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Quartieri dell’Arte XXIII edizione Viterbo – 15 settembre / 13 novembre 2019

Quartieri dell’Arte XXIII edizione  Viterbo – 15 settembre / 13 novembre 2019
Settembre 10
06:07 2019

Progetto Europeo EU Collective Plays!

La manifestazione è realizzata con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo, Regione Lazio, Comune di Viterbo, Fondazione Carivit, Comune di Bomarzo, Comune di Bassano in Teverina, Comune di Vitorchiano, Università degli Studi della Tuscia, Ianus, La Dramaturgie, GB EditoriA, Rinascimentiamo Gallery, Arci Viterbo, Egidio 17, Archeoares snc- Museo del Colle del Duomo, Promotuscia.

Fondatore: Gian Maria Cervo
Direttore artistico: Gian Maria Cervo
Condirettore: Alberto Bassetti
Assistenti alla direzione artistica: Luigi Cosimelli e Cesare Ceccolongo
Collaboratori: Francesco di Mauro, Marco Vaccari, Valeria Stella, Alessio Vernati
Grafica ed editing: Rocco Franceschi Arth Creative Italia

INFO E PRENOTAZIONI:
ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com
www.quartieridellarte.it

UFFICIO STAMPA: Marzia Spanu 335.6947068 info@marziaspanu.com

Introduzione programmatica

Se c’è un’edizione di Quartieri dell’Arte che afferma che il nostro, prima di essere un Festival di drammaturgia contemporanea, è un Festival di drammaturgia, quella è questa XXIII edizione.

I prodotti sviluppati in seno al progetto “EU Collective Plays!” che presentiamo in questo 2019 (“Narcissus”, “Freetime” e derivati) hanno elementi e configurazioni eclatanti; ma abbiamo l’ambizione di pensare che questo Festival, mantenendo certi principi, potrà restare utile soprattutto nei momenti storici in cui la drammaturgia sarà considerata poco eclatante o sarà relegata al mondo dell’invisibile.

Il senso di questa edizione di Quartieri può essere riassunto attraverso il concetto di sparizione e misteriosa riapparizione di determinate strategie drammaturgiche, illustrate attraverso un confronto tra forme antiche di polivocalità, rintracciabili solo per mezzo di frammenti, e forme contemporanee appena sperimentate. A questo tipo di indagine si associa un’investigazione sul territorio, sui suoi aspetti, tratti e fenomeni colpiti da damnatio memoriae. Si potrebbe dire che trattiamo la drammaturgia come il territorio e il territorio come la drammaturgia.

Questo XXIII Festival Quartieri dell’Arte vuole far scoprire al suo pubblico che perfino nel mondo dell’antica Grecia si possono rintracciare una specie di Oscar Wilde, capace di dare scandalo, di creare sensazionalismo sessuale e di lavorare sulla scomposizione del linguaggio (Agatone), una specie di Edward Bond (Frinico) e una specie di Sarah Kane (Euripide) capace di mettere in crisi il concetto stesso di realtà o di realismo.

E poi ci sono i luoghi particolari, della Tuscia e del Festival. Il site-specific e il site-responsive rappresentano modi di declinare l’idea di unità di luogo, un’idea che si coniuga molto bene con la drammaturgia polivocale: in essa il luogo fisico resta quasi sempre lo stesso; sono la lingua e il linguaggio, lo speech genre – il genere di discorso, a portare lo spettatore in un altrove spaziale o temporale.

“Offelia Suite” ci porta una riscrittura di uno dei personaggi più affascinanti dell’ “Amleto”, Ofelia, in uno dei luoghi italiani più in simpatia psichica con il grande dramma shakespeariano: il Palazzo Orsini di Bomarzo, dimora di quel Vicino che fu tra i più attivi interlocutori di Giulio Camillo sull’Idea del Theatro, un teatro-mondo che potesse contenere tutto lo scibile umano, un teatro globo. E nello stesso Palazzo, “L’uomo più crudele”, che nella regia di Gianluca Iumiento sembra il figlio scaturito da un matrimonio tra Bob Wilson e Barry Kosky – anche grazie alla guest appearance di Gennaro Cosmo Parlato -, riporta il pubblico a una festa che potrebbe somigliare a quelle date da Vicino nel Cinquecento, con simbologie misteriose e magiche e elementi di ironia.

Risuonano con queste drammaturgie, le drammaturgie multiple prodotte da Collective, che con il loro clash di diverse prospettive culturali, sociali e talvolta generazionali, riproducono la nostra esperienza di cittadini globali immersi costantemente in un oceano popolato da stili, registri e linguaggi radicalmente diversi tra loro.

Oceano di cui diventa metafora, almeno a tratti, l’“Ercole” dei Fratelli Presnyakov che inscena la fatica delle stalle di Augia tra le Scuderie Sallupara (o del Bramante) di Viterbo, le più belle del Rinascimento anche a detta dei coevi, e due luoghi di delitti che hanno portato la Tuscia alla ribalta nazionale in epoca recente; una drammaturgia che vuole essere, come tutta questa edizione del Festival, un po’ palazzo enciclopedico, un po’ esperienza sorprendente.

Gian Maria Cervo
Direttore Artistico QdA
CALENDARIO – QdA 2019

Dom 15 Settembre ore 19 – Borgo – Bassano in Teverina
JULIETTE ON THE ROAD Liberamente ispirato a Romeo e Giulietta di W. Shakespeare.
testo e collaborazione drammaturgica Aleksandros Memetaj
Regia e coreografia di Loredana Parrella
Una coproduzione tra Cie Twain e Fondazione Teatro Comunale Modena.

Gio 19 settembre / sabato 21 settembre ore 21 – dom 22 settembre ore18 – Palazzo Orsini – Bomarzo
L’UOMO PIÙ CRUDELE di Gian Maria Cervo
Regia di Gianluca Iumiento
Coproduzione del Festival con KHIO Oslo, Florian Metateatro, Cie Twain

Sab 21 settembre ore 18 – Piazza Sallupara – Viterbo (prima assoluta)
ERCOLE dei Fratelli Presnyakov
Curatela di Gian Maria Cervo
Regia di Lidija Dedovic
Coproduzione del Festival con l’Associazione La Dramaturgie

Dom 22 settembre ore 12 – Palazzo Orsini – Bomarzo
OFFELIA SUITE
Con Viola Graziosi.
Regia di Graziano Piazza. Musiche di Arturo Annechino
Produzione Teatro Sannazzaro di Napoli

Ven 27 settembre ore 21- Giardini di Ararat- Viterbo
IO SONO. SOLO. AMLETO. di Marco Cacciola, Lorenzo Calza, Michelangelo Dalisi, Letizia Russo
Regia di Marco Cacciola
Una coproduzione tra Elsinor e Residenza Idra

Sab 28 settembre – Vitorchiano (prima assoluta)
ELVIS. JACK. JUDY
Una performance in occasione del 50° anniversario dei moti dello Stonewall.
Produzione: Quattro note motrici

Dom 29 settembre ore 17- Museo Civico – Viterbo
FREETIME VIRTUAL EXPERIMENT performance ideata da Gian Maria Cervo a partire da FREETIME di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov

Sab 5 ottobre ore 19 – Bagnoregio-luogo da definire (prima assoluta)
ANDERSEN PROJECT N. 1, 2 e 3 di AA.VV.
Regia di Anna Romano

Dom 06 ottobre ore 19 – Bagnoregio- luogo da definire
IPNORIA di Andrea Massella.
Regia di Carles Fernandez Giua
Mer 23 ottobre / lun 28 ottobre Ufficio Turistico – Viterbo
Museo della Tragedia Perduta
TENTATO OMICIDIO A TROIA CITY da “L’Alessandro” di Euripide
Di Antonio Piccolo
Regia di Lino Musella
Coproduzione del Festival con Galleria Toledo di Napoli

Sab 26 ottobre ore 21 – Palazzo Orsini – Bomarzo
LA MAISON DE SANTÉ
Scritto e diretto da Marco Vallarino
Produzione Associazione Culturale Ingranaggi e La Dramaturgie

Mar 29 ottobre / gio 07 novembre ore 21 (dom ore 18) – Ufficio Turistico- Viterbo
Museo della Tragedia Perduta
DRAMMA DELLA PASSIONE DI ABIDO
Regia di Carlo Fineschi
Produzione ALT QVM

Da ven 01 novembre / dom 10 novembre ore 21 (dom ore 18) – Ufficio Turistico-Viterbo (prima assoluta)
Museo della Tragedia Perduta
FRINICO scritto e diretto da Simone Corso a partire dai frammenti di Frinico/ Nutrimenti Terrestri
AGATONE esperimento di scrittura operato da un’intelligenza artificiale condotto da Gian Maria Cervo, Giorgio Maria di Nunzio e Federico Meschini a partire dai frammenti di Agatone e dalle evidenze documentali sulla sua scrittura / Accademia degli Artefatti
LYCURGUS da Gneo Nevio. Regia Vincenzo Manna / Florian Metateatro

Lun 04 novembre ore 21 – Ufficio Turistico-Viterbo
NARCISSUS di James Bidgood, Michel Marc Bouchard, Gian Maria Cervo, Chris Goode, Antonio Ianniello, Anna Romano con materiali aggiuntivi di Alberto Bassetti
Regia di Gabriele Paupini, consulenza Francesca Macrì

Mar 12 novembre / mer 13 novembre ore 21 – Tuscania (anteprima assoluta)
Freetime di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov.
Regia di Pierpaolo Sepe.

SCHEDE SPETTACOLI – QdA 2019

Dom 15 Settembre ore 19 – Borgo – Bassano in Teverina
JULIETTE ON THE ROAD
Liberamente ispirato a Romeo e Giulietta di W. Shakespeare.
testo e collaborazione drammaturgica Aleksandros Memetaj
Regia e coreografia di Loredana Parrella
Una coproduzione tra Cie Twain e Fondazione Teatro Comunale Modena.
Direttore tecnico Marco Guidi
Assistente alla coreografia Yoris Petrillo
Comunicazione, immagine e costumi Gianluca Formica
con Gianluca Formica, Maeva Curco Llovera, Yoris Petrillo, Caroline Loiseau, Luca Zanni, Elisa Melis, Giulia Cenni, Aleksandros Memetaj, Maria Stella Pitarresi, Marco Pergallini.

Sono passati più di 400 anni da quando la storia di Romeo e Giulietta, l’amore di due giovani, ostacolati dall’attrito tra le rispettive famiglie, dai vincoli del buon costume e dal fato scaldava i teatri londinesi. È la storia che più di tutte le altre opere di Shakespeare ancora scalda il cuore di giovani e meno giovani in tutto il mondo.
C’ è quel fantastico momento, nel 5° atto, in cui Giulietta si sveglia e trova di fronte a sé i corpi morti di Paride e del suo Romeo, bacia quest’ultimo nella speranza di morire avvelenata tra le sue labbra, poi estrae il pugnale e si uccide. Ma se in quel momento Giulietta avesse fatto una scelta diversa? Se invece di uccidersi col pugnale di Romeo, avesse accettato l’invito del frate a fuggire? Se fosse scappata, lontano, da sola? Se fosse cresciuta, si fosse innamorata di nuovo, se fosse diventata madre? Giulietta è morta ma Juliette decide di vivere, decide di strappare le pagine del libro che la chiudono in un vincolo eterno d’amore con Romeo. Decide di saltar fuori dalla storia, e scriverne una diversa, lasciandosi alle spalle la famiglia, il cugino defunto, la nutrice, Mercuzio, il frate, e pure il suo Romeo. Juliette inizia un viaggio alla ricerca della sua libertà ma c’è una storia che la reclama costantemente. Ci sono delle persone costrette a vivere la tragedia da cui lei è scappata. C’è il suo Romeo che continua a proteggerla e ad amarla ad ogni respiro, c’è Mercuzio smarrito nei suoi sogni d’amore, ci sono i genitori di Juliette, bloccati e ciechi come due pilastri che devono sostenere il peso di questa storia (di un mondo) le cui chiavi sono custodite dal frate, condannato eternamente in un limbo, come un moderno Virgilio, e costretto a convivere con la sua colpa. Non è la bella Verona, ma l’inferno di Frate Lorenzo la cornice di questo viaggio all’interno dei personaggi di Juliette. Tra antichi rancori ed eterni atti d’amore incosciente, Juliette trascina il pubblico all’interno del suo viaggio, fatto di ricordi, tensioni e amori che non finiscono. Juliette è una lente di ingrandimento che mette a fuoco i tormenti dei padri e la fragilità delle madri, dona luce ai vani sogni dell’essere umano e ai suoi continui tentativi di cambiamento, rende onore al coraggio di chi parte e alla sofferenza di chi è costretto a rimanere.

Loredana Parrella è coreografa e danzatrice, regista e attrice. Loredana Parrella unisce nel proprio lavoro l’arte della danza e una visione teatrale della scena e dell’azione, che approda a spettacoli di grande forza spettacolare e coreutica. Dopo una lunga attività interpretativa che l’ha portata a calcare grandi palcoscenici (dal Teatro alla Scala di Milano all’Opera di Roma) diretta da grandi registi (da Ronconi a De Simone), dagli anni ’90 ha firmato drammaturgia e regia di produzioni di danza contemporanea (tra cui Aterballetto, Balletto Teatro di Torino). Negli anni coreografa e regista per i più importanti teatri italiani ed esteri come Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Comunale di Modena, Birmingham TouringOpera, OperaZuid_Maastricht, Maggio Musica Fiorentino, Teatro Carlo Felice di Genova. Oggi Direttrice artistica di Cie Twain physical dance theatre – Compagnia Produzione Danza sostenuta dal MiBACT, e dei progetti OfficinaTwain 14/16 e TWAIN Residenza di spettacolo dal vivo.

Gio 19 settembre / sabato 21 settembre ore 21 – dom 22 settembre ore18 – Palazzo Orsini – Bomarzo
L’UOMO PIÙ CRUDELE di Gian Maria Cervo
Regia di Gianluca Iumiento
Coproduzione del Festival con KHIO Oslo, Florian Metateatro, Cie Twain
Con Cesare Ceccolongo, Pino Censi, Luigi Cosimelli, Yoris Petrillo e Anna Paola Vellaccio
E con la partecipazione straordinaria di Gennaro Cosmo Parlato
Costumi Sebastian Ellrich e Christin Vahl – Make-up Matteo Berti – Aiuto regista Rose Aker

“Ho imparato così tanto da Dio
Che non so più dirmi
Cristiano, Hindu, Musulmano, Buddista, Ebreo.
La Verità mi ha mostrato così tanto di Sé
Che non so più dirmi
Un uomo, una donna, un angelo o anche un’anima pura.
L’amore s’è fatto amico Hafez.
Ha ridotto in cenere e mi ha liberato da
Qualsiasi concetto o immagine che la mia mente abbia mai conosciuto”.
[Hafez, poeta persiano del XIV secolo]

“Gli uomini combattono e perdono la battaglia, e la cosa per cui avevano combattuto si verifica nonostante la loro sconfitta e poi si scopre non essere quello che intendevano e altri uomini devono lottare per quello che intendevano sotto un altro nome”
[William Morris – A Dream of John Ball, romanzo 1886]

“L’uomo più crudele” è la vicenda di Voico Dobrita, un boiardo della Valacchia che ha 173 anni nel 1610, anno in cui incontra il giudice che sta investigando sulla sanguinaria contessa Erzsebet Bathory, una discendente di Vlad Tepes Dracul (il Dracula storico), di cui Voico è stato consigliere e segretario particolare. Ancora una volta Voico deve confrontarsi con i non facili ricordi della sua vita con l’attraente “amico”, boss e manipolatore Vlad Dracul (che appare in scena in una serie di flashback). In cerca della lievità, Voico attraversa i secoli, incontra personaggi che sono immortali quanto lo è lui e finisce a parlare da amico in casa di Virginia Woolf, la nota scrittrice vittoriana che milita per i diritti delle donne e pensa che la storia sia un racconto raccontato da vincitori idioti. Alternando elementi di ricostruzione storica e sfide disturbanti e cool fun al pubblico, questo testo utopico si interroga sulle manipolazioni e le colonizzazioni che i nostri corpi infliggono e subiscono, alla ricerca di una bildung e di una giustizia.

Gian Maria Cervo (Italia) è uno dei drammaturghi italiani più attivi e rappresentati a livello globale. Notato quindici anni fa per il suo stile personale al Festival Sitges Teatre Internacional in Spagna dal collega tedesco Roland Schimmelpfennig, è stato poi nominato da Andreas Beck autore in residenza della Deutsches Schauspielhaus in Hamburg, per la stagione 2001-2002. I suoi testi sono stati rappresentati in alcuni dei maggiori Teatri e Festival d’Europa, in vari prestigiosi teatri russi e sono stati messi in scena da noti registi inglesi e americani. Nel 2013 Cervo è stato il primo autore italiano dopo Goldoni, Pirandello e Dario Fo ad essere messo in scena dalla Shanghai Theatre Academy, la più prestigiosa istituzione teatrale in Cina. Tra le sue opere “Call Me God” scritta a 8 mani con Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd (Teatro Argentina di Roma, Residenz Theater di Monaco di Baviera, Deutsches Theater di Berlino, Museumsquartier Vienna, Meyerhold Center di Mosca), “L’uomo più crudele” (Piccolo Teatro di Milano, Burgtheater di Vienna, Teatro Eliseo di Roma, poi trasposta in graphic novel dal cartoonist Enrico D’Elia e ripresa quest’anno dal Teatro Reale di Zetski Dom del Montenegro), “Tra il naso e il cielo” da Pirandello (Teatro del Dramma di Tobolsk, Shanghai Theatre Academy), “Il colore del sole” da Camilleri (Piccolo Teatro di Milano), “Amleto, un’Ofelia di più” (QdA). Nel 1997 ha fondato il Festival di drammaturgia contemporanea “Quartieri dell’Arte”, di cui mantiene ancora oggi la direzione artistica.
Gianluca Iumiento è un regista teatrale e cinematografico italiano operante da dieci anni in Norvegia dove ha lavorato per i maggiori Teatri Nazionali, tra cui il Det Norske Teatret, per cui ha diretto la prima mondiale di “Det Er Ales” di Jon Fosse (coprodotta dal Festival Quartieri dell’Arte). In Norvegia ha diretto inoltre il lungometraggio “Novemberoslo”. E’ stato per una decina di anni docente alla KHIO l’Accademia Nazionale delle Arti di Oslo, e è stato membro di giuria del Premio Ibsen

Sab 21 settembre ore 18 – Piazza Sallupara – Viterbo (prima assoluta)
ERCOLE dei Fratelli Presnyakov
Curatela di Gian Maria Cervo
Regia di Lidija Dedovic
con Aldo Pennello e cast a sorpresa
Coproduzione del Festival con l’Associazione La Dramaturgie

Gli sceneggiatori del grande cineasta russo Nikita Mikhalkov e la direttrice del Teatro Reale di Zetski Dom- Teatro Nazionale del Montenegro uniscono le forze per questa esilarante performance sul famigerato episodio delle stalle di Augia. Una performance misteriosa, disturbante, sorprendente, benaugurante.

