese Folk art Series- Folk costumes ed è co-autrice di Storia della pittura cinese. Nel 2009, ha pubblicato Quadri di paesaggio di Zhu Da. Il suo dipinto Fleeting ha vinto il Emerging Figurative Artist Award del 2008 e il suo dipinto di nobile e preziosa fattura è stato selezionato per l’11a National Art Exhibition. Il suo dipinto Flying è stato selezionato per la 4a Mostra Nazionale d’Arte della gioventù e ha vinto il Silver Award nel 2012 alla National Plastic Art Exhibition. Il suo progetto grafico The Cartoon Festival ha vinto il National Book Cover Design Award ei suoi Nostalgic Portraits hanno vinto l’Oscar nella Biennale della pittura a olio in Cina. Le opere di Zhang Yidan sono nella collezione del China National Art Museum, dell’Accademia Centrale di Belle Arti e di molti altri importanti musei in Cina e fuori.
Ufficio Stampa: Rosi Fontana, Press & Public Relations
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento