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Quando un libro indica le sfide della vita adulta: il romanzo di formazione

Quando un libro indica le sfide della vita adulta: il romanzo di formazione
Ottobre 26
12:08 2020

Ho sempre pensato che l’autunno fosse “la stagione della riflessione”: si ritorna dalle vacanze estive, si ritorna a scuola, le foglie a terra, con il loro nuovo colore arancione, ci ricordano che il tempo passa e dobbiamo essere pronti ad affrontare il ritmo quotidiano dei nostri impegni. In questo mese di ottobre mi sono dedicata a una lettura che mi ha sempre incuriosita, e che oggi a 31 anni ho deciso di intraprendere: si tratta del famoso testo di J.D. Salinger, Il giovane Holden del 1951 (titolo originale The Catcher in the Rye) .

 

Si tratta di uno romanzi cardine di quel genere letterario definito Romanzo di Formazione: cioè di un testo di narrativa in cui si racconta la crescita e la maturazione di un personaggio (o di un gruppo). In passato lo scopo del romanzo di formazione era quello di incoraggiare l’integrazione sociale del protagonista; ad oggi, in particolare nei primi due anni della scuola superiore di II grado, i professori di italiano assegnano un romanzo di formazione ai loro studenti per trasmettere le emozioni, i sentimenti e i progetti di un giovane visti direttamente dal protagonista. Infatti, in questo nostro momento storico, si potrebbe dividere il romanzo di formazione in sottocategorie: tra romanzo psicologico-intimistico, romanzo di ambiente e costume e romanzo didattico-pedagogico. Ci possono essere anche diverse formule che l’autore sceglie di adottare per la stesura del testo, come quella del romanzo storico, del romanzo autobiografico e quello epistolare.

 

Bildungsroman,  ossia la storia della formazione di un uomo, è il termine tedesco che si usa rendere in italiano con l’espressione “romanzo di formazione”: è proprio in Germania infatti che nasce il romanzo di formazione. Esso designa quel particolare tipo di romanzo psicologico che descrive lo sviluppo del carattere e della personalità del protagonista attraverso la sua relazione con la società che lo circonda o tramite vicende intime, o ancora mediante un itinerario culturale (la parola tedesca Bildung significa infatti sia “formazione” che “cultura”). Il termine Bildungsroman fu impiegato per la prima volta dal filologo K. Morgenstern (1770-1852) nel saggio Sull’essenza del romanzo di formazione (1820): nel testo si osservava che la formazione del protagonista diventava formazione del lettore del romanzo, e che il Bildungsroman, abbandonando definitivamente la pura narrazione di fatti avventurosi o il racconto di tipo moral-sentimentale, rappresentava una svolta decisiva nell’evoluzione del romanzo europeo.

 

Indicato dalla critica letteraria come il primo romanzo di formazione, Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister (1796) di Johann Wolfgang von Goethe mostra come l’educazione di una persona alla vita adulta, con tutti gli incontri e le vicissitudini, gli imprevisti e le scoperte che “formeranno” il carattere di un giovane borghese della Germania di fine Settecento, è in realtà un sapiente controllo della stessa società che dovrebbe accogliere il giovane uomo. Nella prima metà dell’Ottocento il romanzo di formazione si diffonde anche in Francia grazie a Stendhal, mentre in Inghilterra gli autori più famosi appartenenti a questo filone sono Charles Dickens con Le avventure di Oliver Twist (1837-1838) e Charlotte Bronte con Jane Eyre (1847). Il romanzo di formazione ebbe successo durante tutto il Novecento e il fatto di essere ancora un genere indicato nei programmi ministeriali scolastici indica come il tema dell’iniziazione alla vita desta attualmente l’interesse degli scrittori e dei lettori.

 

Questo genere di romanzo ipotizza che il giovane protagonista, e di riflesso il lettore, sia cosciente del proprio valore e dell’importanza della propria educazione e formazione. Credo che lo scopo di tale genere letterario sia che la letteratura non debba essere vista dai giovani come semplice passatempo (o come obbligo scolastico), ma come mezzo per formarsi in quanto individui e per essere davvero parte di una società. La società moderna e contemporanea (in Occidente), riconosce al singolo il diritto di scegliere e trovare la propria realizzazione personale. Da docente credo che sia fondamentale far comprendere alle nuove generazioni come la letteratura, la scuola, la cultura abbiano davvero la capacità di essere il miglior supporto per il loro percorso di vita, per formarli in donne e uomini migliori, sia per se stessi che per la futura società.

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