I Fratelli Presnyakov (Oleg e Vladimir Presnyakov) sono stati messi in scena da alcuni dei più prestigiosi teatri del mondo come il Teatro d’Arte di Mosca, il Royal Court Theatre di Londra e alcuni dei principali teatri nazionali d’Europa. Loro titoli quali “Recitando la vittima” e “Terrorismo” hanno suscitato l’interesse delle comunità teatrali di tutto il mondo. Sono attualmente gli sceneggiatori dei grandi cineasti russi Nikita Mikhalkov e Kirill Serebrennikov.
Lidija Dedovic è la più importante regista donna dell’area balcanica e direttrice del Teatro Reale di Zetski Dom

Dom 22 settembre ore 12 – Palazzo Orsini – Bomarzo
OFFELIA SUITE
di Arturo Annecchino e Luca Cedrola
Con Viola Graziosi.
Regia di Graziano Piazza. Musiche di Arturo Annechino
ingegneria del suono olofonico Fabio Brugnoli
costumi Maria Alessandra Giuri
Produzione Teatro Sannazzaro di Napoli

We know what we are, but not what we may be
[Shakespeare]

Lo spettacolo nasce dalla collaborazione di più competenze illustri: La riscrittura della vicenda di questo famosissimo personaggio elisabettiano porta la firma di un autore, Luca Cedrola, attento al tessuto connettivo della nostra contemporaneità, che mette in Atto un teatro di poesia alla ricerca del valore emotivo nonché evocativo delle parole. L’opera che Arturo Annecchino, musicista e compositore di fama internazionale, ha intessuto intorno alle parole, crea un vero e proprio paesaggio, una scenografia sonora, capace di modificare il contesto stesso della figura shakespeariana, cambiandone le prospettive, i punti di vista, facendoci cogliere risvolti inconsueti, vertigini e crepe della follia, della gioia e del dolore di Ofelia. Le elaborazioni sonore di un artista poliedrico come Michele Fiori creano l’opportunità di esplorare nuove esperienze acustiche, anche tramite la riproduzione olofonica e le sue risonanze emozionali. Viola Graziosi, rara attrice in cerca di dimensioni al limitare della scena, incarna e trasmuta le parole con una tavolozza di tonalità, suoni, lingue, gesti, che giocano, inventano, reinterpretano la natura stessa del personaggio. Graziano Piazza tra i massimi attori del panorama italiano, nonché regista particolarmente sensibile al lavoro musicale e sonoro, cura la scrittura drammaturgica e la regia di Offelia Suite.

Arturo Annecchino (Caracas, 9 gennaio 1954) è un compositore e pianista venezuelano naturalizzato italiano.Romano d’adozione, è autore di musica per teatro e danza. Ha collaborato con registi e artisti della scena nazionale ed internazionale, da diversi anni partner artistico del regista Peter Stein, Annecchino ha composto le musiche non solo per gli spettacoli del maestro tedesco, ma anche per altri artisti tra cui: Alfredo Arias, Susan Sontag, Massimo Castri, Deborah Warner, Valerio Binasco, Luigi Squarzina, Janush Kika, Giuseppe Patroni Griffi, Jean Claude Berutti, René de Ceccatty, Attilio Corsini, Lindsay Kemp, Sosta Palmizi, Glauco Mauri, Giorgio Ferrara, Paolo Magelli, Walter Pagliaro, Luca Zingaretti, Massimo Giuseppe Chiesa.
Graziano Piazza – attore e regista, ha lavorato in ruoli primari e da protagonista con molti registi della scena nazionale e internazionale come Luca Ronconi (Venezia Salva, Infinities, Odissea. Doppio ritorno, Prometeo incatenato), Peter Stein (Tito Andronico, protagonista ad Epidauro in Penthesilea, Demoni al Lincoln Center di New York, Der Park), Benno Besson (Mille franchi di ricompensa, Tuttosà, Chebestia), Anatolij Vassil’ev (studio su Il Gabbiano), Federico Tiezzi (Paradiso, Adelchi, Passaggio in India, Romeo e Giulietta, Stesso Mare, Calderon), Gabriele Lavia (I pilastri della societá), Massimo Castri (Misantropo), Cesare Lievi (Dreck-Schifo, Caterina di Heilbronn, Alla meta, Principe di Homburg, La fine dell’inizio), Antonio Calenda (Aiace), Nanni Garella (Innamorati, Esuli, Intrigo e amore, Medea, Arlecchino servitore di due padroni), Giancarlo Nanni (Marx a Soho, Dialoghi con Leucò), Piero Maccarinelli (protagonista in Oreste per Teatro Greco di Siracusa), Giancarlo Sepe (Itala film Torino, Santa Giovanna dei macelli, Buon compleanno, L’età del jazz), Glauco Mauri (Re Lear), Mario Missiroli (Zio Vanja). E poi, tra gli altri, con Mauro Avogadro (Il Benessere, la Donna del mare), Cristina Pezzoli (La tragedia spagnola), Daniele Salvo (Giulio Cesare, Re Lear come protagonista, Edipo re, Coefore), Lina Prosa (Lampedusa way), Emanuela Giordano (Quartetto, Casadi bambola), Walter Malosti (Macbeth), Duccio Camerini (Edipus on The top).
Viola Graziosi. Figlia d’arte, nata a Roma e cresciuta in Tunisia, debutta a 16 anni in una commedia di Turgenev. A 17 anni Carlo Cecchi la sceglie per interpretare Ofelia nell’Amleto di Shakespeare. Con lui partecipa al progetto Trilogia Shakespeariana che farà tournée internazionali. Si trasferisce a Parigi e viene ammessa al prestigioso Conservatoire National Supérieur d’Art Dramatique dove consegue il diploma di recitazione. Lavora con Marcel Maréchal, Alain Françon, Hélène Vincent, Catherine Hiegel, Laurence Sendrowicz. Inin Italia con Cecchi, Giorgio Ferrara, Consuelo Barilari, Gioia Costa, Piero Maccarinelli, Cristina Comencini, Franco Però, Gabriele Lavia, Daniele Salvo, Paolo Magelli. Nel cinema esordisce con Le parole di mio padre di Francesca Comencini. È diretta anche da Pupi Avati, Ulderico Pesce, Andrea Biglione. Partecipa ad alcune fiction televisive.

Ven 27 settembre ore 21- Giardini di Ararat- Viterbo
IO SONO. SOLO. AMLETO di Marco Cacciola, Lorenzo Calza, Michelangelo Dalisi, Letizia Russo
Regia di Marco Cacciola
Una coproduzione tra Elsinor e Residenza Idra

Come si fa a “uccidere un padre che è già morto”, che di vendicarlo proprio non si ha voglia? Bisogna davvero “ereditarne il nome” e seguirne i passi sulla terra, o risolversi a lasciarlo riposare in quella terra e seguire i propri passi rischiando pure di sparire? Da queste e da altre domande ancora, l’interprete di Amleto parte per indagare i propri confini. E così, in questo non-luogo, misterioso e di passaggio, sono destinati a sprofondare alcuni personaggi dell’Amleto, ognuno portatore di un tema e di una rinnovata visione sulla vita e sulla morte, ognuno interpretato dallo stesso attore, Solo. Il progetto parte dal testo shakespeariano per attraversare i dubbi che fondano il nostro tempo: dal rapporto tra padri e figli alla relazione tra leader e società, dalle dinamiche di potere, sia nella dimensione pubblica che in quella privata, alla ricerca di una giustizia che si specchia nella vendetta. Il mito di Amleto incarna perfettamente il travaglio della crisi di conoscenza contemporanea. Siamo noi a essere Amleto: sopraffatti dal Pensiero, impossibilitati all’Azione. La drammaturgia, la recitazione e la regia collaborano a esplorare zone di confine, tra attore e personaggio, tra palco e platea, realtà e finzione, prendendosi il rischio di provare a conquistare l’essere, lo stare. Una ricerca tra la prontezza e l’azione. Una riflessione sull’Identità. La Solitudine. L’Arte. Io sono. Solo. Amleto.

Marco Cacciola, nel 1999 si diploma all’Accademia dei Filodrammatici di Milano e lo stesso anno vince il premio come miglior attore alla VI Rassegna Nazionale delle Accademie e Scuole di Teatro. Negli anni successivi studia ancora con Danio Manfredini, Peter Clough, Monique Arnaud, Peter Brook, Bruce Myers, Sotigui Kouyaté. Come attore il suo percorso artistico è stato legato per più di 10 anni ad Antonio Latella, sotto la cui direzione ha preso parte a molti spettacoli in Italia e all’estero (Lione, Barcellona, Skopje, Lille, Hannover, Lisbona, Parigi, Colonia, Berlino). Ha lavorato anche con Guido De Monticelli, Bruno Fornasari, Andrée Ruth Shammah, Stefano Tomassini, Elio De Capitani, Ferdinando Bruni, Corrado Accordino, Sergio Fantoni, Ottavia Piccolo, Claudio Autelli, Giorgio Albertazzi, Konstantin Bogomolov. Nel 2010 fonda, insieme a Michelangelo Dalisi e Francesco Villano, la Compagnia indipendente InBalìa. Firma diversi spettacoli come regista e come autore, con cui ottiene premi e riconoscimenti.

Dom 29 settembre ore 17- Museo Civico – Viterbo
FREETIME VIRTUAL EXPERIMENT
performance ideata da Gian Maria Cervo a partire da FREETIME di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov

Può un’opera del Rinascimento ispirare una farsa postmoderna e contemporanea? Questo è quanto Gian Maria Cervo e i Fratelli Presnyakov tenteranno di dimostrare attraverso questa performance-visita creativa che racconta sia la gestazione di una loro commedia, sia il Museo Civico di Viterbo e il Duomo di Orvieto.

Sab 5 ottobre ore 19 – Bagnoregio-luogo da definire (prima assoluta)
ANDERSEN PROJECT N. 1, 2 e 3 di AA.VV.
Regia di Anna Romano
Produzione Forteresse

Autori internazionali illustrano le sfide e i rischi intrapresi nelle mutazioni da loro operate su uno dei miti intoccabili della scrittura universale: Hans Christian Andersen

Anna Romano (Belgio-Italia) si forma e si perfeziona in teatro con: Marco Baliani, Marco Martinelli, Gabriele Vacis, Laura Curino, Thierry Salmon, Mohamed Driss, Judith Malina, , Marcel lì Antunez Roca (Fura dels Baus), Francois Pesenti, Materic Mladen, Giorgio Barberio Corsetti, Cesare Lievi, Al Yamanuchi, Chilla Lacatos, Cécile Thieblemont, Irène Tassembedo, Renata Molinari (drammaturgia), Gabriella Munari. Nel 1998 fa un incontro fondamentale con Matthias Langhoff, durante la sua formazione alla regia all’École des Maîtres. Seguiranno numerose collaborazioni finalizzate al suo perfezionamento in quanto regista e dramaturg. Nel 2008 il centro di scrittura e drammaturgia la Chartreuse d’Avignone le attribuisce la prestigiosa borsa alla traduzione per la seconda parte di Beards Trilogy dell’autore belga Stephan Oertli, grazie alla riconosciuta qualità della sua traduzione della prima parte Daemoniae, sul mito di Barbablù. Nel 2009 traduce verso il francese con Frédérique Loliée Piccola Antigone e Medea di Antonio Tarantino per l’ARCHE Editore. Nel 2010 scrive “Sex Politex: conferenza seriamente comica per una giusta educazione sessuale degli adolescenti” tradotta da Inbal Yalon. Lo spettacolo è diretto da Pierre la Fleur nel 2011, con una tournée di due anni nelle scuole medie e licei belgi. Nel 2012 riceve la borsa alla scrittura dalla SACD per la stesura di “Burn-out”. È direttrice della Compagnia Forteresse.

Dom 06 ottobre ore 19 – Bagnoregio- luogo da definire
IPNORIA di Andrea Massella & AA.VV.
Regia di Carles Fernandez Giua

Questi progetti nascono dalla collaborazione tra Quartieri dell’Arte e l’Unitus che ha dato vita a un corso di scrittura per il teatro e a varie azioni di scouting.

Carles Fernandez Giua è il principale regista della Compagnia spagnola La Conquesta del Pol Sud il cui lavoro è stato recentemente visto alla Schaubuehne di Berlino, al Festival Grec di Barcellona e al Festival Quartieri dell’Arte.

Mer 23 ottobre / lun 28 ottobre Ufficio Turistico – Viterbo
Museo della Tragedia Perduta
TENTATO OMICIDIO A TROIA CITY da “L’Alessandro” di Euripide
Di e con Antonio Piccolo
Regia di Lino Musella
Coproduzione del Festival con Galleria Toledo di Napoli

Deifobo: Non certo senza ferite egli andrà nella dimora di Ade.
Ecuba: Dove sarà adesso, con la corona della vittoria?
Deifobo: Tutta la città di Troia riempie la sua iattanza.
Ecuba: Venisse qui! Cadrebbe in trappola.

La ricostruzione di una tragedia perduta è un po’ come la ricostruzione di un delitto. Indizi, prove, testimoni… E poi alibi, ipotesi, sospetti! Mettici poi che in ogni tragedia c’è un delitto, l’indagine è d’obbligo. Eppure, l’Alèxandros di Euripide fa storia a sé. I frammenti non sono così pochi, e su una cosa parlano proprio chiaro: qui l’omicidio manca. Qui, a Troia City, alla fine l’omicidio viene sventato. Ma non tutti gli omicidi sventati sono una buona notizia. A volte, non commettere un omicidio può essere un delitto. Il Vero Delitto. Almeno qui, a Troia. Com’è possibile? Può l’innocenza essere una colpa? Un oratore, un attore, un investigatore… Un uomo, insomma, parla ad un pubblico di altri uomini. In mano ha un gessetto, per terra una lavagna nera, e tutt’intorno prove: oggetti, armi del delitto, registrazioni sonore, documenti. Insieme al pubblico, l’uomo ipotizza, racconta, ricostruisce i pezzi della tragedia perduta. La Storia, le storie, i personaggi… Le cause, gli effetti. E, alla fine, domanda: «Voi… che cosa avreste fatto? chi sareste voi? colpevoli o innocenti?».

Antonio Piccolo nasce a Napoli l’8 giugno 1987. Nel 2006 consegue la maturità classica con il massimo dei voti. È nel teatro dal 2004. Ha studiato recitazione con Carlo Cerciello, mimo corporeo con Michele Monetta, canto con Antonio Romano, drammaturgia con Massimo Maraviglia. Nel 2015 ha frequentato il Corso di Perfezionamento sulla Commedia dell’Arte diretto da Luca De Filippo e organizzato dal Teatro Nazionale di Napoli, lavorando con Ferruccio Soleri, Enrico Bonavera, Claudio Di Palma, Antonio Sinagra, il clown Emmanuel Gallot Lavallée, Antonella Morea e altri. Ha preso parte a laboratori diretti dal clown Martini (Cirque du Soleil), Renato Cortesi (doppiaggio), Giovanna Facciolo, Sara Sole Notarbartolo, Massimiliano Civica, Enrique Vargas, Michele Andrei, Nicole Keherberger e Luca Scarlini, Yurij Krasovskij (sul teatro di Čechov), Antonello Cossia, Filippo Timi, Claudio Remondi e Riccardo Caporossi.
Lino Musella è nato a Napoli nel 1980. Studia recitazione con Guglielmo Guidi a Napoli, e regia teatrale alla scuola Paolo Grassi di Milano. Si forma e lavora con Marcello Cotugno, Paolo Zuccari e Michela Lucenti/Balletto Civile. Negli anni alterna l’attivita di attore, regista, tecnico e disegnatore luci. Ha lavorato come attore (tra gli altri) con Paolo Mazzarelli,
Valter Malosti, Serena Sinigaglia, Virginio Liberti e Annalisa Bianco, Loredana Scaramella, Claudio Autelli, Tommaso Pitta, Antonio Mingarelli, Antonio Latella. Nel 1998 viene premiato come attore al Teatro Sannazzaro (Napoli) e nel 2003 vince la borsa di studio Gianni Agus (Premio Hystrio). Collabora dal 2006 agli eventi “Percorsi di Luce” di Dario Jacobelli e Francesco Capotorto.Dal 2009 anima, con Paolo Mazzarelli, la Compagnia MusellaMazzarelli. Il lavoro della Compagnia aspira a un teatro capace di parlare della realtà attraverso scritture originali dell’oggi, in modo diretto e spietato, divertito e onesto, profondo e semplice al tempo stesso. Dal 2009 a oggi la Compagnia ha dato vita agli spettacoli Due Cani-ovvero la tragica farsa di Sacco e Vanzetti (2009), Figlidiunbruttodio (Premio In-box 2010), Crack Machine (2011), La Società-Tre atti di umana commedia (2012).

Sab 26 ottobre ore 21 – Palazzo Orsini – Bomarzo
LA MAISON DE SANTÉ
dal racconto di Edgar Allan Poe “Il sistema del dottor Catrame e del professor Piuma”
Scritto e diretto da Marco Vallarino
Con Negar Azimi Rad, Asia Coronella, Luigi Cosimelli, Tullia Di Nardo, Sebastian Marzak, Massimo Risi, Alessio Stabile.
Scenografia digitale Collettivo L4R – Mobili di scena Fabio Giovannini
Produzione Associazione Culturale Ingranaggi e La Dramaturgie

Durante un viaggio nel sud della Francia dell’ottocento, un giovane viaggiatore curioso del mondo giunge in cerca di ospitalità presso la Maison de Santé, un castello fatiscente gestito dal Dottor Maillard, eccentrico direttore dell’istituto famoso in tutta la Francia per il suo “sistema morbido”, un metodo all’avanguardia per gestire i disturbi mentali dei suoi pazienti. Ad accoglierlo uno stravagante maggiordomo che non parla e una giovane donna misteriosa. Invitato dallo stesso dott. Maillard a partecipare ad un inconsueto banchetto serale, il giovane ospite si trova a cena con altri stravaganti ospiti della dimora, catapultato in una realtà difficilmente riconoscibile. Tra loro ritrova anche la giovane donna misteriosa e seducente, la quale cercherà più volte e in più modi di attirare le sue attenzioni. In una spirale caleidoscopica, il giovane sarà sempre più coinvolto dalle storie raccontate dagli ospiti della Maison. Queste faranno crescere sempre più il suo interesse per il sistema del dott. Maillard, fin quando le sue domande inizieranno ad ottenere come risposte dagli altri convitati racconti ai limiti del verosimile con descrizioni di personaggi folli, accompagnate da ragli di asini, gorgheggi lirici, gracidio di rane, assurde pantomime e musiche dissonanti. Il tutto condito da portate poco invitanti, vere specialità della casa, e bevande dagli effetti inaspettati. Il malcapitato si troverà sempre più trascinato in un gioco dialettico tra il reale e l’immaginario, incapace di capire effettivamente chi sia normale e chi sia bizzarro. Ma qual’è la vera realtà? Quella del savio per cui tutto ha e deve avere una logica? O quella del folle capace di penetrare oltre le apparenze e rivelare aspetti insospettati dell’esistenza? Il giovane ospite in cerca di risposte riuscirà a districarsi dalla rete in cui è inconsapevolmente caduto o rischierà di perdersi in una spirale senza via d’uscita? E’ possibile riuscire a capire la logica dei folli, senza cadere nella seduzione della follia stessa? Nel monologo finale dell’ospite l’epilogo della storia e forse una possibile risposta.

Marco Vallarino, diplomato presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico, ha compiuto studi musicali e di chitarra classica. Ha studiato danza classica, moderna e contemporanea. Si è perfezionato in Acting Training presso il Centro di Formazione per Attori e Registi con B.Bracco, ha lavorato come attore in in teatro, cinema, tv e radio con alcuni dei registi e degli attori più rappresentativi della scena italiana, tra cui Lorenzo Salveti, Andrea Camilleri, Giancarlo Sepe, Rossella Falk, Giuseppe Patroni Griffi, Mario Missiroli, Mino Bellei, Neri Parenti, Paolo Villaggio, Renato Pozzetto, Lino Capolicchio, Henry Arnold, Monica Vitti, Libero De Rienzo, Maria Paiato, Paola Cortellesi.

Mar 29 ottobre / gio 07 novembre ore 21 (dom ore 18) – Ufficio Turistico- Viterbo
Museo della Tragedia Perduta
DRAMMA DELLA PASSIONE DI ABIDO di AA:VV:
Regia di Carlo Fineschi
Produzione ALT QVM

Installazione con artisti e personaggi eccentrici, performance e conferenze a sorpresa, concepita e sviluppata dal regista senese Carlo Fineschi, storico fondatore dei gruppi di teatro ALT QVM e di motion architecture URLO.

Da ven 01 novembre ore 21 a dom 10 novembre ore 18 – Ufficio Turistico-Viterbo (prima assoluta)
Museo della Tragedia Perduta

FRINICO – Scritto e diretto da Simone Corso a partire dai frammenti di Frinico/ Nutrimenti Terrestri
Frinico (in greco antico: Φρύνιχος, Phrýnichos; Atene, 535 a.C. circa – Sicilia, dopo il 476 a.C.) è il tragediografo ateniese colpito da damnatio memoriae per lo scandalo e “il dolore” suscitato dalla sua tragedia “La presa di Mileto”. Allievo di Tespi, fu uno dei primi tragediografi greci e precursore di Eschilo; fu attivo probabilmente a partire dagli anni della tirannide di Ippia, tra il 514 e il 510 a.C. A lui sarebbe dovuta l’invenzione del genere della tragedia di argomento storico, con appunto “La presa di Mileto” e “Le fenicie” opera che sopravvive solo in pochi frammenti. Il genere, maturato dall’orgoglio patriottico scaturito dal conflitto tra Greci e Persiani, sarebbe stato ripreso da Eschilo nei Persiani ma poi abbandonato per tutto il resto del V secolo a.C. Secondo la Suda Frinico fu il primo ad introdurre personaggi femminili sul palco, rappresentati da attori di sesso maschile con maschere, e avrebbe creato un uso speciale del tetrametro trocaico. La sua prima vittoria in un agone tragico è documentata tra il 511 e il 508 a.C., ed è certo che ne riportò almeno un’altra nel 476 a.C., quando presentò le Fenicie avendo come corego Temistocle. Partendo dai pochi frammenti esistenti di quest’ultima tragedia Simone Corso (già autore dei testi “Contrada Acquaviola n. 1” e “82 pietre”) cerca di far luce su questo personaggio su base indiziaria con un suo pezzo di teatro-documentario.

AGATONE – Esperimento di scrittura operato da un’intelligenza artificiale condotto da Gian Maria Cervo, Giorgio Maria di Nunzio e Federico Meschini a partire dai frammenti di Agatone e dalle evidenze documentali sulla sua scrittura / Accademia degli Artefatti. Regia di Luigi Cosimelli
Esperimento di scrittura operata da un’intelligenza artificiale a partire dai frammenti di Agatone protagonista del “Simposio” di Platone. Il protagonista del “Simposio” è un personaggio storicamente esistito, un autore che univa tratti da commediografo e tragediografo e che sperimentava il clash di diverse tradizioni mitiche. Agatone gareggiava in bravura con Aristofane. Lo spettacolo prova a ricostruire il suo stile artistico e personale con tecniche sperimentate solo di recente.

LYCURGUS – da Gneo Nevio. Regia Vincenzo Manna / Florian Metateatro. Con Alessio Tessitore
Il Lycurgus o Lucurgus (Licurgo) è una tragedia cothurnata del tragediografo e commediografo latino Gneo Nevio. Si tratta di una delle tragedie latine di età arcaica di cui è rimasto il maggior numero di frammenti, ed è l’unica cothurnata di Nevio di cui sia possibile ricostruire, seppure in modo sommario, la trama. Alessio Tessitore unisce le sue capacità attoriali alla sua passione per il teatro classico in questa avvincente ricostruzione in cui interpreta vari personaggi e in cui si alternano interpretazione e narrazione.

Vincenzo Manna nasce a Roma nel 1977. Laureato in “Stilistica e Retorica” all’Università degli Studi di Firenze, frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” dove si diploma in regia nel 2009 con lo spettacolo “Fari nella nebbia”, che è anche il suo debutto come drammaturgo.Artista tra i più interessanti della nuova generazione teatrale italiana, lavora come regista e autore, sceneggiatore e traduttore.Dal 2013 è docente di Recitazione e Drammaturgia presso l’Università Link Campus di Roma. Numerosi i riconoscimenti finora ottenuti, tra cui il Premio SIAE (2010) come miglior nuovo autore italiano, assegnatogli durante il 53° Festival dei Due Mondi di Spoleto. Tra i suoi lavori: “Fari nella nebbia” (2009) testo finalista al 50° Premio Riccione, menzione speciale della giuria; “Hansel e Gretel” (2010) spettacolo vincitore del Premio Scenario Infanzia; “L’ultima cena” (2011) testo finalista al Premio Hystrio 2012; “Giulio Cesare” (2012) traduzione per lo spettacolo selezione Globe to Globe che rappresenta l’Italia durante le manifestazioni culturali delle Olimpiadi di Londra 2012; “Inverno” (2014) di Jon Fosse, regia realizzata per il Florian Teatro Stabile di Innovazione; “Odissea” (2016) di Derek Walcott regia realizzata per Khora Teatro Produzioni; “Cani” (2017) testo 2° Premio Borrello per la Drammaturgia e Premio CassinoOFF 2014; “La Classe” (2017) testo scritto per Società Per Attori-Franco Clavari, regia di Giuseppe Marini. Alcuni dei suoi testi sono pubblicati presso le case editrici “Editoria&Spettacolo” e “Titivillus

Lun 04 novembre ore 21 – Ufficio Turistico-Viterbo
NARCISSUS di James Bidgood, Michel Marc Bouchard, Gian Maria Cervo, Chris Goode, Antonio Ianniello, Anna Romano con materiali aggiuntivi di Alberto Bassetti
Regia di Gabriele Paupini, consulenza Francesca Macrì.
Installazioni di Thomas Lange
Disegno Luci Gianni Staropoli

Presentato in anteprima al MACRO di Roma, questo progetto del Festival che raccoglie alcuni drammaturghi e artisti visivi tra i più importanti del panorama internazionale da James Bidgood, padre della queer art, a Michel Marc Bouchard sceneggiatore della nuova star del World Cinema Xavier Dolan, dallo stesso Gian Maria Cervo a Chris Goode attivo in due istituzioni londinesi leggendarie come il Royal Court e la Tate, si propone di raccontare attraverso una drammaturgia a collage o a quadro cubista una vicenda non più ricostruibile, quella della lavorazione del misterioso film underground “Pink Narcissus”.
Gabriele Paupini è nato a Roma nel 1988. Ha recentemente vinto il contest Pillole con la regia di Yukonstyle di S. Berthiaume. Tra le sue regie “La signora” da Friedrich Dürrenmatt a SpinTimeLabs

Mar 12 novembre / mer 13 novembre – Supercinema Tuscania (anteprima assoluta)
Freetime di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov.
Regia di Pierpaolo Sepe.
Con Riccardo Festa, Daniela Giordano, Giorgia Masseroni, Giuseppe Orsillo, Sara Meoni, Petar Novakovic e altri membri del cast in corso di definizione

“Freetime” scritta da G.M. Cervo e dai Fratelli Presnyakov,adotta la serie teatrale originale di Gian Maria Cervo “Il tempo libero” come found materials che prendono nuova forma in un’opera teatrale in cui le situazioni liquide dei lavoratori contemporanei e i viaggi attraverso il tempo e gli universi paralleli diventano metafore le une degli altri. Percorrono la commedia le paure, la solitudine, la materia oscura dell’universo e il bisogno di qualcuno nella propria esistenza di un gruppo di persone le cui relazioni ed esperienze erratiche descrivono il mondo erratico di oggi che è sempre solo a un passo dalla caduta. Iniziando con il crollo della Lehman Brothers, ambientata nelle oscure atmosfere dell’economia contemporanea, l’opera attraversa gli ultimi dieci delicati anni di storia europea e globale. Adamo si trova in una specie di camera di albergo. Nella stessa stanza c’è un ventenne nudo, legato e imbavagliato, con un fazzoletto in bocca. Adamo parla con qualcuno al telefono, ha con sé nella stanza il nipote dell’ex primo ministro spagnolo Mariano Rajoy e lo ucciderà con delle banderillas come da accordi con il tipo che sta all’altro capo del telefono, che sembra essere spagnolo. Oh, ma in un‘opera contemporanea ci sono così tante cose che possono accadere. Il testo è un mix di farsa arrabbiata, detective story, action movie e ruminazione filosofica.

Pierpaolo Sepe inizia la sua attività di regista teatrale nel 1991, e da allora ha firmato oltre cinquanta regie. Nel 1997 inizia una collaborazione artistica con il centro di produzione teatrale Nuovo Teatro Nuovo di Napoli. Nel 2005 vince il Premio Flaiano come miglior regista teatrale; nel 2012 l’Associazione Nazionali dei Critici di Teatro gli assegna il Premio della Critica 2012 per la regia de “Le Cinque Rose di Jennifer”; vincitore, sempre nel 2012, del MArteAwards, premio italiano all’innovazione artistica, per la regia di “Anna Cappelli” con Maria Paiato. Nella stagione 2013/2014 i teatri italiani ospitano le sue ultime due regie: SIK SIK di Eduardo de Filippo, con Benedetto Casillo presentato al Festival Benevento Città Spettacolo e MEDEA di Seneca, con Maria Paiato, che apre in prima assoluta la stagione del Piccolo Teatro di Milano il 17 ottobre.2013 e in scena al Teatro Eliseo di Roma dal 1 aprile 2014.

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